L’ampia e articolata attività di ricerca svolta ha condotto all’identificazione di alcune linee di tendenza che possono rappresentare sollecitazioni per ridefinire in modo più efficace ed efficiente il welfare futuro. la proposta che qui presentiamo non solo rifiuta il modello assistenzialistico che crea dipendenza dell’utente e insieme spreco di risorse, ma rifiuta anche tutti quei modelli che non sono in grado di valorizzare le relazioni, ma le consumano dentro un astratto schematismo economicista che affida al mercato la soluzione dei problemi sociali.La proposta di un welfare responsabile si presenta articolata e complessa, tuttavia può essere ricon-dotta ad alcuni elementi fondamentali. 1. Il primo è costituito dal processo di «attivazione capacitante», che supera l’idea di un welfa-re assistenzialista, attraverso un percorso che mobilita e valorizza le risorse presenti nel con-testo sociale. È questa una concezione dell’attore sociale come persona, portatrice di una dimensione valoriale fondamentale, irriducibile agli schemi astratti e alle sovrastrutture so-ciali. 2. Il secondo tassello di questa costruzione è quello della «integrazione condivisa», un modo di intendere la relazione tra gli stessi attori (attivati nel processo precedente) che vede al suo centro la possibilità di integrare, cioè di mettere insieme in modo armonico e coeso, gli attori attraverso una particolare forma di governance a rete (Cfr. infra Appendice Parole Chiave). 3. Il terzo tassello di questa costruzione riguarda lo spazio all’interno del quale gli attori si muovono. Si tratta di una dimensione caratterizzata dalla prossimità, cioè da una configura-zione dello spazio che faciliti le relazioni sociali, eviti la delega in bianco a luoghi distanti dai problemi ma anche dalle possibili soluzioni. È uno «spazio sociale di prossimità» (Cfr. infra Appendice Parole Chiave) in cui l’integrazione reticolare tra gli attori ha concrete possibilità di avvenire. 4. Un ultimo tassello riguarda quale dimensione prevalga nel progetto di un welfare responsa-bile. Si tratta di una dimensione intermedia tra il micro e il macro, cioè il più volte richiamato livello «meso», che nell’analisi empirica è chiaramente emerso nella sua centralità. Questa dimensione richiama in particolare una concezione delle relazioni sociali basata sul dialogo, sul consenso, eventualmente anche sul conflitto, ma destinata a costruire intermediazione e quindi coesione sociale.

Lombi, L., Marzulli, M., Moscatelli, M., Pavesi, N., Una proposta aperta: i suoi tratti distintivi, in Cesareo, V. (ed.), Welfare responsabile, Vita e Pensiero, Milano 2017: 485- 518 [http://hdl.handle.net/10807/96888]

Una proposta aperta: i suoi tratti distintivi

Lombi, Linda
Primo
;
Marzulli, Michele
Secondo
;
Moscatelli, Matteo
Penultimo
;
Pavesi, Nicoletta
Ultimo
2017

Abstract

L’ampia e articolata attività di ricerca svolta ha condotto all’identificazione di alcune linee di tendenza che possono rappresentare sollecitazioni per ridefinire in modo più efficace ed efficiente il welfare futuro. la proposta che qui presentiamo non solo rifiuta il modello assistenzialistico che crea dipendenza dell’utente e insieme spreco di risorse, ma rifiuta anche tutti quei modelli che non sono in grado di valorizzare le relazioni, ma le consumano dentro un astratto schematismo economicista che affida al mercato la soluzione dei problemi sociali.La proposta di un welfare responsabile si presenta articolata e complessa, tuttavia può essere ricon-dotta ad alcuni elementi fondamentali. 1. Il primo è costituito dal processo di «attivazione capacitante», che supera l’idea di un welfa-re assistenzialista, attraverso un percorso che mobilita e valorizza le risorse presenti nel con-testo sociale. È questa una concezione dell’attore sociale come persona, portatrice di una dimensione valoriale fondamentale, irriducibile agli schemi astratti e alle sovrastrutture so-ciali. 2. Il secondo tassello di questa costruzione è quello della «integrazione condivisa», un modo di intendere la relazione tra gli stessi attori (attivati nel processo precedente) che vede al suo centro la possibilità di integrare, cioè di mettere insieme in modo armonico e coeso, gli attori attraverso una particolare forma di governance a rete (Cfr. infra Appendice Parole Chiave). 3. Il terzo tassello di questa costruzione riguarda lo spazio all’interno del quale gli attori si muovono. Si tratta di una dimensione caratterizzata dalla prossimità, cioè da una configura-zione dello spazio che faciliti le relazioni sociali, eviti la delega in bianco a luoghi distanti dai problemi ma anche dalle possibili soluzioni. È uno «spazio sociale di prossimità» (Cfr. infra Appendice Parole Chiave) in cui l’integrazione reticolare tra gli attori ha concrete possibilità di avvenire. 4. Un ultimo tassello riguarda quale dimensione prevalga nel progetto di un welfare responsa-bile. Si tratta di una dimensione intermedia tra il micro e il macro, cioè il più volte richiamato livello «meso», che nell’analisi empirica è chiaramente emerso nella sua centralità. Questa dimensione richiama in particolare una concezione delle relazioni sociali basata sul dialogo, sul consenso, eventualmente anche sul conflitto, ma destinata a costruire intermediazione e quindi coesione sociale.
2017
Italiano
Welfare responsabile
978-88-343-3325-9
Vita e Pensiero
Lombi, L., Marzulli, M., Moscatelli, M., Pavesi, N., Una proposta aperta: i suoi tratti distintivi, in Cesareo, V. (ed.), Welfare responsabile, Vita e Pensiero, Milano 2017: 485- 518 [http://hdl.handle.net/10807/96888]
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