Il primo capitolo è dedicato alla trasformazione della dimensione temporale della network society, caratterizzata dalla connettività costante e ubiqua, cioè all’esperienza di essere “always on”, sempre connessi, nel tentativo di cogliere sia gli aspetti strutturali, che agiscono quasi normativamente sui soggetti, sia il margine di autonomia che essi possono conservare nell’esercizio delle pratiche di comunicazione digitale. Il secondo capitolo discute l’idea che i più giovani costituiscano una generazione omogenea dal punto di vista dell’uso delle tecnologie di rete, gettando qualche dubbio su etichette di grande presa nel linguaggio comune come quella di “nativi digitali” e approfondendo le potenzialità di sviluppo offerte dal Web 2.0 alla agentività delle nuove generazioni. Il terzo capitolo allarga lo sguardo alle “networked family”, le famiglie connesse, nelle quali la trama delle relazioni offline si interseca continuamente con quella delle relazioni online, disegnando geometrie variabili all’interno del nucleo familiare, e tra quest’ultimo e le reti sociali che ruotano intorno a ciascuno dei suoi membri. Nel quarto capitolo si propone un approccio conversazionale ai SNS: ciò che avviene nelle interazioni abilitate dai social network, infatti, può essere interpretato in una buona maggioranza dei casi proprio come una forma di conversazione, uno “stare insieme”, un “intrattenersi” in modo piacevole, fine a se stesso, sempre in leggero equilibrio tra la chiacchiera privata e il dibattito pubblico. Infine, nell’ultimo capitolo, gli stili d’uso di un social network particolare come Facebook sono messi in relazione con le sue affordance tecnico-culturali e con le dinamiche comunicative proprie della comunità ecclesiale.

Aroldi, P., Connessioni quotidiane. Spazi d'esperienza tra online e offline, EDUCatt, Milano 2016: 114 [http://hdl.handle.net/10807/74371]

Connessioni quotidiane. Spazi d'esperienza tra online e offline

Aroldi, Piermarco
Primo
2016

Abstract

Il primo capitolo è dedicato alla trasformazione della dimensione temporale della network society, caratterizzata dalla connettività costante e ubiqua, cioè all’esperienza di essere “always on”, sempre connessi, nel tentativo di cogliere sia gli aspetti strutturali, che agiscono quasi normativamente sui soggetti, sia il margine di autonomia che essi possono conservare nell’esercizio delle pratiche di comunicazione digitale. Il secondo capitolo discute l’idea che i più giovani costituiscano una generazione omogenea dal punto di vista dell’uso delle tecnologie di rete, gettando qualche dubbio su etichette di grande presa nel linguaggio comune come quella di “nativi digitali” e approfondendo le potenzialità di sviluppo offerte dal Web 2.0 alla agentività delle nuove generazioni. Il terzo capitolo allarga lo sguardo alle “networked family”, le famiglie connesse, nelle quali la trama delle relazioni offline si interseca continuamente con quella delle relazioni online, disegnando geometrie variabili all’interno del nucleo familiare, e tra quest’ultimo e le reti sociali che ruotano intorno a ciascuno dei suoi membri. Nel quarto capitolo si propone un approccio conversazionale ai SNS: ciò che avviene nelle interazioni abilitate dai social network, infatti, può essere interpretato in una buona maggioranza dei casi proprio come una forma di conversazione, uno “stare insieme”, un “intrattenersi” in modo piacevole, fine a se stesso, sempre in leggero equilibrio tra la chiacchiera privata e il dibattito pubblico. Infine, nell’ultimo capitolo, gli stili d’uso di un social network particolare come Facebook sono messi in relazione con le sue affordance tecnico-culturali e con le dinamiche comunicative proprie della comunità ecclesiale.
2016
Italiano
Monografia o trattato scientifico
EDUCatt
Letture per i corsi di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e di Teoria e tecniche dei nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica – sedi di Piacenza e Milano
Aroldi, P., Connessioni quotidiane. Spazi d'esperienza tra online e offline, EDUCatt, Milano 2016: 114 [http://hdl.handle.net/10807/74371]
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