Per affrontare l’impresa teorica e pratica dell’enhancement occorre comprendere la struttura trascendente e progettante dell’umano. Ad un primo livello, infatti, gli interventi che mirano ad aumentare una capacità o una performance dell’uomo oltre la soglia terapeutica si inscrivono proprio nell’orizzonte della progettualità e nel dinamismo della tensione a superare le mete raggiunte. Questa descrizione, tuttavia, non è sufficiente né per comprendere appieno la portata e la novità dell’enhancement stesso, né per valutarne la con-venienza con l’umano. In primo luogo occorre tenere presente la novità propria della tecnologia: a differenza della tecnica, questa non è infatti catalogabile nella sola categoria dello strumento, ma struttura un quadro simbolico che reinterpreta l’uomo stesso. Una concreta direzione di questa interpretazione è la lettura del soggetto in termini funzionalisti: in questo modo la tecnologia stessa si presenta come la via di realizzazione dell’umano e richiede la perdita dei confini tra il corpo e lo strumento. Si assiste allora ud una interpretazione del corpo funzionale alla funzione, relegandolo alle periferie dell’identità. Il secondo passaggio è allora quello di osservare se la trasformazione corporea indotta per aumentare una potenza sia leggibile in termini di una crescita di potere del soggetto. Il testo offre una breve lettura dell’enhancement proprio dalla prospettiva del potere, mettendo in evidenza le condizioni interne ed esterne dell’atto libero. Ci sono infatti direttive della condotta aumentativa che vanno rifiutate proprio in nome del potere soggettivo, quando l’intervento aumentativo ne mina intrinsecamente le condizioni di possibilità o sottomette in modo cogente il soggetto a forze eteronome.
Colombetti, E., Le ragioni dell'enhancement e la difesa del soggetto agente, in Guerrero Muñoz, J., Roqué Sánchez, M. (ed.), Cuidar el cuerpo vulnerable, perfeccionar lo humano., Dykinson, MADRID -- ESP 2017: 85- 100 [http://hdl.handle.net/10807/96172]
Le ragioni dell'enhancement e la difesa del soggetto agente
Colombetti, Elena
2017
Abstract
Per affrontare l’impresa teorica e pratica dell’enhancement occorre comprendere la struttura trascendente e progettante dell’umano. Ad un primo livello, infatti, gli interventi che mirano ad aumentare una capacità o una performance dell’uomo oltre la soglia terapeutica si inscrivono proprio nell’orizzonte della progettualità e nel dinamismo della tensione a superare le mete raggiunte. Questa descrizione, tuttavia, non è sufficiente né per comprendere appieno la portata e la novità dell’enhancement stesso, né per valutarne la con-venienza con l’umano. In primo luogo occorre tenere presente la novità propria della tecnologia: a differenza della tecnica, questa non è infatti catalogabile nella sola categoria dello strumento, ma struttura un quadro simbolico che reinterpreta l’uomo stesso. Una concreta direzione di questa interpretazione è la lettura del soggetto in termini funzionalisti: in questo modo la tecnologia stessa si presenta come la via di realizzazione dell’umano e richiede la perdita dei confini tra il corpo e lo strumento. Si assiste allora ud una interpretazione del corpo funzionale alla funzione, relegandolo alle periferie dell’identità. Il secondo passaggio è allora quello di osservare se la trasformazione corporea indotta per aumentare una potenza sia leggibile in termini di una crescita di potere del soggetto. Il testo offre una breve lettura dell’enhancement proprio dalla prospettiva del potere, mettendo in evidenza le condizioni interne ed esterne dell’atto libero. Ci sono infatti direttive della condotta aumentativa che vanno rifiutate proprio in nome del potere soggettivo, quando l’intervento aumentativo ne mina intrinsecamente le condizioni di possibilità o sottomette in modo cogente il soggetto a forze eteronome.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.