Il convincimento che la didattica “per far bene” debba prevedere una co-costruzione di conoscenza e di prassi fra formatori e formandi costituisce lo sfondo teorico entro cui va collocato il presente contributo. In generale, nei corsi di ambito metodologico più che altrove, gli studenti incontrano due principali ostacoli: la pertinenza fra i contenuti proposti e la pratica educativa appare loro non evidente e faticano a individuare modalità efficaci per mettere in pratica quanto proposto fuori da una dinamica meramente applicativa ed esecutiva. Il contributo intende far risaltare che “la didattica che fa bene” non appartiene soltanto agli spazi laboratoriali, ma può trovare efficaci forme attuative nel rispetto delle specificità e dei vincoli dei diversi contesti. In un corso curricolare l’esigenza di predisporre specifiche modalità di valutazione pone ulteriori interrogativi: come sviluppare modalità valutative coerenti con una didattica attiva? Si può fare didattica in modo innovativo mantenendo modalità valutative tradizionali? Come è possibile tenere conto dell’integrazione fra teoria e pratica nei meccanismi valutativi?
Montalbetti, K., Lisimberti, C., Verso il mondo professionale: un’esperienza di progettazioneformativa, in Traverso, A. (ed.), La didattica che fa bene. Pratiche laboratoriali e di ricerca nella formazione universitaria, Vita e Pensiero, Milano 2015: 65- 81 [http://hdl.handle.net/10807/68787]
Verso il mondo professionale: un’esperienza di progettazione formativa
Montalbetti, Katia;Lisimberti, Cristina
2015
Abstract
Il convincimento che la didattica “per far bene” debba prevedere una co-costruzione di conoscenza e di prassi fra formatori e formandi costituisce lo sfondo teorico entro cui va collocato il presente contributo. In generale, nei corsi di ambito metodologico più che altrove, gli studenti incontrano due principali ostacoli: la pertinenza fra i contenuti proposti e la pratica educativa appare loro non evidente e faticano a individuare modalità efficaci per mettere in pratica quanto proposto fuori da una dinamica meramente applicativa ed esecutiva. Il contributo intende far risaltare che “la didattica che fa bene” non appartiene soltanto agli spazi laboratoriali, ma può trovare efficaci forme attuative nel rispetto delle specificità e dei vincoli dei diversi contesti. In un corso curricolare l’esigenza di predisporre specifiche modalità di valutazione pone ulteriori interrogativi: come sviluppare modalità valutative coerenti con una didattica attiva? Si può fare didattica in modo innovativo mantenendo modalità valutative tradizionali? Come è possibile tenere conto dell’integrazione fra teoria e pratica nei meccanismi valutativi?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.