E che possiamo dire noi oggi, in un’Europa dai confini oramai aperti, della letteratura che sboccia al di là del golfo di Riga? Le parole che lo scrittore estone Jaan Kross (1920-2007) mette in bocca al protagonista del suo romanzo più tradotto nel mondo, "Il pazzo dello zar" del 1978, forse risultano emblematiche anche quando è proprio di lui stesso che si intende parlare. Perché, sebbene non sia ancora un autore noto come molti classici europei della sua epoca, il merito di Kross non è per questo inferiore. Un romanzo che con la sua posata e solida eleganza di scrittura ha tutta la statura di un classico e merita senza dubbio, come ogni classico che si rispetti, di diventare un long seller senza tempo. Un romanzo storico – Jaan Kross è nel suo paese l’indiscusso maestro del genere – che pur raccontando nei dettagli un’epoca, quella dell’allora Livonia (adesso parte integrante della Lettonia) sotto il governo dell’Impero russo dello zar Alessandro I, riesce a mantenere uno spirito universale tale per cui la sua lettura può illuminare anche il tempo presente. Se negli anni Settanta Kross adombrava nelle lotte tra Estoni, Tedeschi o Russi baltici in quel “blocco d’ambra frantumato dalla Storia” che sono i Paesi Baltici – la definizione è di Jan Brokken – l’insofferenza nei confronti dell’occupazione sovietica da parte dell’Estonia, oggi è possibile leggere nei suoi romanzi una metafora dello spirito politico contemporaneo, del conflitto dell’intellettuale con il potere e la propria coscienza.

Basso, I. M., Jaan Kross. Ragione e dissidenza nella Livonia dell’‘800, <<ALIAS DOMENICA>>, 2015-01-24 [http://hdl.handle.net/10807/107184]

Jaan Kross. Ragione e dissidenza nella Livonia dell’‘800

Basso, Ingrid Marina
2015

Abstract

E che possiamo dire noi oggi, in un’Europa dai confini oramai aperti, della letteratura che sboccia al di là del golfo di Riga? Le parole che lo scrittore estone Jaan Kross (1920-2007) mette in bocca al protagonista del suo romanzo più tradotto nel mondo, "Il pazzo dello zar" del 1978, forse risultano emblematiche anche quando è proprio di lui stesso che si intende parlare. Perché, sebbene non sia ancora un autore noto come molti classici europei della sua epoca, il merito di Kross non è per questo inferiore. Un romanzo che con la sua posata e solida eleganza di scrittura ha tutta la statura di un classico e merita senza dubbio, come ogni classico che si rispetti, di diventare un long seller senza tempo. Un romanzo storico – Jaan Kross è nel suo paese l’indiscusso maestro del genere – che pur raccontando nei dettagli un’epoca, quella dell’allora Livonia (adesso parte integrante della Lettonia) sotto il governo dell’Impero russo dello zar Alessandro I, riesce a mantenere uno spirito universale tale per cui la sua lettura può illuminare anche il tempo presente. Se negli anni Settanta Kross adombrava nelle lotte tra Estoni, Tedeschi o Russi baltici in quel “blocco d’ambra frantumato dalla Storia” che sono i Paesi Baltici – la definizione è di Jan Brokken – l’insofferenza nei confronti dell’occupazione sovietica da parte dell’Estonia, oggi è possibile leggere nei suoi romanzi una metafora dello spirito politico contemporaneo, del conflitto dell’intellettuale con il potere e la propria coscienza.
Italiano
24-gen-2015
Basso, I. M., Jaan Kross. Ragione e dissidenza nella Livonia dell’‘800, <<ALIAS DOMENICA>>, 2015-01-24 [http://hdl.handle.net/10807/107184]
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