The subject of the present work is the study of the paleochristian exegesis of the “tales” included in the Book of Daniel, in a pluridisciplinary perspective which examines the evidences coming from both iconography and literature. The work takes into account the documentation from the origins of iconography (end of the II century), to the so-called “Constantinian period”, including materials coming from every geographic context of ancient Christianity. The research is divided in three sections, according to the principal hermeneutic traditions of the “typological”, “allegoric” and “literary” reception of the biblical text, mainly highlighting the role assumed by the “tales” in the formation of the ancient martyrdom theology. The analysis assumes an historical-critical method, mainly focusing on the comparison between two different documentary categories, which attest the variety and the heterogeneity of the biblical interpretation activated in the first communities. The inclusion of the figurative source derives from its revaluation: more than “biblia pauperum”, the ancient iconography, produced in the context of liturgy, expresses an independent and original tradition of the “tales” reception. Under this point of view, the complex interpretation of the Book of Daniel offers a good paradigm to understand, in a wider sense, the processes determining the formation of paleochristian thought.

Oggetto della tesi è lo studio dell’esegesi paleocristiana dei “racconti” contenuti nel libro di Daniele, in una prospettiva pludisciplinare che esamina le testimonianze provenienti dall’iconografia e dalla letteratura. Il lavoro prende in considerazione la documentazione dalle origini della produzione figurativa (fine II sec) alla cosiddetta “svolta costantiniana”, includendo materiali provenienti da tutti i contesti geografici dei primi cristianesimi. L’elaborato si articola in tre sezioni che ricostruiscono le principali tradizioni ermeneutiche della ricezione “tipologica”, “allegorica” e “letteraria” del testo biblico, sottolineando in particolare il ruolo che i “racconti” ebbero nella formazione della teologia del martirio antico. L’analisi assume un metodo storico-critico particolarmente attento all’integrazione e al raffronto fra tipologie documentarie distinte, che testimoniano la varietà e l’eterogeneità dell’interpretazione biblica applicata presso le primitive comunità cristiane. L’inclusione della fonte figurativa muove dal presupposto della sua rivalutazione: più che “biblia pauperum”, l’iconografia delle origini, prodotta in ambito liturgico, testimonia una tradizione indipendente e originale della ricezione dei “racconti”. Da questo punto di vista, la complessa interpretazione del libro di Daniele fornisce un valido paradigma per comprendere, in senso più ampio, i meccanismi che determinano la formazione del pensiero cristiano antico.

VALENTI, CELESTE, SIMILES ANANIAE, AZARIAE ET MISAHELI EXSTITERUNT. THE RECEPTION OF DANIEL TALES IN EARLY CHRISTIANITIES (II - IV CENTURY), VISONA', GIUSEPPE, NORELLI, ENRICO, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXVIII [https://hdl.handle.net/10807/285553]

SIMILES ANANIAE, AZARIAE ET MISAHELI EXSTITERUNT. THE RECEPTION OF DANIEL TALES IN EARLY CHRISTIANITIES (II - IV CENTURY)

Valenti, Celeste
2016

Abstract

The subject of the present work is the study of the paleochristian exegesis of the “tales” included in the Book of Daniel, in a pluridisciplinary perspective which examines the evidences coming from both iconography and literature. The work takes into account the documentation from the origins of iconography (end of the II century), to the so-called “Constantinian period”, including materials coming from every geographic context of ancient Christianity. The research is divided in three sections, according to the principal hermeneutic traditions of the “typological”, “allegoric” and “literary” reception of the biblical text, mainly highlighting the role assumed by the “tales” in the formation of the ancient martyrdom theology. The analysis assumes an historical-critical method, mainly focusing on the comparison between two different documentary categories, which attest the variety and the heterogeneity of the biblical interpretation activated in the first communities. The inclusion of the figurative source derives from its revaluation: more than “biblia pauperum”, the ancient iconography, produced in the context of liturgy, expresses an independent and original tradition of the “tales” reception. Under this point of view, the complex interpretation of the Book of Daniel offers a good paradigm to understand, in a wider sense, the processes determining the formation of paleochristian thought.
4-mag-2016
XXVIII
SCUOLA DI DOTTORATO IN STUDI UMANISTICI. TRADIZIONE E CONTEMPORANEITA'
Oggetto della tesi è lo studio dell’esegesi paleocristiana dei “racconti” contenuti nel libro di Daniele, in una prospettiva pludisciplinare che esamina le testimonianze provenienti dall’iconografia e dalla letteratura. Il lavoro prende in considerazione la documentazione dalle origini della produzione figurativa (fine II sec) alla cosiddetta “svolta costantiniana”, includendo materiali provenienti da tutti i contesti geografici dei primi cristianesimi. L’elaborato si articola in tre sezioni che ricostruiscono le principali tradizioni ermeneutiche della ricezione “tipologica”, “allegorica” e “letteraria” del testo biblico, sottolineando in particolare il ruolo che i “racconti” ebbero nella formazione della teologia del martirio antico. L’analisi assume un metodo storico-critico particolarmente attento all’integrazione e al raffronto fra tipologie documentarie distinte, che testimoniano la varietà e l’eterogeneità dell’interpretazione biblica applicata presso le primitive comunità cristiane. L’inclusione della fonte figurativa muove dal presupposto della sua rivalutazione: più che “biblia pauperum”, l’iconografia delle origini, prodotta in ambito liturgico, testimonia una tradizione indipendente e originale della ricezione dei “racconti”. Da questo punto di vista, la complessa interpretazione del libro di Daniele fornisce un valido paradigma per comprendere, in senso più ampio, i meccanismi che determinano la formazione del pensiero cristiano antico.
VISONA', GIUSEPPE
NORELLI, ENRICO
BEARZOT, CINZIA SUSANNA
VALENTI, CELESTE, SIMILES ANANIAE, AZARIAE ET MISAHELI EXSTITERUNT. THE RECEPTION OF DANIEL TALES IN EARLY CHRISTIANITIES (II - IV CENTURY), VISONA', GIUSEPPE, NORELLI, ENRICO, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXVIII [https://hdl.handle.net/10807/285553]
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