Bodies Exposed. Dramas, Practices and Mimetic Desire

This issue of “Comunicazioni Sociali” is devoted to the exposition of the body in the society of images, spectacle and social media, and is divided into two sections, critical and experiential. Four critical papers deal with the dehumanising consequences of (a) the gaze, which can be irresponsible both seeing and being seen, as stigmatised already by the Early Christian Fathers; (b) the human-informatics hybridisation, which prejudices the body’s responsibility, uniqueness and irreducibility; (c) the commerce, use and permanence on the internet of “electronic bodies”, different from virtual bodies as the former belong to real individuals who have a legal right to be forgotten; and finally, (d) the media, becoming during times of crisis a form of Black Magic with persecutory and sacrificial tendencies, reinvented and modernised, according to Karl Kraus, with the advent of the press (“Slap the Monster on Page One”). The second part of the issue, “Bodies at play”, illustrates the possible cure for the ailments of the exposed bodies, victims of mimetic desire, through six significant experiences of social and community theatre. First comes an analysis of the positive mimetic games of children in nurseries, then the more complex cases of adolescents engaged in sexting and cyberbullying. The issue moves on to a study of how girls affected by eating disorders deny their bodies, and to a reflection on disabled people, caught between the doctors’ representations of perfect bodies and the media’s pitiful ones; to end with the experiences of the women of Forcella, a deprived urban area in Naples. Finally, the significant case of the Punta Corsara theatre company in Scampia, a famous crime district in the same city, provides an attempt to recreate the fusion of life and theatre, of the aesthetical and social dimensions, similar to what actors De Berardinis and Peragallo did in the industrialised town of Marigliano in the Seventies. In the contemporary anthropological scenario of dualism between body and mind, exasperated by the general exposure to the mimetic desire of a divine body and of a body that is plastic, manipulable, replaceable, interchangeable, the theatre and the performing arts have the double function of criticism and of proposal, in which the development and the care of the individual people, of the community and of the social body are pursued through work with the body and on the body, singular and plural.

L’esposizione dei corpi nella società dell’immagine, dello spettacolo e dei social media, viene trattata in questo numero di “Comunicazioni sociali” in due sezioni, una critica e l’altra esperienziale. Quattro saggi critici mettono in luce le conseguenze disumanizzanti dello sguardo irresponsabile nel vedere e essere visti, già denunciato dai Padri della Chiesa nei primi secoli del cristianesimo; dell’ibridazione uomo-tecnologia che pregiudica la responsabilità, l’unicità e l’irriducibilità del corpo; del commercio, dell’uso e della permanenza in internet dei “corpi elettronici”, distinti dai corpi virtuali perché si riferiscono a individui reali e quindi aventi diritto all’oblio; della “magia nera” con tendenze persecutorie e sacrificali dei media nei momenti di crisi, reinventata e modernizzata secondo Karl Kraus con l’avvento della stampa (“sbatti il mostro in prima pagina”). Nella seconda sezione, “corpi in gioco”, si illustra, con la presentazione di sei significative esperienze di teatro sociale e di comunità, la possibile cura dei mali dei corpi esposti, vittime del desiderio mimetico. Si parte dai positivi giochi mimetici dei bambini nelle scuole materne per arrivare ad affrontare i casi difficili degli adolescenti alle prese con il sexting e il cyberbullismo, delle ragazze affette da disturbi dei comportamenti alimentari che negano il proprio corpo, dei disabili stretti tra le rappresentazioni del corpo perfetto dei medici e quelle pietistiche dei media, e delle donne di Forcella, uno dei quartieri difficili di Napoli. Ancora in questa città, nel quartiere malavitoso di Scampia, la compagnia Punta Corsara ritenta, come fecero, negli anni Settanta, gli attori De Berardinis e Perla Peragallo nel paese industriale di Marigliano, il connubio tra vita e teatro, estetica e sociale. Nel contesto antropologico contemporaneo di dualismo tra corpo/mente esasperato dall’alta esposizione di tutti al desiderio mimetico di un corpo divino e di un corpo plastico, manipolabile, sostituibile, intercambiabile, il teatro e le arti performative svolgono un doppio ruolo di critica e di proposta, in cui la costruzione e la cura delle persone, della comunità, del tessuto sociale passa attraverso il lavoro con il corpo e sul corpo, singolare e plurale