Introduzione: La nostra vita quotidiana è caratterizzata da scambi e interazioni complesse che non coinvolgono solo singoli individui, ma diadi o gruppi sociali composti da due o più membri. Questi funzionano all’interno di un nuovo sistema, e non devono, perciò, essere considerati come la somma dei singoli. Una delle possibili modalità d’interazione è la cooperazione, attuata allo scopo di perseguire obiettivi comuni che garantiscano benefici a tutte le parti coinvolte. Alcuni esempi di interazioni cooperative riguardano comportamenti di aiuto, di condivisione, e prosociali (Vanutelli, Nandrino, e Balconi, 2016). Questi scambi si associano a risposte emotive e cognitive che hanno correlati neurali specifici e caratteristici (Balconi & Vanutelli, 2017). Ma cosa succede nel nostro cervello quando la cooperazione non è efficace? Materiali e Metodi: La presente ricerca è stata condotta allo scopo di esplorare in real-time come si modificano le risposte cerebrali e comportamentali di due individui che provano ad adottare strategie comuni nello svolgimento di un compito condiviso, con esiti negativi. Sono stati reclutati 24 partecipanti successivamente accoppiati in 12 diadi dello stesso sesso. Il compito consisteva in una prova di attenzione sostenuta presentata come un gioco cooperativo in cui i soggetti non dovevano rispondere singolarmente, ma cercando di sincronizzare le proprie risposte con quelle del compagno. Questa consegna era resa possibile grazie alla somministrazione di feedback sulla performance che segnalava, dopo ogni trial, l’efficacia delle strategie cooperative. I feedback erano manipolati dallo sperimentatore in modo da suggerire una cooperazione inefficace, frustrare le strategie cooperative e indurre emozioni negative. Inoltre, a metà del task, veniva presentata un’ulteriore valutazione sull’andamento generale che ribadiva l’assenza di sincronizzazione, sia in termini di accuratezza che di velocità delle risposte (modificato da Balconi & Pagani, 2015). Nel corso del task, che risultava così diviso in due macro-fasi, è stata registrata l’attività emodinamica cerebrale tramite spettroscopia del vicino infrarosso (fNIRS). Risultati: I risultati hanno evidenziato un peggioramento della performance in seguito alla valutazione negativa, nella seconda metà del task, con un aumento dei tempi di reazione. Inoltre, è stato identificato il reclutamento di un network cerebrale caratteristico che coinvolgeva la corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) e il giro frontale superiore (SFG). Discussione: In particolare, la DLPFC ha mostrato un aumento dell’attività emodinamica (ossiemoglobina, O2Hb) dopo la valutazione negativa, compatibile con una maggior richiesta di risorse per l’aumentato carico cognitivo dovuto alla frustrazione dei feedback negativi. La presenza di un forte coinvolgimento emotivo è stata, inoltre, identificata grazie alla presenza di una lateralizzazione emisferica a carico dell’emisfero destro. Per quanto riguarda, invece, il SFG, è emerso un decremento di O2Hb dopo la valutazione negativa, che può essere interpretato come un disinvestimento cognitivo rispetto all’adozione di strategie condivise dovuto alla manipolazione sperimentale. Questi risultati sono stati interpretati anche alla luce delle teorie psicologiche sulla percezione di auto-efficacia e sull’attuazione di strategie condivise con l’altro.

Vanutelli, M. E., Gatti, L., Balconi, M., Indici comportamentali e neurofisiologici di una cooperazione inefficace: uno studio hyperscanning con fNIRS, Poster, in Atti del «Congresso Annuale SINP 2017», (Palermo, 24-25 November 2017), Società Italiana di Neuropsicologia, Palermo 2017: 63-64 [http://hdl.handle.net/10807/113693]

Indici comportamentali e neurofisiologici di una cooperazione inefficace: uno studio hyperscanning con fNIRS

