L’obiettivo del libro è di fornire al clinico che si occupa di separazione e divorzio un approccio che eviti sottovalutazioni della specificità e, spesso, della complessità del momento, e che, fin dall’inizio, la consultazione alla coppia sia correttamente orientativa e, specie nei casi di elevata conflittualità, sia in grado di offrire alla coppia un spazio - di decantazione, per usare le parole dell’autore - che cerchi di rendere affrontabile il conflitto stesso. L’obiettivo è sempre la tutela dei legami familiari che in questa dolorosa e complessa transizione della vita rischiano di venire feriti ed essere di danno alle future generazioni. La possibilità di uscita dal blocco evolutivo passa per il riconoscimento di ciò che fin prima della crisi aveva costituito e reso generativo il legame e l’accoglimento delle ragioni dell’altro, che rendono il vecchio “patto” non più attuale. Serve quindi paradossalmente un nuovo “patto”, che rilanci il legame in forma rinnovata. L’autore propone alla coppia conflittuale in separazione un percorso consulenziale che non va inteso rigidamente, ma che generalmente abbisogna di 10-12 incontri, si possono prevedere anche incontri individuali, coi figli o altri familiari a seconda delle specificità. Numerosi sono gli strumenti tecnici che possono essere introdotti nel percorso consulenziale, ma anch’essi scelti di volta in volta, nella tipologia e nel timing, in un percorso che può costruirsi solo attraverso l’incontro stesso con la coppia. La fase di particolare delicatezza è proprio quella dell’ingaggio, poiché si attivano aspettative, reazioni emotive e dinamiche spesso di difficile gestione e che possono, se mal gestite, rendere impossibile l’intero percorso consulenziale. L’autore enfatizza il termine di costruzione della domanda quale elemento cardine affinché la fase di ingaggio possa considerarsi conclusa, chiarendo che non si tratta dell’usuale analisi della domanda, che in questi casi presenta ambivalenze, insidie e contraddittorietà rilevanti. Solo l’uscita da uno sterile gioco dei torti e delle ragioni permetterà che si acceda ad una vera relazione di lavoro e ciò non può prescindere dal fatto che sia stato possibile creare un’adeguata relazione tra la coppia e il consulente. Altro aspetto caratterizzante l’intervento clinico proposto dall’autore è il trattamento focale della vicenda relazionale che può richiedere dai tre ai sei incontri e mette in contatto la coppia con la propria storia generazionale: si tratta di un lavoro complesso, delicato, di risalita alle origini nel tentativo di cogliere ciò che è di ostacolo per la transizione separativa, di recupero di ciò che di buono hanno prodotto i legami, ma anche del riconoscimento delle responsabilità di ciascuno della fine della relazione di coppia. Strumento di lavoro e di guida sottostante a questa fase della consulenza è senza dubbio l’Intervista clinica generazionale1. L’ultima fase del percorso consulenziale ha come obiettivo la progettazione della genitorialità che può risultare epilogo consequenziale oppure può richiedere un “nuovo” ingaggio o cornici differenti di ulteriore trattamento, quali la mediazione familiare e, nelle situazioni più “cronicizzate”, la terapia familiare o la consulenza tecnica d’ufficio. Quest’ultima si iscrive all’interno di un procedimento giudiziale, tuttavia se affrontata secondo una logica di intervento clinico, come in altre pubblicazioni l’autore ha ampiamente precisato, rappresenta un’ulteriore risorsa nella tutela dei legami. L’aspetto originale del libro è proprio quello di offrire uno sguardo complessivo e complesso all’intero processo separativo, individuando nella consulenza alla coppia così concettualizzata lo strumento “invariabile” che può favorire l’innesco per transitare dallo sterile conflitto della coppia a trattare i temi del familiare, un luogo di iniziale o sostanziale trattamento dei blocchi del processo separativo, oppure un luogo comunque di “preparazione” per altri contesti clinici, come ad esempio la mediazione, la terapia familiare o la consulenza tecnica d’ufficio, uno strumento sufficientemente ampio e flessibile che permette di orientare e trattare le differenti situazioni cliniche.

