L'autore analizza con le lenti del diritto penale la carica disturbante generata dalla lettura di Meridiano di sangue. L'esame della violenza insensata che intride il capolavoro di Cormac McCarthy diventa il mezzo per indagare gesti di violenza altrettanto insensati, come le brutali soperchierie commesse da agenti della Polizia di Stato nella scuola Diaz-Pertini, durante il G8 del 2001. L'analisi prosegue con la disamina delle sentenze rese sul caso Diaz, raffrontando la prosa di McCarthy con quella dei giudici penali, per verificare scopi, modi ed effetti dell'uso della parola scritta nella descrizione della violenza.
Caputo, M., La violenza di «Meridiano di sangue» e lo sguardo sul male del giudice penale, in Forti, G., Mazzucato, C., Visconti, A. (ed.), Giustizia e letteratura III, Vita e Pensiero, Milano 2016: 458- 479 [http://hdl.handle.net/10807/72632]
La violenza di «Meridiano di sangue» e lo sguardo sul male del giudice penale
Caputo, Matteo
2016
Abstract
L'autore analizza con le lenti del diritto penale la carica disturbante generata dalla lettura di Meridiano di sangue. L'esame della violenza insensata che intride il capolavoro di Cormac McCarthy diventa il mezzo per indagare gesti di violenza altrettanto insensati, come le brutali soperchierie commesse da agenti della Polizia di Stato nella scuola Diaz-Pertini, durante il G8 del 2001. L'analisi prosegue con la disamina delle sentenze rese sul caso Diaz, raffrontando la prosa di McCarthy con quella dei giudici penali, per verificare scopi, modi ed effetti dell'uso della parola scritta nella descrizione della violenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.