RAGIONE E STORIA. LA FILOSOFIA DELLA RELIGIONE DELL'ULTIMO SCHELLING

This thesis aims to present Schelling’s late philosophy as a philosophy of religion. After a careful reconstruction of the final configuration of Schelling’s system and of the complex interplay between negative philosophy and positive philosophy (Chapter I), a diachronic analysis of Schelling’s thought on mythology and revelation is undertaken, focusing especially on the Spätphilosophie (1827-1854). Particular attention is given to the notion of theonomy of the original consciousness, the heterodox reinterpretation of original sin, and the concept of revelation with its historical and epistemological implications. In this analysis, the pivotal role of the relationship between the historical-eventful element and the metaphysical-rational element, which remain mutually irreducible, emerges insistently (Chapters II-V). The last two chapters revolve around the theoretical question of the relationship between reason and history. They are devoted to Schelling’s late philosophy of history, interpreted through the fundamental concept of ‘epoch’ (Chapter VI) and to the notion of ‘philosophical religion’, the authentic keystone of the entire Spätphilosophie (Chapter VII). Based on these insights, an innovative understanding of secularization and today’s religious landscape is developed.

La tesi intende valorizzare la filosofia dell’ultimo Schelling come filosofia della religione. Dopo un’attenta ricostruzione della configurazione definitiva del sistema di Schelling e della complessa relazione tra filosofia negativa e filosofia positiva (capitolo I), si procede ad una analisi diacronica della riflessione di Schelling sulla mitologia e sulla rivelazione, concentrandosi specialmente sulla Spätphilosophie (1827-1854). Particolare attenzione viene accordata alla nozione di teonomia della coscienza originaria, alla rilettura eterodossa del peccato originale, nonché al concetto di rivelazione e alle sue implicazioni storiche ed epistemologiche. In tale analisi emerge con insistenza la centralità del rapporto tra l’elemento storico-evenemenziale e quello metafisico-razionale, che si mantengono irriducibili l’uno all’altro (capitoli II-V). Sulla questione teoretica del rapporto tra ragione e storia vertono gli ultimi due capitoli. Essi sono dedicati alla filosofia della storia dell’ultimo Schelling, riletta attraverso il concetto fondamentale di ‘epoca’ (capitolo VI) e alla nozione di ‘religione filosofica’, autentica chiave di volta dell’intera Spätphilosophie (capitolo VII). A partire da tali riflessioni si sviluppa un’innovativa interpretazione del fenomeno della secolarizzazione e del panorama religioso odierno.