La figura di Raniero da Ponza, "socius" di Gioacchino all'epoca della fondazione del monastero di San Giovanni in Fiore, viene spesso descritta dalle fonti coeve come particolarmente importante, non solo per le relazioni con l'abate calabrese, ma anche presso la curia romana, e fra i più stretti collaboratori del papa. La sua memoria sopravvive almeno fino a oltre la metà del XIII secolo, a più di cinquant’anni dalla morte. Raniero, in particolare, viene evocato come profeta, di fianco a Gioacchino da Fiore, in diversi testi pseudoepigrafi. Il contributo si propone di far luce sull'utilizzo della memoria dell'eremita di Ponza, e sullo sviluppo delle profezie pseudoepigrafiche che lo chiamano in causa.
Rainini, M. G., Pseudo-Raniero e pseudo-Gioacchino in dialogo, in Rainini, M., Potestà G, P. G. L. (ed.), «Ioachim posuit verba ista». Gli pseudoepigrafi di Gioacchino da Fiore dei secoli XIII-XIV, Viella Libreria Editrice, Roma 2016: 63- 81 [http://hdl.handle.net/10807/74948]
Pseudo-Raniero e pseudo-Gioacchino in dialogo
Rainini, Marco GiuseppePrimo
2016
Abstract
La figura di Raniero da Ponza, "socius" di Gioacchino all'epoca della fondazione del monastero di San Giovanni in Fiore, viene spesso descritta dalle fonti coeve come particolarmente importante, non solo per le relazioni con l'abate calabrese, ma anche presso la curia romana, e fra i più stretti collaboratori del papa. La sua memoria sopravvive almeno fino a oltre la metà del XIII secolo, a più di cinquant’anni dalla morte. Raniero, in particolare, viene evocato come profeta, di fianco a Gioacchino da Fiore, in diversi testi pseudoepigrafi. Il contributo si propone di far luce sull'utilizzo della memoria dell'eremita di Ponza, e sullo sviluppo delle profezie pseudoepigrafiche che lo chiamano in causa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.