Kierkegaard è stato spesso criticato per un suo preteso irrazionalismo, ma anche quando tale critica sembra meritata la sua validità è più apparente che reale. Da quel vero pensatore che è, egli non è mai privo di ragioni profonde, nemmeno per le sue posizioni più stravaganti, e i suoi strali, anche a dispetto di certe sue frequenti dichiarazioni in senso contrario, sono rivolti non tanto contro la razionalità come tale ma contro una maniera di intenderla e di esercitarla che è troppo semplicistica e "a buon mercato": sì che a uno sguardo attento il preteso irrazionalista si rivela essere più profondamente e autenticamente razionalista di molti suoi detrattori. La propensione di K. per una religiosità paradossale e la sua avversione per la speculazione e per il pensiero oggettivo si fondano in definitiva sulla persuasione che il paradosso è l'unica alternativa a quella auto-contraddizione cui non sa invece sottrarsi il pensiero oggettivo. In particolare la riflessione di K. ruota in gran parte intorno al paradosso genuinamente metafisico di una corporeità concepita come determinazione originaria del reale, irriducibile in quanto tale allo spirito: tale paradosso costituisce l'autentico fondamento dell'eroica ma non irragionevole "fede di Abramo" tratteggiata da K. in "Timore e tremore", l'opera che egli stesso considerava come il proprio capolavoro e che esprime contenuti ai quali la sua successiva produzione non ha sempre saputo mantenersi fedele

Sacchi, D. M., Le ragioni di Abramo. Kierkegaard e la paradossalità del logos, Franco Angeli, Milano 2011:<<Etica e filosofia della persona>>, 134 [http://hdl.handle.net/10807/8033]

Le ragioni di Abramo. Kierkegaard e la paradossalità del logos

Sacchi, Dario Marco
2011

Abstract

Kierkegaard è stato spesso criticato per un suo preteso irrazionalismo, ma anche quando tale critica sembra meritata la sua validità è più apparente che reale. Da quel vero pensatore che è, egli non è mai privo di ragioni profonde, nemmeno per le sue posizioni più stravaganti, e i suoi strali, anche a dispetto di certe sue frequenti dichiarazioni in senso contrario, sono rivolti non tanto contro la razionalità come tale ma contro una maniera di intenderla e di esercitarla che è troppo semplicistica e "a buon mercato": sì che a uno sguardo attento il preteso irrazionalista si rivela essere più profondamente e autenticamente razionalista di molti suoi detrattori. La propensione di K. per una religiosità paradossale e la sua avversione per la speculazione e per il pensiero oggettivo si fondano in definitiva sulla persuasione che il paradosso è l'unica alternativa a quella auto-contraddizione cui non sa invece sottrarsi il pensiero oggettivo. In particolare la riflessione di K. ruota in gran parte intorno al paradosso genuinamente metafisico di una corporeità concepita come determinazione originaria del reale, irriducibile in quanto tale allo spirito: tale paradosso costituisce l'autentico fondamento dell'eroica ma non irragionevole "fede di Abramo" tratteggiata da K. in "Timore e tremore", l'opera che egli stesso considerava come il proprio capolavoro e che esprime contenuti ai quali la sua successiva produzione non ha sempre saputo mantenersi fedele
2011
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Sacchi, D. M., Le ragioni di Abramo. Kierkegaard e la paradossalità del logos, Franco Angeli, Milano 2011:<<Etica e filosofia della persona>>, 134 [http://hdl.handle.net/10807/8033]
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