Quando si evoca il concetto di parco nazionale probabilmente tutti lo immaginano come un territorio incontaminato, che vive solo grazie alla presenza di una natura preponderante, dove l’uomo non sarebbe altro che un’intrusione forzata e il più delle volte dannosa, in un ecosistema fragile e sempre più messo a rischio. Il Parco Nazionale delle Cinque Terre non è nulla di tutto questo anzi: forse non esisterebbero le Cinque Terre e oggi non ci sarebbe un parco se l’uomo non avesse lavorato duramente, per secoli, rimodellando un intero paesaggio, aspro e ostile, che nulla avrebbe permesso di quanto ora esiste. È in questo scenario che si colloca questo contributo di ricerca, poiché il tema dei parchi naturali è divenuto negli ultimi anni materia dominante sia delle politiche di gestione delle aree protette, sia in generale delle politiche ambientali, anche in considerazione del fatto che i parchi, diventano espressione e veicolo di un variegato universo valoriale, compreso tra i valori strettamente ecologici di tutela ambientale e i valori locali, fatti di cultura e tradizioni, abitudini e storia. In tal senso è possibile affermare che i parchi sono un potente mezzo di riscoperta delle identità locali, scenario privilegiato di coesistenza di attori diversi, portatori di idee, esigenze e obiettivi non sempre permeabili tra di loro. È questa rete di rapporti che il lavor indaga in particolare la convivenza non sempre facile tra popolazione locale, con tradizioni e cultura propria, ma anche con necessità e bisogni quotidiani di una qualsiasi comunità; le amministrazioni locali che sono chiamate a risponderne nell’interesse della collettività che rapprendano; i turisti, curiosi di scoprire un territorio incantevole ma non sempre disposti a rispettarlo nella sua fragilità; infine, un’autorità nazionale, l’ente gestore del parco, che è chiamato ad assolvere il proprio mandato con azioni di tutela e salvaguardia verso il territorio, ma soprattutto con il dovere, non sempre facile, di privilegiare il perseguimento di un interesse più ampio a discapito anche, qualora necessario, del soddisfacimento di bisogni o necessità di natura più strettamente locale. Attraverso l’attività di ricerca svolta sul campo (attraverso l’utilizzo di interviste a residenti, a commercianti, a turisti occasionali e abituali, nonché a testimoni privilegiati), è stata condotta l’analisi delle difficili e delicate relazioni esistenti tra i diversi attori che interagisco in questo territorio.
Gatti, F. M., Fornelli, F., Istituzioni e sviluppo sostenibile: l'Ente Parco Cinque Terre, in Gatti, F. M., Puggelli, F. R. (ed.), Nuove frontiere del turismo. Post-modernismo, psicologia ambientale e nuove tecnologie, Hoepli, Milano 2006: 102- 119 [http://hdl.handle.net/10807/8879]
Istituzioni e sviluppo sostenibile: l'Ente Parco Cinque Terre
Gatti, Fabiana Maria;
2006
Abstract
Quando si evoca il concetto di parco nazionale probabilmente tutti lo immaginano come un territorio incontaminato, che vive solo grazie alla presenza di una natura preponderante, dove l’uomo non sarebbe altro che un’intrusione forzata e il più delle volte dannosa, in un ecosistema fragile e sempre più messo a rischio. Il Parco Nazionale delle Cinque Terre non è nulla di tutto questo anzi: forse non esisterebbero le Cinque Terre e oggi non ci sarebbe un parco se l’uomo non avesse lavorato duramente, per secoli, rimodellando un intero paesaggio, aspro e ostile, che nulla avrebbe permesso di quanto ora esiste. È in questo scenario che si colloca questo contributo di ricerca, poiché il tema dei parchi naturali è divenuto negli ultimi anni materia dominante sia delle politiche di gestione delle aree protette, sia in generale delle politiche ambientali, anche in considerazione del fatto che i parchi, diventano espressione e veicolo di un variegato universo valoriale, compreso tra i valori strettamente ecologici di tutela ambientale e i valori locali, fatti di cultura e tradizioni, abitudini e storia. In tal senso è possibile affermare che i parchi sono un potente mezzo di riscoperta delle identità locali, scenario privilegiato di coesistenza di attori diversi, portatori di idee, esigenze e obiettivi non sempre permeabili tra di loro. È questa rete di rapporti che il lavor indaga in particolare la convivenza non sempre facile tra popolazione locale, con tradizioni e cultura propria, ma anche con necessità e bisogni quotidiani di una qualsiasi comunità; le amministrazioni locali che sono chiamate a risponderne nell’interesse della collettività che rapprendano; i turisti, curiosi di scoprire un territorio incantevole ma non sempre disposti a rispettarlo nella sua fragilità; infine, un’autorità nazionale, l’ente gestore del parco, che è chiamato ad assolvere il proprio mandato con azioni di tutela e salvaguardia verso il territorio, ma soprattutto con il dovere, non sempre facile, di privilegiare il perseguimento di un interesse più ampio a discapito anche, qualora necessario, del soddisfacimento di bisogni o necessità di natura più strettamente locale. Attraverso l’attività di ricerca svolta sul campo (attraverso l’utilizzo di interviste a residenti, a commercianti, a turisti occasionali e abituali, nonché a testimoni privilegiati), è stata condotta l’analisi delle difficili e delicate relazioni esistenti tra i diversi attori che interagisco in questo territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.