Paolo III Farnese ebbe modo di prestare a Carlo V nel 1538, ben 225.000 scudi d'oro, garantiti da una ipoteca sulla città di Novara e sul suo distretto, poiché città e territorio cittadino furono scorporati dal ducato di Milano e affidati in perpetuo ai Farnese con il titolo di marchesi. Tuttavia l'interesse annuo fu fissato al 6,6% e quindi i Farnese, a cui era proibito riscuotere le tasse, ricevettero 15.000 scudi d'oro all'anno dal Camerario di Lombardia. Il rapporto si interruppe nel 1603 poiché i Farnese furono liquidati in oro dagli Spagnoli, che federo pagare il riscatto dal debito di Carlo V ai cittadini di Novara.
Andenna, G., Un marchesato per un prestito. I Farnese a Novara (1538-1603), in Andenna, G., Ballarini, G., Morreale, G., Tuccillo, M. (ed.), Il Marchesato di Novara: feudo silenzioso. Economia e alimentazione nella Novara del XVI secolo, Accademia Italiana della Cucina. Delegazione di Novara, Novara 2016: 13- 62 [http://hdl.handle.net/10807/90106]
Un marchesato per un prestito. I Farnese a Novara (1538-1603)
Andenna, GiancarloPrimo
2016
Abstract
Paolo III Farnese ebbe modo di prestare a Carlo V nel 1538, ben 225.000 scudi d'oro, garantiti da una ipoteca sulla città di Novara e sul suo distretto, poiché città e territorio cittadino furono scorporati dal ducato di Milano e affidati in perpetuo ai Farnese con il titolo di marchesi. Tuttavia l'interesse annuo fu fissato al 6,6% e quindi i Farnese, a cui era proibito riscuotere le tasse, ricevettero 15.000 scudi d'oro all'anno dal Camerario di Lombardia. Il rapporto si interruppe nel 1603 poiché i Farnese furono liquidati in oro dagli Spagnoli, che federo pagare il riscatto dal debito di Carlo V ai cittadini di Novara.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.