La città di Milano conserva un patrimonio storico-architettonico straordinario, costituito da un elevato numero di edifici di culto antichi, nella maggior parte dei casi costruiti alle origini del cristianesimo e trasformati in forme nuove in età romanica. Nel contributo vengono presentati sinteticamente i risultati del lavoro di ricerca, condotto da chi scrive, sulle tecniche costruttive dei principali edifici di culto della città (S. Ambrogio, S. Simpliciano, S. Giovanni alle Fonti, S. Nazaro Maggiore, ...), cercando di mettere in luce le principali trasformazioni tra tardoantico e romanico. Un gran numero di materiali lapidei furono utilizzati nell’architettura romana a Milano e in Lombardia, materiali resi disponibili grazie alla varietà geologica del territorio. Le Alpi fornirono graniti, dioriti, gneiss, marmi; le Prealpi calcari, dolomie, arenarie (Mesozoico) e conglomerati (Quaternario); la pianura Padana ciottoli, ghiaie, sabbie e argille dei depositi alluvionali (Quaternario). Ciascuna pietra fu per lo più usata nelle aree limitrofe alle cave, raggiungendo le città (Comum, Ticinum, Mediolanum, Bergomum, Brixia) attraverso le vie d’acqua; nelle città della pianura (Placentia, Cremona, Mantua) furono privilegiati i laterizi fabbricati con l’argilla locale. A Milano, in quanto città capitale, furono impiegate anche pietre provenienti da maggiore distanza (calcari del Veneto e del Friuli). I marmi bianchi delle Alpi Apuane e i marmi colorati del Mediterraneo orientale, nonostante l’approvvigionamento difficoltoso, ebbero una grande diffusione a Mediolanum e in molti altri siti lombardi. I materiali cavati dai Romani furono continuativamente utilizzati anche nei secoli successivi.
Greppi, P., Bugini, R., Tecniche e materiali da costruzione nella Milano antica e medievale , 2015, URL: http://riviste.unimi.it/index.php/lanx/article/view/4892 [http://hdl.handle.net/10807/79705]
Tecniche e materiali da costruzione nella Milano antica e medievale
Greppi, Paola;Bugini, Roberto
2015
Abstract
La città di Milano conserva un patrimonio storico-architettonico straordinario, costituito da un elevato numero di edifici di culto antichi, nella maggior parte dei casi costruiti alle origini del cristianesimo e trasformati in forme nuove in età romanica. Nel contributo vengono presentati sinteticamente i risultati del lavoro di ricerca, condotto da chi scrive, sulle tecniche costruttive dei principali edifici di culto della città (S. Ambrogio, S. Simpliciano, S. Giovanni alle Fonti, S. Nazaro Maggiore, ...), cercando di mettere in luce le principali trasformazioni tra tardoantico e romanico. Un gran numero di materiali lapidei furono utilizzati nell’architettura romana a Milano e in Lombardia, materiali resi disponibili grazie alla varietà geologica del territorio. Le Alpi fornirono graniti, dioriti, gneiss, marmi; le Prealpi calcari, dolomie, arenarie (Mesozoico) e conglomerati (Quaternario); la pianura Padana ciottoli, ghiaie, sabbie e argille dei depositi alluvionali (Quaternario). Ciascuna pietra fu per lo più usata nelle aree limitrofe alle cave, raggiungendo le città (Comum, Ticinum, Mediolanum, Bergomum, Brixia) attraverso le vie d’acqua; nelle città della pianura (Placentia, Cremona, Mantua) furono privilegiati i laterizi fabbricati con l’argilla locale. A Milano, in quanto città capitale, furono impiegate anche pietre provenienti da maggiore distanza (calcari del Veneto e del Friuli). I marmi bianchi delle Alpi Apuane e i marmi colorati del Mediterraneo orientale, nonostante l’approvvigionamento difficoltoso, ebbero una grande diffusione a Mediolanum e in molti altri siti lombardi. I materiali cavati dai Romani furono continuativamente utilizzati anche nei secoli successivi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.