Vanutelli, Maria Elide;Balconi, Michela
2017

Abstract

Introduzione: La nostra vita quotidiana è caratterizzata da scambi e interazioni complesse che non coinvolgono solo singoli individui, ma diadi o gruppi sociali composti da due o più membri. Questi funzionano all’interno di un nuovo sistema, e non devono, perciò, essere considerati come la somma dei singoli. Una delle possibili modalità d’interazione è la cooperazione, attuata allo scopo di perseguire obiettivi comuni che garantiscano benefici a tutte le parti coinvolte. Alcuni esempi di interazioni cooperative riguardano comportamenti di aiuto, di condivisione, e prosociali (Vanutelli, Nandrino, e Balconi, 2016). Questi scambi si associano a risposte emotive e cognitive che hanno correlati neurali specifici e caratteristici (Balconi & Vanutelli, 2017). Ma cosa succede nel nostro cervello quando la cooperazione non è efficace? Materiali e Metodi: La presente ricerca è stata condotta allo scopo di esplorare in real-time come si modificano le risposte cerebrali e comportamentali di due individui che provano ad adottare strategie comuni nello svolgimento di un compito condiviso, con esiti negativi. Sono stati reclutati 24 partecipanti successivamente accoppiati in 12 diadi dello stesso sesso. Il compito consisteva in una prova di attenzione sostenuta presentata come un gioco cooperativo in cui i soggetti non dovevano rispondere singolarmente, ma cercando di sincronizzare le proprie risposte con quelle del compagno. Questa consegna era resa possibile grazie alla somministrazione di feedback sulla performance che segnalava, dopo ogni trial, l’efficacia delle strategie cooperative. I feedback erano manipolati dallo sperimentatore in modo da suggerire una cooperazione inefficace, frustrare le strategie cooperative e indurre emozioni negative. Inoltre, a metà del task, veniva presentata un’ulteriore valutazione sull’andamento generale che ribadiva l’assenza di sincronizzazione, sia in termini di accuratezza che di velocità delle risposte (modificato da Balconi & Pagani, 2015). Nel corso del task, che risultava così diviso in due macro-fasi, è stata registrata l’attività emodinamica cerebrale tramite spettroscopia del vicino infrarosso (fNIRS). Risultati: I risultati hanno evidenziato un peggioramento della performance in seguito alla valutazione negativa, nella seconda metà del task, con un aumento dei tempi di reazione. Inoltre, è stato identificato il reclutamento di un network cerebrale caratteristico che coinvolgeva la corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) e il giro frontale superiore (SFG). Discussione: In particolare, la DLPFC ha mostrato un aumento dell’attività emodinamica (ossiemoglobina, O2Hb) dopo la valutazione negativa, compatibile con una maggior richiesta di risorse per l’aumentato carico cognitivo dovuto alla frustrazione dei feedback negativi. La presenza di un forte coinvolgimento emotivo è stata, inoltre, identificata grazie alla presenza di una lateralizzazione emisferica a carico dell’emisfero destro. Per quanto riguarda, invece, il SFG, è emerso un decremento di O2Hb dopo la valutazione negativa, che può essere interpretato come un disinvestimento cognitivo rispetto all’adozione di strategie condivise dovuto alla manipolazione sperimentale. Questi risultati sono stati interpretati anche alla luce delle teorie psicologiche sulla percezione di auto-efficacia e sull’attuazione di strategie condivise con l’altro.
2017
Italiano
Atti del «Congresso Annuale SINP 2017»
Congresso Annuale SINP 2017
Palermo
Poster
24-nov-2017
25-nov-2017
Società Italiana di Neuropsicologia
Vanutelli, M. E., Gatti, L., Balconi, M., Indici comportamentali e neurofisiologici di una cooperazione inefficace: uno studio hyperscanning con fNIRS, Poster, in Atti del «Congresso Annuale SINP 2017», (Palermo, 24-25 November 2017), Società Italiana di Neuropsicologia, Palermo 2017: 63-64 [http://hdl.handle.net/10807/113693]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10807/113693
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact