lo scrittore, giornalista e viaggiatore olandese Jan Brokken – già noto in Italia per il suo romanzo biografico sul pianista russo Youri Egorov (Nella casa del pianista, Iperborea 2011) – attraverso un lavoro di vera e propria “archeologia della contemporaneità”, è andato alla ricerca di quei frammenti e ce ne ha raccontato la storia. Perché è questo il pregio dell’opera di Brokken: da vero narratore qual è, egli non pretende di ricollocare staticamente quei frammenti nei loro luoghi d’origine per esibirne soltanto la provenienza, ma ne segue il movimento durante la deflagrazione, una deflagrazione di cui riusciamo miracolosamente a sentire il suono, l’odore, il dolore. Attraverso un viaggio decennale che comincia nel 1999 in Estonia, Lettonia e Lituania, lo scrittore ha ripercorso i luoghi della memoria e del presente che di quella memoria si sostanzia, seguendo il suono delle voci che gridano ancora da sotto le macerie stratificate dei regimi, le voci di quelle anime baltiche che non hanno smesso di vivere, così come l’anima dei grandi non cessa di vivere ma si perpetua fecondando lo spirito del futuro, si propaga lontano dal luogo d’origine per accendere nuovi fuochi, come la scheggia di una bomba finita lontano.

Basso, I. M., La Spoon River di Jan Brokken, <<ALIAS DOMENICA>>, 2017-11-02 [http://hdl.handle.net/10807/107164]

La Spoon River di Jan Brokken

Basso, Ingrid Marina
2014

Abstract

lo scrittore, giornalista e viaggiatore olandese Jan Brokken – già noto in Italia per il suo romanzo biografico sul pianista russo Youri Egorov (Nella casa del pianista, Iperborea 2011) – attraverso un lavoro di vera e propria “archeologia della contemporaneità”, è andato alla ricerca di quei frammenti e ce ne ha raccontato la storia. Perché è questo il pregio dell’opera di Brokken: da vero narratore qual è, egli non pretende di ricollocare staticamente quei frammenti nei loro luoghi d’origine per esibirne soltanto la provenienza, ma ne segue il movimento durante la deflagrazione, una deflagrazione di cui riusciamo miracolosamente a sentire il suono, l’odore, il dolore. Attraverso un viaggio decennale che comincia nel 1999 in Estonia, Lettonia e Lituania, lo scrittore ha ripercorso i luoghi della memoria e del presente che di quella memoria si sostanzia, seguendo il suono delle voci che gridano ancora da sotto le macerie stratificate dei regimi, le voci di quelle anime baltiche che non hanno smesso di vivere, così come l’anima dei grandi non cessa di vivere ma si perpetua fecondando lo spirito del futuro, si propaga lontano dal luogo d’origine per accendere nuovi fuochi, come la scheggia di una bomba finita lontano.
Italiano
2-nov-2017
Basso, I. M., La Spoon River di Jan Brokken, <<ALIAS DOMENICA>>, 2017-11-02 [http://hdl.handle.net/10807/107164]
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