L'opera mette a disposizione per la prima volta in forma autonoma uno dei rari documenti gnostici originali, una lettera in greco di metà II sec. d.C., trascritta da Epifanio di Salamina. Essa si presenta come una rivelazione esoterica di una dottrina gnostica valentiniana molto peculiare. L'anonimo autore illustra con precisione le 'modalità' della manifestazione del sommo dio, riorientando per i propri scopi una terminologia ed un bagaglio concettuale derivati dal contesto medioplatonico e soprattutto dagli scritti neotestamentari, in particolare quelli di estrazione paolina. Propone, quindi, una rilettura della dottrina di Valentino caratterizzata dalla tendenza a intendere il divino sommo in maniera molto compatta; in questo modo prende le distanze da altre interpretazioni diffuse fra i seguaci di Tolomeo, continuatore di Valentino, che sembravano inopportunamente accentuare l'ipostatizzazione delle differenti 'modalità' con cui il divino si è voluto mostrare 'senza veli'. "La Lettera dottrinale valentiniana, una volta adeguatamente compresa e rivalutata, promette di recare un contributo significativo al chiarimento di alcuni aspetti dello sviluppo del primo valentinianesimo, a metà del II secolo ancora contiguo alla Grande Chiesa, conservandone una versione di prima mano finora per molti versi perduta". (dalle 'Conclusioni')
Chiapparini, G., Il divino senza veli - La dottrina gnostica della 'Lettera valentiniana' di Epifanio, Panarion 31 5-6. Testo, traduzione e commento storico-religioso., Vita e Pensiero, Milano 2015:<<Studia patristica mediolanensia>>, 278 [http://hdl.handle.net/10807/65685]
Il divino senza veli - La dottrina gnostica della 'Lettera valentiniana' di Epifanio, Panarion 31 5-6. Testo, traduzione e commento storico-religioso.
Chiapparini, Giuliano
2015
Abstract
L'opera mette a disposizione per la prima volta in forma autonoma uno dei rari documenti gnostici originali, una lettera in greco di metà II sec. d.C., trascritta da Epifanio di Salamina. Essa si presenta come una rivelazione esoterica di una dottrina gnostica valentiniana molto peculiare. L'anonimo autore illustra con precisione le 'modalità' della manifestazione del sommo dio, riorientando per i propri scopi una terminologia ed un bagaglio concettuale derivati dal contesto medioplatonico e soprattutto dagli scritti neotestamentari, in particolare quelli di estrazione paolina. Propone, quindi, una rilettura della dottrina di Valentino caratterizzata dalla tendenza a intendere il divino sommo in maniera molto compatta; in questo modo prende le distanze da altre interpretazioni diffuse fra i seguaci di Tolomeo, continuatore di Valentino, che sembravano inopportunamente accentuare l'ipostatizzazione delle differenti 'modalità' con cui il divino si è voluto mostrare 'senza veli'. "La Lettera dottrinale valentiniana, una volta adeguatamente compresa e rivalutata, promette di recare un contributo significativo al chiarimento di alcuni aspetti dello sviluppo del primo valentinianesimo, a metà del II secolo ancora contiguo alla Grande Chiesa, conservandone una versione di prima mano finora per molti versi perduta". (dalle 'Conclusioni')File | Dimensione | Formato | |
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