Il lavoro educativo si confronta da sempre con la costruzione dell’identità e la ricerca di riconoscimento. Mettere in parola i saperi professionali è una questione non semplice per i professionisti dell’educazione. Cosa raccontare? Come, e soprattutto perché? Provare a dare risposta a queste domande significa riflettere sul ruolo che la narrazione assume nella pratica professionale. I discorsi professionali rappresentano spazi di riflessione essenziali. Sono luoghi di trasmissione del sapere, ma pure luoghi di costruzione delle conoscenze, del confronto tra esperienze e conoscenze. Nei discorsi professionali si precisano concetti, si verificano ipotesi e argomentano le analisi. Il racconto introduce un principio di coerenza e di continuità nella rappresentazione della vita, principio che è all’origine del sentimento di appropriazione di sé nel tempo e di riconoscimento delle forme d’identità soggettive, secondo le quali un individuo costruisce il senso della sua esperienza. Certo, il discorso educativo non privilegia un linguaggio “forte”, ma indubbiamente, lo sguardo specifico sui fatti ed il modo di problematizzare, giustificare ed argomentare costituisce uno specifico. Riconoscere il racconto scritto o orale come un’attività professionale è azione strettamente connessa al senso e significa autorizzare i professionisti dell’educazione a produrre discorsi propri.

Cadei, L., Quante storie! Narrare il lavoro educativo, La Scuola MORCELLIANA, Brescia 2017: 141 [http://hdl.handle.net/10807/106998]

Quante storie! Narrare il lavoro educativo

Cadei, Livia
2017

Abstract

Il lavoro educativo si confronta da sempre con la costruzione dell’identità e la ricerca di riconoscimento. Mettere in parola i saperi professionali è una questione non semplice per i professionisti dell’educazione. Cosa raccontare? Come, e soprattutto perché? Provare a dare risposta a queste domande significa riflettere sul ruolo che la narrazione assume nella pratica professionale. I discorsi professionali rappresentano spazi di riflessione essenziali. Sono luoghi di trasmissione del sapere, ma pure luoghi di costruzione delle conoscenze, del confronto tra esperienze e conoscenze. Nei discorsi professionali si precisano concetti, si verificano ipotesi e argomentano le analisi. Il racconto introduce un principio di coerenza e di continuità nella rappresentazione della vita, principio che è all’origine del sentimento di appropriazione di sé nel tempo e di riconoscimento delle forme d’identità soggettive, secondo le quali un individuo costruisce il senso della sua esperienza. Certo, il discorso educativo non privilegia un linguaggio “forte”, ma indubbiamente, lo sguardo specifico sui fatti ed il modo di problematizzare, giustificare ed argomentare costituisce uno specifico. Riconoscere il racconto scritto o orale come un’attività professionale è azione strettamente connessa al senso e significa autorizzare i professionisti dell’educazione a produrre discorsi propri.
2017
Italiano
Monografia o trattato scientifico
La Scuola MORCELLIANA
Cadei, L., Quante storie! Narrare il lavoro educativo, La Scuola MORCELLIANA, Brescia 2017: 141 [http://hdl.handle.net/10807/106998]
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