Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato allora l’immaginazione coinciderà finalmente con la realtà, il vissuto cesserà di essere illusione per divenire reale, anche se ormai è passato: forse non è ancora troppo tardi. Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato è un percorso di riconciliazione con il proprio passato che il tedesco Joachim Meyerhoff (1967), attore e drammaturgo acclamato in patria, ha trasformato in romanzo rielaborando una lunga serie di pièces teatrali autobiografiche dal titolo Alle Toten fliegen hoch. Sì, perché c’è ancora molto da capire nella sua storia personale, una storia in cui la “realtà” ha ben poco di oggettivo e in cui il binario della cosiddetta “normalità” non è che uno tra gli innumerevoli e diversi binari che solcano un mondo “in sé” inafferrabile. Joachim Meyerhoff è cresciuto a Hesterberg, il più grande ospedale psichiatrico regionale dello Schleswig-Holstein: il padre era psichiatra infantile e dell’adolescenza, direttore di un’imponente struttura che contava fino a millecinquecento ospiti. Casermoni enormi di mattoni al cui centro troneggiava la villa del direttore.
Basso, I. M., Joachim Meyerhof. Un manicomio come set: “Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato”, <<ALIAS DOMENICA>>, 2015-10-18 [http://hdl.handle.net/10807/107181]
Joachim Meyerhof. Un manicomio come set: “Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato”
Basso, Ingrid Marina
2015
Abstract
Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato allora l’immaginazione coinciderà finalmente con la realtà, il vissuto cesserà di essere illusione per divenire reale, anche se ormai è passato: forse non è ancora troppo tardi. Quando tutto tornerà a essere come non è mai stato è un percorso di riconciliazione con il proprio passato che il tedesco Joachim Meyerhoff (1967), attore e drammaturgo acclamato in patria, ha trasformato in romanzo rielaborando una lunga serie di pièces teatrali autobiografiche dal titolo Alle Toten fliegen hoch. Sì, perché c’è ancora molto da capire nella sua storia personale, una storia in cui la “realtà” ha ben poco di oggettivo e in cui il binario della cosiddetta “normalità” non è che uno tra gli innumerevoli e diversi binari che solcano un mondo “in sé” inafferrabile. Joachim Meyerhoff è cresciuto a Hesterberg, il più grande ospedale psichiatrico regionale dello Schleswig-Holstein: il padre era psichiatra infantile e dell’adolescenza, direttore di un’imponente struttura che contava fino a millecinquecento ospiti. Casermoni enormi di mattoni al cui centro troneggiava la villa del direttore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.