Le pagine di Dante Isella – ricche, esatte ed informate come suo solito; e, forse più del solito, complici e cordiali, come dettate dal divertito rispetto d’un segreto intravisto – introducevano, sull’Almanacco dello Specchio del 1993, quattro poemetti, o canti o capitoli, del "Librô di figur" di Basilio Luoni: "Hylas", "Assalonne", "Filemone" e "Baucide" e "L’annunciazione". Un altro comparto, "La creaziôô", usciva sempre nel ’93, col titolo "Desegn" (accompagnato da alcuni disegni, appunto: scorci comaschi, dello stesso Luoni), come strenna natalizia della Nodo Libri di Como. Ma il libro tutto – in quegli anni di misteriosamente favorevole congiuntura, a Segrate, per il poema-romanzo autobiografico in dialetto ("L’angel" di Loi è del ’94, "El sol" di Scataglini, stilisticamente agli antipodi, del ’95) – era uno «Specchio» bell’e pronto: richiesto e già consegnato in Mondadori, poi smarrito nell’avanzamento d’altri titoli o sollecitazioni (quanti nostri poeti, come la matrigna di Biancaneve, recitano appena svegli: «Specchio delle mie brame…»!): per una grama volta, senza dubbio, molto più colpevole la laboriosa indolenza dell’autore, il suo sovrano disinteresse, che funzionari o piani editoriali. Un vero peccato! Come s’indovina già dalle pagine di Isella, che non si limitano a presentare la scelta pubblicata, ma invitano a una lettura del "Librô di figur" nella sua interezza: nel suo svolgersi, dalla breve poesia in limine, "El bes’cioeu", la «bestiola» ch’era il bambino meditabondo di quarant’anni prima, «figura foeura temp, / specc che te see pù specc», ai più complessi intrecci e volute delle poesie successive; da spirali di sensazioni, immagini, sogni, ricordi, affetti ancora indistinguibili dal calore dei corpi, dal dischiudersi dei sensi (e del senso estetico), all’osservazione di morti e rinascite naturali, e rituali, fino alla scoperta inebriante ("Dioniso"), nelle recite improvvisate dai bambini in soffitta, del gioco delle parti e dei travestimenti: del teatro, insomma.

Rognoni, F., (a cura di), Edizione critica di testi / di scavo di "El librô di figur" / Sedizioni, Mergozzo-Viddalba 2015: 146 [http://hdl.handle.net/10807/73645]

El librô di figur

Rognoni, Francesco
Primo
2015

Abstract

Le pagine di Dante Isella – ricche, esatte ed informate come suo solito; e, forse più del solito, complici e cordiali, come dettate dal divertito rispetto d’un segreto intravisto – introducevano, sull’Almanacco dello Specchio del 1993, quattro poemetti, o canti o capitoli, del "Librô di figur" di Basilio Luoni: "Hylas", "Assalonne", "Filemone" e "Baucide" e "L’annunciazione". Un altro comparto, "La creaziôô", usciva sempre nel ’93, col titolo "Desegn" (accompagnato da alcuni disegni, appunto: scorci comaschi, dello stesso Luoni), come strenna natalizia della Nodo Libri di Como. Ma il libro tutto – in quegli anni di misteriosamente favorevole congiuntura, a Segrate, per il poema-romanzo autobiografico in dialetto ("L’angel" di Loi è del ’94, "El sol" di Scataglini, stilisticamente agli antipodi, del ’95) – era uno «Specchio» bell’e pronto: richiesto e già consegnato in Mondadori, poi smarrito nell’avanzamento d’altri titoli o sollecitazioni (quanti nostri poeti, come la matrigna di Biancaneve, recitano appena svegli: «Specchio delle mie brame…»!): per una grama volta, senza dubbio, molto più colpevole la laboriosa indolenza dell’autore, il suo sovrano disinteresse, che funzionari o piani editoriali. Un vero peccato! Come s’indovina già dalle pagine di Isella, che non si limitano a presentare la scelta pubblicata, ma invitano a una lettura del "Librô di figur" nella sua interezza: nel suo svolgersi, dalla breve poesia in limine, "El bes’cioeu", la «bestiola» ch’era il bambino meditabondo di quarant’anni prima, «figura foeura temp, / specc che te see pù specc», ai più complessi intrecci e volute delle poesie successive; da spirali di sensazioni, immagini, sogni, ricordi, affetti ancora indistinguibili dal calore dei corpi, dal dischiudersi dei sensi (e del senso estetico), all’osservazione di morti e rinascite naturali, e rituali, fino alla scoperta inebriante ("Dioniso"), nelle recite improvvisate dai bambini in soffitta, del gioco delle parti e dei travestimenti: del teatro, insomma.
2015
Italiano
9788869000102
Sedizioni
Rognoni, F., (a cura di), Edizione critica di testi / di scavo di "El librô di figur" / Sedizioni, Mergozzo-Viddalba 2015: 146 [http://hdl.handle.net/10807/73645]
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