Tamanza, G., INTERVENTI CLINICI CON LA COPPIA IN SEPARAZIONE, Il Mulino, Bologna 2017: 167 [http://hdl.handle.net/10807/111056]

INTERVENTI CLINICI CON LA COPPIA IN SEPARAZIONE

Tamanza, Giancarlo
Primo
2017

Abstract

L’obiettivo del libro è di fornire al clinico che si occupa di separazione e divorzio un approccio che eviti sottovalutazioni della specificità e, spesso, della complessità del momento, e che, fin dall’inizio, la consultazione alla coppia sia correttamente orientativa e, specie nei casi di elevata conflittualità, sia in grado di offrire alla coppia un spazio - di decantazione, per usare le parole dell’autore - che cerchi di rendere affrontabile il conflitto stesso. L’obiettivo è sempre la tutela dei legami familiari che in questa dolorosa e complessa transizione della vita rischiano di venire feriti ed essere di danno alle future generazioni. La possibilità di uscita dal blocco evolutivo passa per il riconoscimento di ciò che fin prima della crisi aveva costituito e reso generativo il legame e l’accoglimento delle ragioni dell’altro, che rendono il vecchio “patto” non più attuale. Serve quindi paradossalmente un nuovo “patto”, che rilanci il legame in forma rinnovata. L’autore propone alla coppia conflittuale in separazione un percorso consulenziale che non va inteso rigidamente, ma che generalmente abbisogna di 10-12 incontri, si possono prevedere anche incontri individuali, coi figli o altri familiari a seconda delle specificità. Numerosi sono gli strumenti tecnici che possono essere introdotti nel percorso consulenziale, ma anch’essi scelti di volta in volta, nella tipologia e nel timing, in un percorso che può costruirsi solo attraverso l’incontro stesso con la coppia. La fase di particolare delicatezza è proprio quella dell’ingaggio, poiché si attivano aspettative, reazioni emotive e dinamiche spesso di difficile gestione e che possono, se mal gestite, rendere impossibile l’intero percorso consulenziale. L’autore enfatizza il termine di costruzione della domanda quale elemento cardine affinché la fase di ingaggio possa considerarsi conclusa, chiarendo che non si tratta dell’usuale analisi della domanda, che in questi casi presenta ambivalenze, insidie e contraddittorietà rilevanti. Solo l’uscita da uno sterile gioco dei torti e delle ragioni permetterà che si acceda ad una vera relazione di lavoro e ciò non può prescindere dal fatto che sia stato possibile creare un’adeguata relazione tra la coppia e il consulente. Altro aspetto caratterizzante l’intervento clinico proposto dall’autore è il trattamento focale della vicenda relazionale che può richiedere dai tre ai sei incontri e mette in contatto la coppia con la propria storia generazionale: si tratta di un lavoro complesso, delicato, di risalita alle origini nel tentativo di cogliere ciò che è di ostacolo per la transizione separativa, di recupero di ciò che di buono hanno prodotto i legami, ma anche del riconoscimento delle responsabilità di ciascuno della fine della relazione di coppia. Strumento di lavoro e di guida sottostante a questa fase della consulenza è senza dubbio l’Intervista clinica generazionale1. L’ultima fase del percorso consulenziale ha come obiettivo la progettazione della genitorialità che può risultare epilogo consequenziale oppure può richiedere un “nuovo” ingaggio o cornici differenti di ulteriore trattamento, quali la mediazione familiare e, nelle situazioni più “cronicizzate”, la terapia familiare o la consulenza tecnica d’ufficio. Quest’ultima si iscrive all’interno di un procedimento giudiziale, tuttavia se affrontata secondo una logica di intervento clinico, come in altre pubblicazioni l’autore ha ampiamente precisato, rappresenta un’ulteriore risorsa nella tutela dei legami. L’aspetto originale del libro è proprio quello di offrire uno sguardo complessivo e complesso all’intero processo separativo, individuando nella consulenza alla coppia così concettualizzata lo strumento “invariabile” che può favorire l’innesco per transitare dallo sterile conflitto della coppia a trattare i temi del familiare, un luogo di iniziale o sostanziale trattamento dei blocchi del processo separativo, oppure un luogo comunque di “preparazione” per altri contesti clinici, come ad esempio la mediazione, la terapia familiare o la consulenza tecnica d’ufficio, uno strumento sufficientemente ampio e flessibile che permette di orientare e trattare le differenti situazioni cliniche.
2017
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Il Mulino
Tamanza, G., INTERVENTI CLINICI CON LA COPPIA IN SEPARAZIONE, Il Mulino, Bologna 2017: 167 [http://hdl.handle.net/10807/111056]
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