Lo sviluppo motorio non può e non deve essere trattato in modo disgiunto dagli altri aspetti della personalità del bambino quali l’intelligenza, la socialità e l’affettività. Favorire in modo appropriato la crescita delle capacità e delle abilità di movimento significa agire direttamente ed in modo estremamente efficace anche sulla disponibilità verso gli altri , sulla capacità di saper operare scelte intelligenti e sulla conoscenza di sé che porta alla consapevolezza ed all’autocontrollo. In tale contesto, caratterizzato da finalità multiple, quale didattica scegliere e come orientare la ricerca educativa ? La prima considerazione è indubbiamente quella che a fronte di finalità differenziate il target ossia la persona, seppur nella sua complessità, è una e unica. La ricerca non deve mai perdere di vista il contesto unitario dell’essere uomo. Le considerazioni alla base delle scelte metodologiche e di didattica del movimento sono state influenzate, nel corso degli ultimi trenta anni, dalle conoscenze e dagli studi provenienti dai vari settori scientifici che si occupano di movimento ( fisiologia, neuro-anatomia, psico-pedagogia, sociologia etc.) Oggi non possiamo attestare l’esistenza di una didattica del movimento che si possa definire efficace per l’uomo di tutte le età. Al contrario, esistono differenti metodologie ed approcci didattici riconducibili nella sostanza a due ambiti di scelta :  Metodi deduttivi – Centralità dell’insegnante e del programma – Stile di insegnamento direttivo – Attività programmate e prescritte – Apprendimento veloce per le abilità “chiuse” – Coinvolgimento cognitivo limitato  Metodi induttivi – Centralità dell’allievo – Stile di insegnamento non direttivo – Attività indotte dalle risoluzioni personali e dall’ambiente – Apprendimento lento , con tempi di ritenzione più lunghi – Coivolgimento cognitivo rilevante La ricerca educativa può muoversi all’interno di questi due grandi contesti o, al contrario può attestarne e validarne altri , pur sempre nel rispetto dell’unitarietà della persona. La scuola è il contesto nel quale dovrebbe avvenire la trasmissione della cultura. Dobbiamo però rilevare che si trova, per varie ragioni, ancora lontana dal poter trasmettere in modo efficace la cultura dello sport e della corporeità in genere. Nella scuola primaria non abbiamo insegnanti preparati per proporla e ciò è paradossale se pensiamo che ci troviamo nel periodo evolutivo chiamato “periodo d’oro della motricità. Il bambino di questa età, grazie ad un rapporto favorevole peso-statura è in grado di apprendere e di combinare con maggior facilità e possibilità di riuscita gesti nuovi anche se complessi. Questa carenza del nostro sistema educativo provoca un progressivo impoverimento della motricità dei bambini al punto che alle scuole medie ed alle superiori si notano studenti che padroneggiano sempre di meno gli schemi motori di base evidenziando difficoltà di controllo e di coordinazione.

Casolo, F., Il corpo e il movimento nella ricerca didattica: indirizzi scientifico-disciplinari e chiavi teorico-argomentative, in Maurizio Sibili, M. S. (ed.), IL CORPO E IL MOVIMENTO NELLA RICERCA DIDATTICA, Liguori Editore, ITALIA 2011: 227- 233 [http://hdl.handle.net/10807/10675]

Il corpo e il movimento nella ricerca didattica: indirizzi scientifico-disciplinari e chiavi teorico-argomentative

Casolo, Francesco
2011

Abstract

Lo sviluppo motorio non può e non deve essere trattato in modo disgiunto dagli altri aspetti della personalità del bambino quali l’intelligenza, la socialità e l’affettività. Favorire in modo appropriato la crescita delle capacità e delle abilità di movimento significa agire direttamente ed in modo estremamente efficace anche sulla disponibilità verso gli altri , sulla capacità di saper operare scelte intelligenti e sulla conoscenza di sé che porta alla consapevolezza ed all’autocontrollo. In tale contesto, caratterizzato da finalità multiple, quale didattica scegliere e come orientare la ricerca educativa ? La prima considerazione è indubbiamente quella che a fronte di finalità differenziate il target ossia la persona, seppur nella sua complessità, è una e unica. La ricerca non deve mai perdere di vista il contesto unitario dell’essere uomo. Le considerazioni alla base delle scelte metodologiche e di didattica del movimento sono state influenzate, nel corso degli ultimi trenta anni, dalle conoscenze e dagli studi provenienti dai vari settori scientifici che si occupano di movimento ( fisiologia, neuro-anatomia, psico-pedagogia, sociologia etc.) Oggi non possiamo attestare l’esistenza di una didattica del movimento che si possa definire efficace per l’uomo di tutte le età. Al contrario, esistono differenti metodologie ed approcci didattici riconducibili nella sostanza a due ambiti di scelta :  Metodi deduttivi – Centralità dell’insegnante e del programma – Stile di insegnamento direttivo – Attività programmate e prescritte – Apprendimento veloce per le abilità “chiuse” – Coinvolgimento cognitivo limitato  Metodi induttivi – Centralità dell’allievo – Stile di insegnamento non direttivo – Attività indotte dalle risoluzioni personali e dall’ambiente – Apprendimento lento , con tempi di ritenzione più lunghi – Coivolgimento cognitivo rilevante La ricerca educativa può muoversi all’interno di questi due grandi contesti o, al contrario può attestarne e validarne altri , pur sempre nel rispetto dell’unitarietà della persona. La scuola è il contesto nel quale dovrebbe avvenire la trasmissione della cultura. Dobbiamo però rilevare che si trova, per varie ragioni, ancora lontana dal poter trasmettere in modo efficace la cultura dello sport e della corporeità in genere. Nella scuola primaria non abbiamo insegnanti preparati per proporla e ciò è paradossale se pensiamo che ci troviamo nel periodo evolutivo chiamato “periodo d’oro della motricità. Il bambino di questa età, grazie ad un rapporto favorevole peso-statura è in grado di apprendere e di combinare con maggior facilità e possibilità di riuscita gesti nuovi anche se complessi. Questa carenza del nostro sistema educativo provoca un progressivo impoverimento della motricità dei bambini al punto che alle scuole medie ed alle superiori si notano studenti che padroneggiano sempre di meno gli schemi motori di base evidenziando difficoltà di controllo e di coordinazione.
2011
Italiano
IL CORPO E IL MOVIMENTO NELLA RICERCA DIDATTICA
978-88-207-5698-7
Casolo, F., Il corpo e il movimento nella ricerca didattica: indirizzi scientifico-disciplinari e chiavi teorico-argomentative, in Maurizio Sibili, M. S. (ed.), IL CORPO E IL MOVIMENTO NELLA RICERCA DIDATTICA, Liguori Editore, ITALIA 2011: 227- 233 [http://hdl.handle.net/10807/10675]
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