Prendendo spunto dal dinamismo politico criminale introdotto dalla "responsive regulation" di John Braithwaite, il saggio propone una rivisitazione delle tradizionali teorie della pena secondo una nuova ‘tassonomia’ nella quale non si contrappongono più teorie ‘assolute’ e ‘relative’ - retribuzione e prevenzione -, bensì si delineano, da un lato, sistemi e modelli penali di matrice ‘repressiva’ (retribuzione, deterrenza, incapacitazione, neutralizzazione, funzione di orientamento culturale affidata alla pena) e, dall’altro, sistemi e modelli penali di matrice ‘dialogico-consensuale’ (funzione di orientamento culturale svolta dal precetto penale, risocializzazione, giustizia riparativa). La comparsa sulla scena politico-criminale di pratiche riparative e teorie come la “responsive regulation” porta con sé la predilezione per ciò che promuove la conformità volontaria alle norme e la collaborazione dei cittadini alla prevenzione non repressiva dei reati, cui si accompagna un criterio di reale parsimonia nel ricorso alla pena (soprattutto alla pena detentiva). Un diritto penale che si divincola dalla sanzione negativa per condensarsi sul reato e sul precetto pare doversi esprimere nella forma paradigmatica dell’esemplarità. Il paradigma filosofico dell’“esempio”, come proposto in particolare negli studi di Alessandro Ferrara, viene in questo saggio adattato criticamente per disegnare un diritto penale “responsivo”. Se gli “esempi” sono “atomi di riconciliazione” tra essere e dover essere, tra realtà e normatività, il precetto penale di un sistema democratico, dialogico e responsivo, dovrebbe sforzarsi di assumere forme “esemplari”: essere cioè capace di proporsi ai destinatari della norma con validità esemplare. La tesi sostenuta in questo saggio è, in breve, che le buone norme penali (precettive) devono saper parlare ai cittadini al modo degli “esempi”, catturando il loro consenso per via della loro coerenza persuasiva e della loro congruenza motivante.
Mazzucato, C., Giustizia esemplare. Interlocuzione con il precetto penale e spunti di politica criminale, in Bertolino, M., Eusebi, L., Forti, G. (ed.), Studi in onore di Mario Romano, Jovene, Napoli 2011: <<Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano - Istituto giuridico - Raccolte di Studi>>, 407- 434 [http://hdl.handle.net/10807/8373]
Giustizia esemplare. Interlocuzione con il precetto penale e spunti di politica criminale
Mazzucato, Claudia
2011
Abstract
Prendendo spunto dal dinamismo politico criminale introdotto dalla "responsive regulation" di John Braithwaite, il saggio propone una rivisitazione delle tradizionali teorie della pena secondo una nuova ‘tassonomia’ nella quale non si contrappongono più teorie ‘assolute’ e ‘relative’ - retribuzione e prevenzione -, bensì si delineano, da un lato, sistemi e modelli penali di matrice ‘repressiva’ (retribuzione, deterrenza, incapacitazione, neutralizzazione, funzione di orientamento culturale affidata alla pena) e, dall’altro, sistemi e modelli penali di matrice ‘dialogico-consensuale’ (funzione di orientamento culturale svolta dal precetto penale, risocializzazione, giustizia riparativa). La comparsa sulla scena politico-criminale di pratiche riparative e teorie come la “responsive regulation” porta con sé la predilezione per ciò che promuove la conformità volontaria alle norme e la collaborazione dei cittadini alla prevenzione non repressiva dei reati, cui si accompagna un criterio di reale parsimonia nel ricorso alla pena (soprattutto alla pena detentiva). Un diritto penale che si divincola dalla sanzione negativa per condensarsi sul reato e sul precetto pare doversi esprimere nella forma paradigmatica dell’esemplarità. Il paradigma filosofico dell’“esempio”, come proposto in particolare negli studi di Alessandro Ferrara, viene in questo saggio adattato criticamente per disegnare un diritto penale “responsivo”. Se gli “esempi” sono “atomi di riconciliazione” tra essere e dover essere, tra realtà e normatività, il precetto penale di un sistema democratico, dialogico e responsivo, dovrebbe sforzarsi di assumere forme “esemplari”: essere cioè capace di proporsi ai destinatari della norma con validità esemplare. La tesi sostenuta in questo saggio è, in breve, che le buone norme penali (precettive) devono saper parlare ai cittadini al modo degli “esempi”, catturando il loro consenso per via della loro coerenza persuasiva e della loro congruenza motivante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.