This work suggests new reading strategies for a novel that represents a singular event, not only in Italo Calvino’s narrative production, but also in the history of Nineteenth-Century literature. The Castle of Crossed Destinies (1973) is approached in a cartographical way, as an attempt to give the map of a labyrinthine world, complicated by inexhaustible meanings and, in any case, destined to be swallowed by Modernity’s wheel. Though conserving the features of the encyclopaedic novel, the Castle is shown as a book that tries to dodge the desire to represent the world as a whole, as a totality: on the contrary, it chooses to go through the paths of potentiality and metamorphosis, seeking the prime factors of every possible story. The Castle is a sort of Tower of Babel, an Ark of the Covenant: Savio’s thesis underlines that this novel grows out of the need to check the reasons of literature and to rethink the role of intellectuals: in the end of the Sixties, allegorically and figurally, Calvino sets up an alarmed reflection about the coexistence of mankind, foretelling the apocalypse of a world that is called to rescue its old faith in planning and utopia.

Nel presente lavoro vengono suggerite nuove strategie di lettura per un’opera che costituisce un unicum, non solo nella produzione narrativa di Italo Calvino, ma certamente anche nella storia letteraria del Novecento. Il castello dei destini incrociati (1973) viene interpretato in senso cartografico, come il tentativo di mappare un mondo labirintico, dai significati inesauribili e comunque destinato a farsi inghiottire dal gorgo della modernità. Pur conservando i tratti del romanzo enciclopedico, viene messo in luce come il Castello si sottragga al desiderio di rappresentare la totalità, scegliendo piuttosto la strada del potenziale e della metamorfosi, nel tentativo di individuare i fattori primi di ogni storia narrabile. Un po’ torre di Babele e un po’ arca dell’alleanza, emerge nel lavoro come il libro nasca dal bisogno di verificare le ragioni della letteratura e di rivisitare il ruolo dell’intellettuale: sul finire degli anni sessanta, Calvino allestisce in chiave allegorica e figurale un’allarmata riflessione sulla convivenza, profetizzando l’apocalisse di un mondo che è chiamato a recuperare l’antica fiducia nella progettazione e nell’utopia.

SAVIO, DAVIDE, LE CARTE, IL CAOS, IL COSMO: ITALO CALVINO NEL "CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI", LANGELLA, GIUSEPPE, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXVI [https://hdl.handle.net/10807/286349]

LE CARTE, IL CAOS, IL COSMO: ITALO CALVINO NEL "CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI"

Savio, Davide
2014

Abstract

This work suggests new reading strategies for a novel that represents a singular event, not only in Italo Calvino’s narrative production, but also in the history of Nineteenth-Century literature. The Castle of Crossed Destinies (1973) is approached in a cartographical way, as an attempt to give the map of a labyrinthine world, complicated by inexhaustible meanings and, in any case, destined to be swallowed by Modernity’s wheel. Though conserving the features of the encyclopaedic novel, the Castle is shown as a book that tries to dodge the desire to represent the world as a whole, as a totality: on the contrary, it chooses to go through the paths of potentiality and metamorphosis, seeking the prime factors of every possible story. The Castle is a sort of Tower of Babel, an Ark of the Covenant: Savio’s thesis underlines that this novel grows out of the need to check the reasons of literature and to rethink the role of intellectuals: in the end of the Sixties, allegorically and figurally, Calvino sets up an alarmed reflection about the coexistence of mankind, foretelling the apocalypse of a world that is called to rescue its old faith in planning and utopia.
12-apr-2014
XXVI
SCUOLA DI DOTTORATO IN STUDI UMANISTICI. TRADIZIONE E CONTEMPORANEITA'
Nel presente lavoro vengono suggerite nuove strategie di lettura per un’opera che costituisce un unicum, non solo nella produzione narrativa di Italo Calvino, ma certamente anche nella storia letteraria del Novecento. Il castello dei destini incrociati (1973) viene interpretato in senso cartografico, come il tentativo di mappare un mondo labirintico, dai significati inesauribili e comunque destinato a farsi inghiottire dal gorgo della modernità. Pur conservando i tratti del romanzo enciclopedico, viene messo in luce come il Castello si sottragga al desiderio di rappresentare la totalità, scegliendo piuttosto la strada del potenziale e della metamorfosi, nel tentativo di individuare i fattori primi di ogni storia narrabile. Un po’ torre di Babele e un po’ arca dell’alleanza, emerge nel lavoro come il libro nasca dal bisogno di verificare le ragioni della letteratura e di rivisitare il ruolo dell’intellettuale: sul finire degli anni sessanta, Calvino allestisce in chiave allegorica e figurale un’allarmata riflessione sulla convivenza, profetizzando l’apocalisse di un mondo che è chiamato a recuperare l’antica fiducia nella progettazione e nell’utopia.
LANGELLA, GIUSEPPE
BEARZOT, CINZIA SUSANNA
SAVIO, DAVIDE, LE CARTE, IL CAOS, IL COSMO: ITALO CALVINO NEL "CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI", LANGELLA, GIUSEPPE, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXVI [https://hdl.handle.net/10807/286349]
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
tesiphd_completa_Savio.pdf

non disponibili

Descrizione: Tesi Savio Le carte, il caos, il cosmo
Tipologia file ?: Tesi di dottorato
Note: tesi
Dimensione 2.1 MB
Formato Adobe PDF
2.1 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10280/3160
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact