Dall’analisi del corpus delle chat di Telefono Giovane di Mantova è risultata la presenza costante di alcuni utenti (che abbiamo chiamato “ricorrenti”) sia negli spazi moderati dai volontari che in spazi liberi. Poiché le linee telefoniche di ascolto e aiuto sono esposte al rischio che alcuni chiamanti sviluppino una dipendenza dal servizio, telefonando più per abitudine e solitudine che per affrontare un problema specifico, ci siamo chiesti se anche Internet possa favorire l’instaurarsi di dinamiche che non aiutano realmente gli adolescenti, portandoli in una realtà virtuale che li allontana (o contribuisce ad allontanare) dal contesto reale, trasformando l’aiuto in una nuova forma di disagio. L’obiettivo di questo contributo è condurre una esplorazione di un caso particolare, per rintracciare segnali di questo possibile disagio e le pratiche di trattamento dei volontari, al fine di evidenziare quelle funzionali e quelle disfunzionali; si tratta comunque di uno studio esplorativo, che non pretende di esaurire il tema quanto piuttosto di aprire uno spazio di riflessione e indagine maggiormente sistematico. Per comprendere il fenomeno specifico, è stata fatta una rassegna la letteratura sull’Internet Addiction Disorder, per verificare se il caso studiato corrisponda alle caratteristiche descritte e abbozzare una chiave interpretativa, tenendo conto del fatto che il contesto specifico è un rapporto adulto-adolescente che intende configurarsi come un intervento di aiuto e promozione del giovane stesso.

Gatti, F. M., Il trattamento degli utenti abituali, in Gatti, F. M., L'ascolto digitale. Nuovi media interventi promozionali per i giovani, Franco Angeli, Milano 2007: 148-177 [http://hdl.handle.net/10807/9219]

Il trattamento degli utenti abituali

Gatti, Fabiana Maria
2007

Abstract

Dall’analisi del corpus delle chat di Telefono Giovane di Mantova è risultata la presenza costante di alcuni utenti (che abbiamo chiamato “ricorrenti”) sia negli spazi moderati dai volontari che in spazi liberi. Poiché le linee telefoniche di ascolto e aiuto sono esposte al rischio che alcuni chiamanti sviluppino una dipendenza dal servizio, telefonando più per abitudine e solitudine che per affrontare un problema specifico, ci siamo chiesti se anche Internet possa favorire l’instaurarsi di dinamiche che non aiutano realmente gli adolescenti, portandoli in una realtà virtuale che li allontana (o contribuisce ad allontanare) dal contesto reale, trasformando l’aiuto in una nuova forma di disagio. L’obiettivo di questo contributo è condurre una esplorazione di un caso particolare, per rintracciare segnali di questo possibile disagio e le pratiche di trattamento dei volontari, al fine di evidenziare quelle funzionali e quelle disfunzionali; si tratta comunque di uno studio esplorativo, che non pretende di esaurire il tema quanto piuttosto di aprire uno spazio di riflessione e indagine maggiormente sistematico. Per comprendere il fenomeno specifico, è stata fatta una rassegna la letteratura sull’Internet Addiction Disorder, per verificare se il caso studiato corrisponda alle caratteristiche descritte e abbozzare una chiave interpretativa, tenendo conto del fatto che il contesto specifico è un rapporto adulto-adolescente che intende configurarsi come un intervento di aiuto e promozione del giovane stesso.
2007
Italiano
9788846486547
Gatti, F. M., Il trattamento degli utenti abituali, in Gatti, F. M., L'ascolto digitale. Nuovi media interventi promozionali per i giovani, Franco Angeli, Milano 2007: 148-177 [http://hdl.handle.net/10807/9219]
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