La scelta del percorso scolastico da intraprendere dopo la scuola secondaria di primo grado è il risultato di molti fattori, alcuni interni al soggetto ed altri esterni, che rendono il processo decisionale particolarmente complesso sia per lo studente sia per il genitore (Mancinelli, 2014). Un ragazzo alle prese con questa scelta può trovarsi smarrito di fronte ai possibili percorsi da intraprendere sia a causa della poca chiarezza che possiede rispetto alle proposte formative e professionali del contesto al quale appartiene, sia perché non sempre è consapevole dei propri punti di forza e di debolezza. Uno studente, per effettuare una scelta che sia realistica e consapevole, deve soffermarsi a riflettere su alcune variabili: i suoi interessi, cioè le attività scolastiche ed extrascolastiche che più lo coinvolgono e per le quali prova un’attrazione; le attitudini, cioè l’inclinazione a svolgere una determinata attività con maggior efficienza rispetto alle altre sue capacità e la motivazione allo studio, quella “molla” che determina l’intensità e la continuità nel tempo di un comportamento. Se per un adolescente riflettere su se stesso e considerare le diverse variabili del processo decisionale è un compito arduo, immaginiamo come sia complesso questo lavoro per un ragazzo con un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), che a volte ha alle spalle anni di difficoltà scolastiche se non dei veri e propri insuccessi.
Boerchi, D., Ramella, E., Bonelli, E., Pagani, D., Scelte scolastiche: quando il Disturbo Specifico dell'Apprendimento può fare la differenza, in Soresi, S., Nota, L., Ginevra, M. (ed.), Il counseling in Italia. Funzioni, criticità, prospettive e applicazioni, Cleup, PADOVA -- ITA 2016: 377- 392 [http://hdl.handle.net/10807/93553]
Scelte scolastiche: quando il Disturbo Specifico dell'Apprendimento può fare la differenza
Boerchi, DiegoPrimo
;Ramella, ElenaSecondo
;Bonelli, EmanuelaPenultimo
;Pagani, DeborahUltimo
2016
Abstract
La scelta del percorso scolastico da intraprendere dopo la scuola secondaria di primo grado è il risultato di molti fattori, alcuni interni al soggetto ed altri esterni, che rendono il processo decisionale particolarmente complesso sia per lo studente sia per il genitore (Mancinelli, 2014). Un ragazzo alle prese con questa scelta può trovarsi smarrito di fronte ai possibili percorsi da intraprendere sia a causa della poca chiarezza che possiede rispetto alle proposte formative e professionali del contesto al quale appartiene, sia perché non sempre è consapevole dei propri punti di forza e di debolezza. Uno studente, per effettuare una scelta che sia realistica e consapevole, deve soffermarsi a riflettere su alcune variabili: i suoi interessi, cioè le attività scolastiche ed extrascolastiche che più lo coinvolgono e per le quali prova un’attrazione; le attitudini, cioè l’inclinazione a svolgere una determinata attività con maggior efficienza rispetto alle altre sue capacità e la motivazione allo studio, quella “molla” che determina l’intensità e la continuità nel tempo di un comportamento. Se per un adolescente riflettere su se stesso e considerare le diverse variabili del processo decisionale è un compito arduo, immaginiamo come sia complesso questo lavoro per un ragazzo con un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), che a volte ha alle spalle anni di difficoltà scolastiche se non dei veri e propri insuccessi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.