Our work aims at building a unitary, systematic tableau of the Italian narrative after Verga. We have focused on literary and language aspects <<because of the double feature of Verismo as an artistic writing where the research of theme and style influence each other in a tangled relationship>>. Tracing a real or presumed 'local color', we have examined over one hundred and fifty short stories ( 'In magna Sila' by Nicola Misasi; 'Novelle Napolitane' by Salvatore Di Giacomo; 'Dal vero' by Matilde Serao; 'Trecce nere' by Domenico Ciampoli; 'Terra vergine' by Gabriele D'Annunzio; 'In Provincia' by Mario Pratesi; 'Sotto gli alberi' by Emilio De Marchi; 'Le anime semplici. Storie umili' by Remigio Zena). The language has been studied based on norms and everyday usage of those times. The latter has been shaped through the works of scholars who have analyzed different aspects of the Italian language from the 19th century, in literature, journalism, and also in more colloquial, familiar letters. The section about literature preceding the portrait pictured above offers a comparative survey of the specific traits of Verga's Verismo according to the variations made, in the already mentioned collections of short stories, by the authors involved in this research.

Il presente lavoro si propone di iniziare a configurare un quadro unitario e sistematico della narrativa postverghiana sia sul piano letterario sia sul piano linguistico <<per la connotazione ambivalente del verismo come scrittura artistica in cui ricerca tematica e stilistica si condizionano in un rapporto inestricabile>>. Alla ricerca delle tracce di un vero o presunto “color locale” si sono scandagliate oltre centocinquanta novelle (Nicola Misasi, “In magna Sila”; Salvatore Di Giacomo, “Novelle Napolitane”; Matilde Serao, “Dal vero”; Domenico Ciampoli, “Trecce nere”; Gabriele D'Annunzio, “Terra vergine”; Mario Pratesi, “In Provincia”; Emilio De Marchi, “Sotto gli alberi”; Remigio Zena, “Le anime semplici. Storie umili”) la cui lingua è stata misurata sia rispetto agli strumenti normativi coevi sia rispetto all’uso corrente, ricostruito attraverso i lavori di studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione su aspetti diversi dell’italiano del XIX secolo: dalla lingua letteraria a quella giornalistica passando attraverso l’ambito colloquiale/famigliare che emerge dallo studio degli epistolari. L'introduzione letteraria che precede il quadro appena descritto propone un'analisi comparativa dei tratti caratterizzanti il verismo verghiano secondo la declinazione che ne offrono, nelle varie raccolte prese in analisi, gli autori coinvolti in questo studio.

BAITA, BRUNELLA, COLOR LOCALE NELLA NARRATIVA REGIONALE ITALIANA DEL SECONDO OTTOCENTO, PACCAGNINI, ERMANNO, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXVII [https://hdl.handle.net/10807/285253]

COLOR LOCALE NELLA NARRATIVA REGIONALE ITALIANA DEL SECONDO OTTOCENTO

Baita, Brunella
2016

Abstract

Our work aims at building a unitary, systematic tableau of the Italian narrative after Verga. We have focused on literary and language aspects <>. Tracing a real or presumed 'local color', we have examined over one hundred and fifty short stories ( 'In magna Sila' by Nicola Misasi; 'Novelle Napolitane' by Salvatore Di Giacomo; 'Dal vero' by Matilde Serao; 'Trecce nere' by Domenico Ciampoli; 'Terra vergine' by Gabriele D'Annunzio; 'In Provincia' by Mario Pratesi; 'Sotto gli alberi' by Emilio De Marchi; 'Le anime semplici. Storie umili' by Remigio Zena). The language has been studied based on norms and everyday usage of those times. The latter has been shaped through the works of scholars who have analyzed different aspects of the Italian language from the 19th century, in literature, journalism, and also in more colloquial, familiar letters. The section about literature preceding the portrait pictured above offers a comparative survey of the specific traits of Verga's Verismo according to the variations made, in the already mentioned collections of short stories, by the authors involved in this research.
25-feb-2016
XXVII
CORSO DI DOTTORATO IN STORIA E LETTERATURA DELL'ETA' MODERNA E CONTEMPORANEA AFFERENTE ALLA SCUOLA DI DOTTORATO IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE
Il presente lavoro si propone di iniziare a configurare un quadro unitario e sistematico della narrativa postverghiana sia sul piano letterario sia sul piano linguistico <<per la connotazione ambivalente del verismo come scrittura artistica in cui ricerca tematica e stilistica si condizionano in un rapporto inestricabile>>. Alla ricerca delle tracce di un vero o presunto “color locale” si sono scandagliate oltre centocinquanta novelle (Nicola Misasi, “In magna Sila”; Salvatore Di Giacomo, “Novelle Napolitane”; Matilde Serao, “Dal vero”; Domenico Ciampoli, “Trecce nere”; Gabriele D'Annunzio, “Terra vergine”; Mario Pratesi, “In Provincia”; Emilio De Marchi, “Sotto gli alberi”; Remigio Zena, “Le anime semplici. Storie umili”) la cui lingua è stata misurata sia rispetto agli strumenti normativi coevi sia rispetto all’uso corrente, ricostruito attraverso i lavori di studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione su aspetti diversi dell’italiano del XIX secolo: dalla lingua letteraria a quella giornalistica passando attraverso l’ambito colloquiale/famigliare che emerge dallo studio degli epistolari. L'introduzione letteraria che precede il quadro appena descritto propone un'analisi comparativa dei tratti caratterizzanti il verismo verghiano secondo la declinazione che ne offrono, nelle varie raccolte prese in analisi, gli autori coinvolti in questo studio.
PACCAGNINI, ERMANNO
ZARDIN, DANILO
BAITA, BRUNELLA, COLOR LOCALE NELLA NARRATIVA REGIONALE ITALIANA DEL SECONDO OTTOCENTO, PACCAGNINI, ERMANNO, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano:Ciclo XXVII [https://hdl.handle.net/10807/285253]
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