Il 1888 è un anno di svolta nella letteratura scandinava. Guarda caso, nella primavera dello stesso anno a Copenaghen il critico letterario e filosofo Georg Brandes tiene le sue conferenze sul pensiero di Nietzsche auspicando un rinnovamento radicale nelle letterature scandinave. Il suo saggio sul filosofo tedesco, Aristokratisk Radikalisme (Radicalismo aristocratico) uscito nel 1889 nella rivista danese Tilskueren scatena un’accesa polemica nei tre paesi scandinavi, che avrà però come risultato la divulgazione delle idee nietzscheane, un pensiero «per rocciatori dello spirito», non accessibile in traduzione fino alla seconda metà degli anni Novanta. «Il cielo chiaro sul mare aperto ai piedi delle montagne e sopra tutto un cielo di luce, un abisso di luce, una campana azzurra, un silenzio ovattato sulle acque scroscianti e le possenti catene montane. Sulla cima Zarathustra è solo con sé stesso, respirando profondamente nell’aria pura, solo col sole al suo sorgere, solo col calore del mezzogiorno che non mitiga la frescura, solo con le voci delle stelle luccicanti nella notte» scriveva Brandes. Sembra un inno ai protagonisti hamsuniani di opere quali Misteri, Pan, Victoria… Eppure in Hamsun c’è qualcosa che letterariamente è ancora più pregnante, perturbante, poiché il protagonista di Misteri non è un superuomo, o meglio è un superuomo maldestro, contraddittorio, un superuomo troppo umano. Johan Nagel di Misteri è «la contraddizione fatta persona» le cui componenti non si risolvono in unità, e non soltanto dal punto di vista narrativo. Non solo Nagel non è un eroe romantico, non vaga libero e spensierato all’avventura come il vagabondo delle poesie giovanili di Goethe, come il Taugenichts di Eichendorff, ovvero il Perdigiorno celebrato da Thomas Mann nel quale Benjamin (lo ricorda giustamente Claudio Magris nella postfazione alla traduzione di Misteri, anch’essa riproposta da Iperborea) vedeva il capostipite letterario dei protagonisti di Hamsun.

Basso, I. M., Knut Hamsun. Malinconie vichinghe di un maldestro cacciatore di estasi, <<ALIAS DOMENICA>>, 2015-05-10 [http://hdl.handle.net/10807/107171]

Knut Hamsun. Malinconie vichinghe di un maldestro cacciatore di estasi

Basso, Ingrid Marina
2015

Abstract

Il 1888 è un anno di svolta nella letteratura scandinava. Guarda caso, nella primavera dello stesso anno a Copenaghen il critico letterario e filosofo Georg Brandes tiene le sue conferenze sul pensiero di Nietzsche auspicando un rinnovamento radicale nelle letterature scandinave. Il suo saggio sul filosofo tedesco, Aristokratisk Radikalisme (Radicalismo aristocratico) uscito nel 1889 nella rivista danese Tilskueren scatena un’accesa polemica nei tre paesi scandinavi, che avrà però come risultato la divulgazione delle idee nietzscheane, un pensiero «per rocciatori dello spirito», non accessibile in traduzione fino alla seconda metà degli anni Novanta. «Il cielo chiaro sul mare aperto ai piedi delle montagne e sopra tutto un cielo di luce, un abisso di luce, una campana azzurra, un silenzio ovattato sulle acque scroscianti e le possenti catene montane. Sulla cima Zarathustra è solo con sé stesso, respirando profondamente nell’aria pura, solo col sole al suo sorgere, solo col calore del mezzogiorno che non mitiga la frescura, solo con le voci delle stelle luccicanti nella notte» scriveva Brandes. Sembra un inno ai protagonisti hamsuniani di opere quali Misteri, Pan, Victoria… Eppure in Hamsun c’è qualcosa che letterariamente è ancora più pregnante, perturbante, poiché il protagonista di Misteri non è un superuomo, o meglio è un superuomo maldestro, contraddittorio, un superuomo troppo umano. Johan Nagel di Misteri è «la contraddizione fatta persona» le cui componenti non si risolvono in unità, e non soltanto dal punto di vista narrativo. Non solo Nagel non è un eroe romantico, non vaga libero e spensierato all’avventura come il vagabondo delle poesie giovanili di Goethe, come il Taugenichts di Eichendorff, ovvero il Perdigiorno celebrato da Thomas Mann nel quale Benjamin (lo ricorda giustamente Claudio Magris nella postfazione alla traduzione di Misteri, anch’essa riproposta da Iperborea) vedeva il capostipite letterario dei protagonisti di Hamsun.
Italiano
10-mag-2015
Basso, I. M., Knut Hamsun. Malinconie vichinghe di un maldestro cacciatore di estasi, <<ALIAS DOMENICA>>, 2015-05-10 [http://hdl.handle.net/10807/107171]
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