Il caso giudicato dalla sentenza della Corte di Cassazione penale n. 8254/2011 è emblematico del frequente contenzioso giudiziario che ha per oggetto la decisione dei medici di dimettere un paziente. La vicenda riguardava un paziente, ricoverato in ospedale per un infarto miocardico anteriore esteso complicato da edema polmonare acuto ed ivi sottoposto a coronarografia con impianto di uno stent sul ramo discendente anteriore, che veniva dimesso in nona giornata dal ricovero, asintomatico, in condizioni stabili, malgrado una frazione di eiezione ridotta, ed in assenza di segni di instabilità elettrica ventricolare e che decedeva a poche ore di distanza dalla dimissione ospedaliera. La sentenza ha generato nuove preoccupazioni tra i medici in quanto, dopo aver ricordato che nell'esercizio della professione medica l'interesse della salute e della vita del paziente deve essere prioritario e prevalente su esigenze di altra natura, e dopo aver sottolineato il carattere non vincolante delle linee guida che la medicina moderna elabora ed aggiorna frequentemente per aiutare i medici ad operare secondo criteri condivisi, vagliati della comunità scientifica, allude all'ipotesi che nel caso in esame i sanitari nella decisione di dimettere it paziente abbiano obbedito a linee guida dettate da logiche " mercantili ". La sentenza ha quindi offerto lo spunto per esaminare il problema della dimissione ospedaliera e delle linee guida da un punto di vista generale, ma al tempo stesso ha indotto gli autori a chiedersi a quali linee guida, in tema di dimissione, abbia fatto riferimento la Suprema Corte, la quale sembra piuttosto aver operato una impropria sovrapposizione tra le esigenze assistenziali individuali e quelle finalizzate al funzionamento del sistema sanitario nazionale. Un ulteriore problema medico-legale che caratterizza questi casi è poi rappresentato dall'accertamento del nesso causale, che implica, specie nei casi ad evoluzione infausta, una valutazione della prevedibilità ed evitabilità dell'evento dannoso e quindi della possibile efficacia risolutiva delle prestazioni mediche che, in caso di mancata dimissione, avrebbero potuto essere fornite al paziente.

Fiori, A., La Monaca, G., Marchetti, D., IL PROBLEMA CLINICO E MEDICO-LEGALE DELLE DIMISSIONI OSPEDALIERE, <<RIVISTA ITALIANA DI MEDICINA LEGALE>>, 2011; (3): 727-745 [http://hdl.handle.net/10807/11246]

IL PROBLEMA CLINICO E MEDICO-LEGALE DELLE DIMISSIONI OSPEDALIERE

Fiori, Angelo;Marchetti, Daniela
2011

Abstract

Il caso giudicato dalla sentenza della Corte di Cassazione penale n. 8254/2011 è emblematico del frequente contenzioso giudiziario che ha per oggetto la decisione dei medici di dimettere un paziente. La vicenda riguardava un paziente, ricoverato in ospedale per un infarto miocardico anteriore esteso complicato da edema polmonare acuto ed ivi sottoposto a coronarografia con impianto di uno stent sul ramo discendente anteriore, che veniva dimesso in nona giornata dal ricovero, asintomatico, in condizioni stabili, malgrado una frazione di eiezione ridotta, ed in assenza di segni di instabilità elettrica ventricolare e che decedeva a poche ore di distanza dalla dimissione ospedaliera. La sentenza ha generato nuove preoccupazioni tra i medici in quanto, dopo aver ricordato che nell'esercizio della professione medica l'interesse della salute e della vita del paziente deve essere prioritario e prevalente su esigenze di altra natura, e dopo aver sottolineato il carattere non vincolante delle linee guida che la medicina moderna elabora ed aggiorna frequentemente per aiutare i medici ad operare secondo criteri condivisi, vagliati della comunità scientifica, allude all'ipotesi che nel caso in esame i sanitari nella decisione di dimettere it paziente abbiano obbedito a linee guida dettate da logiche " mercantili ". La sentenza ha quindi offerto lo spunto per esaminare il problema della dimissione ospedaliera e delle linee guida da un punto di vista generale, ma al tempo stesso ha indotto gli autori a chiedersi a quali linee guida, in tema di dimissione, abbia fatto riferimento la Suprema Corte, la quale sembra piuttosto aver operato una impropria sovrapposizione tra le esigenze assistenziali individuali e quelle finalizzate al funzionamento del sistema sanitario nazionale. Un ulteriore problema medico-legale che caratterizza questi casi è poi rappresentato dall'accertamento del nesso causale, che implica, specie nei casi ad evoluzione infausta, una valutazione della prevedibilità ed evitabilità dell'evento dannoso e quindi della possibile efficacia risolutiva delle prestazioni mediche che, in caso di mancata dimissione, avrebbero potuto essere fornite al paziente.
2011
Italiano
Fiori, A., La Monaca, G., Marchetti, D., IL PROBLEMA CLINICO E MEDICO-LEGALE DELLE DIMISSIONI OSPEDALIERE, <<RIVISTA ITALIANA DI MEDICINA LEGALE>>, 2011; (3): 727-745 [http://hdl.handle.net/10807/11246]
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