Ratio e modus essendi nelle categorie. Tommaso d'Aquino, Enrico di Gand e Giovanni Duns Scoto

In the Middle Ages, the transmission and the reception of Aristotle’s Categories, together with Porphyrius’s Isagoge, a work that had driven to a predominantly logical-linguistic approach, have led to a both extentional and intensional interpretation about categories. These exegesis found support also from second intentions doctrine and their relation with reality. The determining ontological status of categories moves in parallel with universals’ theories, while second intentions allow to understand the categories’ general character. Categories’ theory is based on lessical signification doctrine, associated with an ontology. Here we’ll examine Thomas Aquinas’, Henry of Ghent’s and John Duns Scotus’ positions

All’interno del Medioevo la trasmissione e la ricezione delle Categorie di Aristotele, accompagnate dall’Isagoge di Porfirio, che ha spinto a un’interpretazione prevalentemente logico-linguistica, hanno portato a letture sia estensionali che intensionali delle categorie. Interpretazioni che hanno trovato appoggio anche nello sviluppo della dottrina delle intenzioni seconde e del loro rapporto con la realtà. Se infatti la determinazione dello statuto ontologico delle categorie si muove parallelamente rispetto alla tematica degli universali, sono le intenzioni seconde a permettere di cogliere il carattere generale delle categorie. La dottrina delle categorie è infatti alla base della dottrina della significazione lessicale che è associata con una ontologia. Al vaglio le posizioni di Tommaso d’Aquino, Enrico di Gand e Giovanni Duns Scoto.