Il contributo si occupa della diffusione di alcuni importanti comportamenti a rischio (come avere rapporti sessuali occasionali non protetti, il consumo di droghe, l’abuso di alcol), mettendoli in relazione con norme sociali, tipologia di rapporto con i genitori e dimensione morale. Se esistono molte ricerche su questo tema, rare sono quelle su un campione rappresentativo che non si limitano a descrivere i comportamenti, ma anche a comprendere i fattori che li favoriscono «in ottica di intervento» (ivi, p. 182). Studiare le condizioni di vulnerabilità psicologica e sociale dei giovani è particolarmente importante, dato che in questa fase del ciclo di vita l’iniziazione e l’escalation di comportamenti a rischio «possono strutturarsi in difficoltà che perdurano per tutto il corso dell’esistenza della persona» (ivi, p. 158). I dati indicano che non si tratta di comportamenti nel complesso marginali, dato che quasi un intervistato su due dichiara di aver tenuto almeno una delle condotte a rischio negli ultimi dodici mesi; la frequenza è però spesso occasionale. In questo contributo emerge un quadro articolato e non scontato. Alti, ad esempio, risultano i punteggi sulla dimensione dei fondamenti morali, mostrando come larga parte dei giovani possieda principi morali e riconosca il valore delle norme sociali. Si conferma, inoltre, come lo sviluppo della dimensione morale e la qualità della relazione con i genitori siano in rapporto tra di loro e abbiano una funzione protettiva relativamente ai comportamenti a rischio e alla loro frequenza.
Marta, E., Alfieri, S., Bonanomi, A., Aresi, G. U., Relazioni familiari e dominio morale come fattori di protezione dal rischio, in Istituto Giuseppe Toniol, I. G. T. (ed.), La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2017, Il Mulino, Bologna 2017: 157- 183 [http://hdl.handle.net/10807/98018]
Relazioni familiari e dominio morale come fattori di protezione dal rischio
Marta, ElenaPrimo
;Alfieri, SaraSecondo
;Bonanomi, AndreaPenultimo
;Aresi, Giovanni UmbertoUltimo
2017
Abstract
Il contributo si occupa della diffusione di alcuni importanti comportamenti a rischio (come avere rapporti sessuali occasionali non protetti, il consumo di droghe, l’abuso di alcol), mettendoli in relazione con norme sociali, tipologia di rapporto con i genitori e dimensione morale. Se esistono molte ricerche su questo tema, rare sono quelle su un campione rappresentativo che non si limitano a descrivere i comportamenti, ma anche a comprendere i fattori che li favoriscono «in ottica di intervento» (ivi, p. 182). Studiare le condizioni di vulnerabilità psicologica e sociale dei giovani è particolarmente importante, dato che in questa fase del ciclo di vita l’iniziazione e l’escalation di comportamenti a rischio «possono strutturarsi in difficoltà che perdurano per tutto il corso dell’esistenza della persona» (ivi, p. 158). I dati indicano che non si tratta di comportamenti nel complesso marginali, dato che quasi un intervistato su due dichiara di aver tenuto almeno una delle condotte a rischio negli ultimi dodici mesi; la frequenza è però spesso occasionale. In questo contributo emerge un quadro articolato e non scontato. Alti, ad esempio, risultano i punteggi sulla dimensione dei fondamenti morali, mostrando come larga parte dei giovani possieda principi morali e riconosca il valore delle norme sociali. Si conferma, inoltre, come lo sviluppo della dimensione morale e la qualità della relazione con i genitori siano in rapporto tra di loro e abbiano una funzione protettiva relativamente ai comportamenti a rischio e alla loro frequenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.