Attraverso un’analisi della nozione di corpo nei testi di Omero e di Aristotele, il saggio affronta le origini greche del modello organicista, entrato sin dagli anni ’20 nella teoria dei sistemi, presentandone le caratteristiche. Già in Omero (dove manca ancora un termine per indicare il corpo vivente nel suo insieme, ma non l’idea di un’identità unitaria delle membra di un individuo) è necessario un principio capace di dare forma (eidos) agli elementi corporei e di contrastarne la naturale tendenza alla disgregazione: l’anima (eidos). Solo con Aristotele il corpo vivente comincia a essere inteso come organismo, grazie a una visione hyleomorfica e non dualistica del rapporto dell’anima con la materia, con cui si spiega l’organismo vivente. Si osserva come il termine sistema sia usato per primo da Platone e poi da Aristotele, nessuno dei quali tuttavia elaborò mai una teoria al riguardo. Lo studio della nozione aristotelica di organismo vivente porta a scoprire che essa racchiude in sé tutti i principi che fondano la moderna teoria dei sistemi, con una proprietà emergente raccolta e poi elaborata dalla teologia cristiana, a partire da San Paolo. L’anima stessa, in Aristotele, ha le caratteristiche di un sistema. Da quest’analisi, il modello organicista sembra dunque arricchito dall’imprescindibile nozione di forma che a sua volta richiama la necessità di una propria causa efficiente, esterna al sistema.
Matelli, E., Il Corpo vivente come modello di organizzazione sistemica nel pensiero antico., in Ulivi Urbani, L. (ed.), Strutture di Mondo. Il pensiero sistemico come specchio di una realtà complessa., Il Mulino, Bologna 2015: 279- 308 [http://hdl.handle.net/10807/69455]
Il Corpo vivente come modello di organizzazione sistemica nel pensiero antico.
Matelli, Elisabetta
2015
Abstract
Attraverso un’analisi della nozione di corpo nei testi di Omero e di Aristotele, il saggio affronta le origini greche del modello organicista, entrato sin dagli anni ’20 nella teoria dei sistemi, presentandone le caratteristiche. Già in Omero (dove manca ancora un termine per indicare il corpo vivente nel suo insieme, ma non l’idea di un’identità unitaria delle membra di un individuo) è necessario un principio capace di dare forma (eidos) agli elementi corporei e di contrastarne la naturale tendenza alla disgregazione: l’anima (eidos). Solo con Aristotele il corpo vivente comincia a essere inteso come organismo, grazie a una visione hyleomorfica e non dualistica del rapporto dell’anima con la materia, con cui si spiega l’organismo vivente. Si osserva come il termine sistema sia usato per primo da Platone e poi da Aristotele, nessuno dei quali tuttavia elaborò mai una teoria al riguardo. Lo studio della nozione aristotelica di organismo vivente porta a scoprire che essa racchiude in sé tutti i principi che fondano la moderna teoria dei sistemi, con una proprietà emergente raccolta e poi elaborata dalla teologia cristiana, a partire da San Paolo. L’anima stessa, in Aristotele, ha le caratteristiche di un sistema. Da quest’analisi, il modello organicista sembra dunque arricchito dall’imprescindibile nozione di forma che a sua volta richiama la necessità di una propria causa efficiente, esterna al sistema.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.