Il crescente divario tra le necessità derivanti dalle prestazioni sociali e le disponibilità effettive dei bilanci pubblici pone una serie di interrogativi su come reperire e utilizzare risorse private nel finanziare le esigenze del welfare. Il Social Impact Bond (SIB) è la forma tecnica più originale dell’impact investing, che prevede una remunerazione dell’investimento soltanto se esso produce un impatto sociale rilevante. L’idea è rendere finanziabili progetti di welfare innovativi, in grado di generare sia benefici sociali sia un risparmio di spesa pubblica, che difficilmente sarebbero attuati per l’avversione al rischio sia della pubblica amministrazione sia dell’operatore sociale. L’investitore, che per sua natura gestisce rischi in cambio di un’adeguata remunerazione, facilita l’innovazione sociale assumendosi il rischio dell’insuccesso collegando la remunerazione dell’investimento alla riuscita del progetto. Un intermediario specializzato filtra i progetti migliori da proporre sia alla pubblica amministrazione sia agli intermediari. Il SIB, però, nonostante promettenti prospettive di sviluppo, risulta ancora limitatamente diffuso. I temi dell’asimmetria informativa, della selezione avversa e dell’allineamento d’incentivi sono esaminati nel volume con riferimento ai SIB e consentono una riflessione sugli ostacoli da rimuovere per un pieno sviluppo di questo promettente prodotto finanziario. La terminologia, la logica e l’impostazione del volume servono ad un duplice scopo: da una parte, forniscono a practitioner e studiosi degli elementi di valutazione sugli aspetti critici che ostacolano il pieno sviluppo di questo settore d’investimenti; dall’altro, traducono l’innovazione sociale in linguaggio finanziario, indispensabile per chi intende rivolgersi a investitori e mercati finanziari.
Del Giudice, A., I Social Impact Bond, Franco Angeli, Milano 2015: 132 [http://hdl.handle.net/10807/65438]
I Social Impact Bond
Del Giudice, Alfonso
2015
Abstract
Il crescente divario tra le necessità derivanti dalle prestazioni sociali e le disponibilità effettive dei bilanci pubblici pone una serie di interrogativi su come reperire e utilizzare risorse private nel finanziare le esigenze del welfare. Il Social Impact Bond (SIB) è la forma tecnica più originale dell’impact investing, che prevede una remunerazione dell’investimento soltanto se esso produce un impatto sociale rilevante. L’idea è rendere finanziabili progetti di welfare innovativi, in grado di generare sia benefici sociali sia un risparmio di spesa pubblica, che difficilmente sarebbero attuati per l’avversione al rischio sia della pubblica amministrazione sia dell’operatore sociale. L’investitore, che per sua natura gestisce rischi in cambio di un’adeguata remunerazione, facilita l’innovazione sociale assumendosi il rischio dell’insuccesso collegando la remunerazione dell’investimento alla riuscita del progetto. Un intermediario specializzato filtra i progetti migliori da proporre sia alla pubblica amministrazione sia agli intermediari. Il SIB, però, nonostante promettenti prospettive di sviluppo, risulta ancora limitatamente diffuso. I temi dell’asimmetria informativa, della selezione avversa e dell’allineamento d’incentivi sono esaminati nel volume con riferimento ai SIB e consentono una riflessione sugli ostacoli da rimuovere per un pieno sviluppo di questo promettente prodotto finanziario. La terminologia, la logica e l’impostazione del volume servono ad un duplice scopo: da una parte, forniscono a practitioner e studiosi degli elementi di valutazione sugli aspetti critici che ostacolano il pieno sviluppo di questo settore d’investimenti; dall’altro, traducono l’innovazione sociale in linguaggio finanziario, indispensabile per chi intende rivolgersi a investitori e mercati finanziari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.