Jean Tardieu (1903-1995) è una delle figure più sorprendenti del Novecento francese: pupillo di Martin du Gard e Gide, amico di Queneau e Ionesco, Ungaretti e Vittorini, fu poeta, drammaturgo e prosatore ma anche traduttore di Hölderlin e Goethe. Autore classico ai tempi dell’Assurdo, Tardieu perseguì una ricerca originale che nella padronanza del linguaggio in tutte le sue gamme, dalla lirica al divertissement, ci conduce con passo fermo ma bonario oltre gli orizzonti del nonsenso. Con la sua produzione teatrale, di cui si propongono in questa raccolta sei pièces dal Théâtre de chambre (1966) e dal Professeur Frœppel (1978), Tardieu associa il delectare, regola dettata da Molière, padre del genere comico, agli intenti della drammaturgia moderna: un teatro che rompe con la tradizione accademica e attraverso un gioco elegante ci invita a «diffidare dalle parole», dalla loro aderenza alla realtà, che è imperfetta. Dall’incredibile sviluppo di un episodio quotidiano (Lo Sportello) al contrappunto degli «a parte» con il dialogo amoroso (Oswald e Zénaïde), d’invenzione in invenzione, tra scoperte ed allusioni, le commedie di Tardieu attraversano il secolo per rivolgersi direttamente a noi, invitandoci a «cercare l’umano attraverso il rituale». Come l’antico Diogene, munito d’una lampada, cercava l’uomo per le piazze soleggiate.
Locatelli, F., Jean Tardieu: Diffidate dalle parole. A cura di Federica Locatelli / traduzione di Tardieu, J., Théâtre de chambre - Le Professeur Froeppel, Lemma Press, Bergamo 2015:<<TARDIVIANA>>, 178 [http://hdl.handle.net/10807/75054]
Jean Tardieu: Diffidate dalle parole. A cura di Federica Locatelli
Locatelli, FedericaPrimo
2015
Abstract
Jean Tardieu (1903-1995) è una delle figure più sorprendenti del Novecento francese: pupillo di Martin du Gard e Gide, amico di Queneau e Ionesco, Ungaretti e Vittorini, fu poeta, drammaturgo e prosatore ma anche traduttore di Hölderlin e Goethe. Autore classico ai tempi dell’Assurdo, Tardieu perseguì una ricerca originale che nella padronanza del linguaggio in tutte le sue gamme, dalla lirica al divertissement, ci conduce con passo fermo ma bonario oltre gli orizzonti del nonsenso. Con la sua produzione teatrale, di cui si propongono in questa raccolta sei pièces dal Théâtre de chambre (1966) e dal Professeur Frœppel (1978), Tardieu associa il delectare, regola dettata da Molière, padre del genere comico, agli intenti della drammaturgia moderna: un teatro che rompe con la tradizione accademica e attraverso un gioco elegante ci invita a «diffidare dalle parole», dalla loro aderenza alla realtà, che è imperfetta. Dall’incredibile sviluppo di un episodio quotidiano (Lo Sportello) al contrappunto degli «a parte» con il dialogo amoroso (Oswald e Zénaïde), d’invenzione in invenzione, tra scoperte ed allusioni, le commedie di Tardieu attraversano il secolo per rivolgersi direttamente a noi, invitandoci a «cercare l’umano attraverso il rituale». Come l’antico Diogene, munito d’una lampada, cercava l’uomo per le piazze soleggiate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.