Prevenzione e soluzione dei conflitti di giurisdizione tra gli Stati membri, il ne bis in idem europeo. Commento

Il contributo si inserisce in un volume (a cura di Damato, De Pasquale e Parisi) che raccoglie in modo ragionato la più significativa giurisprudenza dell’Unione europea e delle supreme corti nazionali (con particolare attenzione a quelle italiane) organizzata per temi afferenti al diritto penale processuale e sostanziale europeo. Nel contributo si valuta il percorso normativo compiuto entro l’UE per dettare norme in materia penale quanto a prevenzione e soluzione dei conflitti di giurisdizione, sottolineando come il primo approccio alla questione sia stato intrapreso situandosi nella prospettiva del rispetto del principio del ne bis in idem “internazionale” (Convenzione del 25 maggio 1987 tra gli Stati membri delle Comunità europee relativa all’applicazione del principio del ne bis in idem, mai entrata in vigore, ma è stata applicata nei rapporti fra Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi e Portogallo; Convenzione di applicazione dell’Accordo di Schengen-CAAS, art. 54; art. 50 della Carta sui diritti fondamentali dell’Unione europea; decisione quadro 2009/948/GAI). Il contributo segnala che un significativo passo avanti nella disciplina europea per la soluzione dei conflitti di giurisdizione in materia penale sembra poter essere compiuto in relazione all’esigenza di protezione del bene giuridico istituzionale proprio dell’Unione (il suo bilancio) che, a motivo della sua importanza, risulta meritevole di tutela appunto sul piano penale (si considerano al proposito la proposta di direttiva c.d. PIF e la proposta di regolamento di costituzione di una Procura europea).