I risultati di ricerca presentati nel contributo, pur con alcuni limiti legati all’esiguità numerica dei partecipanti e alla loro eterogeneità (quanto a provenienze geografiche, biografie, pattern migratori..), offrono una fotografia della complessità dei processi acculturativi sperimentati dalle prime e seconde generazioni di migranti musulmani. La sfida dell'integrazione costruttiva di universi culturali differenti non è compito semplice e scontato. Ciò emerge per le prime generazioni, ma anche per le seconde che, nate e cresciute in Italia, sono doppiamente sfidate nel loro percorso di crescita da aspettative spesso contraddittorie: in quanto figli di immigrati, vivono delle aspettative e dei mandati della famiglia di origine e, contemporaneamente, in quanto II generazioni, sono sollecitate dalle aspettative che la società di accoglienza con le sue istituzioni (scuola, lavoro, ) ha su di loro. Il biculturalismo, inoltre, laddove adottato, risulta chiaramente una strategia più femminile che maschile. La dialettica tra i due universi culturali (quello riferito all’origine e quello rappresentato dai riferimenti culturali del paese di immigrazione) risulta, inoltre, sperimentata in modi diversi da maschi e femmine delle II generazioni, come i nostri dati suggeriscono e come emerge da alcune ricerche europee. Per i maschi è emersa una marcata discontinuità rispetto alle prime generazioni: essi risultano, infatti, più orientati all’assimilazione alla cultura italiana e meno interessati a mantenere il legame con la propria cultura di origine, meno identificati con l’Islam e meno osservanti, i più soddisfatti del progetto migratorio. Per le femmine rimane forte e non ‘negoziabile’ il legame con la cultura di origine e con la religione, in maggiore continuità con gli orientamenti delle prime generazioni. Questa specificità dei percorsi acculturativi maschili e femminili merita certamente ulteriori approfondimenti, così come sembra emergere anche dalle rare ricerche europee in questo ambito.
Giuliani, C., Regalia, C., Dinamiche identitarie e sociali: le sfide per le prime e le seconde generazioni musulmane in Italia, in Regalia, C., Giuliani, C., Meda, S. G. (ed.), La sfida del meticciato nella migrazione musulmana. Una ricerca sul territorio milanese, Franco Angeli, MILANO -- ITA 2016: 73- 93 [http://hdl.handle.net/10807/86918]
Dinamiche identitarie e sociali: le sfide per le prime e le seconde generazioni musulmane in Italia
Giuliani, Cristina;Regalia, Camillo
2016
Abstract
I risultati di ricerca presentati nel contributo, pur con alcuni limiti legati all’esiguità numerica dei partecipanti e alla loro eterogeneità (quanto a provenienze geografiche, biografie, pattern migratori..), offrono una fotografia della complessità dei processi acculturativi sperimentati dalle prime e seconde generazioni di migranti musulmani. La sfida dell'integrazione costruttiva di universi culturali differenti non è compito semplice e scontato. Ciò emerge per le prime generazioni, ma anche per le seconde che, nate e cresciute in Italia, sono doppiamente sfidate nel loro percorso di crescita da aspettative spesso contraddittorie: in quanto figli di immigrati, vivono delle aspettative e dei mandati della famiglia di origine e, contemporaneamente, in quanto II generazioni, sono sollecitate dalle aspettative che la società di accoglienza con le sue istituzioni (scuola, lavoro, ) ha su di loro. Il biculturalismo, inoltre, laddove adottato, risulta chiaramente una strategia più femminile che maschile. La dialettica tra i due universi culturali (quello riferito all’origine e quello rappresentato dai riferimenti culturali del paese di immigrazione) risulta, inoltre, sperimentata in modi diversi da maschi e femmine delle II generazioni, come i nostri dati suggeriscono e come emerge da alcune ricerche europee. Per i maschi è emersa una marcata discontinuità rispetto alle prime generazioni: essi risultano, infatti, più orientati all’assimilazione alla cultura italiana e meno interessati a mantenere il legame con la propria cultura di origine, meno identificati con l’Islam e meno osservanti, i più soddisfatti del progetto migratorio. Per le femmine rimane forte e non ‘negoziabile’ il legame con la cultura di origine e con la religione, in maggiore continuità con gli orientamenti delle prime generazioni. Questa specificità dei percorsi acculturativi maschili e femminili merita certamente ulteriori approfondimenti, così come sembra emergere anche dalle rare ricerche europee in questo ambito.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.