Nel capitolo di Alfieri e Marta l’analisi delle dimensioni della fiducia e del benessere relazionale in connessione alla propensione all’autonomia e alla capacità di assunzione di impegni e responsabilità nel percorso di transizione alla vita adulta, viene ulteriormente approfondita arrivando alla costruzione di quattro profili. Il primo è quello degli «sfiduciati». È numericamente il meno consistente ed è caratterizzato da basso supporto e alto controllo da parte dei genitori. I giovani che ne fanno parte presentano un minor tasso di autonomia assieme ad un maggior grado di passività e sfiducia verso gli altri. Al loro interno è sovrarappresentata la componente femminile e chi è in condizione di Neet. Il secondo è quello dei «generativi». È il più numeroso ed è composto da giovani con genitori che esercitano un moderato livello di controllo e un buon livello di supporto. Presentano una bassa propensione alla devianza e un alto adattamento psico-sociale. Come scrivono le due autrici: i genitori di questo gruppo sono quelli che meglio di tutti gli altri riescono ad essere mediatori efficaci tra la persona e il contesto socio-culturale […] il compito dei genitori generativi non è solo quello di generare e prendersi cura della prole, ma anche quello di «lasciarli andare». Anche qui le donne prevalgono ma, al contrario del precedente cluster, il grado di autonomia e fiducia sono elevati e alta è la sensibilità verso l’impegno sociale e Il terzo profilo è quello dei «vincolati in transizione». Il controllo da parte dei genitori è elevato ma, rispetto al primo gruppo, maggiore è il livello di supporto. Il componente tipo di questo cluster è un giovane studente nella fase di passaggio tra la tarda adolescenza e l’età adulta, relativamente lontano dagli impegni dello stato adulto, con ancora buona fiducia verso l’esterno e una spiccata attenzione ai temi ambientali. L’ultimo gruppo è quello dei «disimpegnati». Presenta caratteristiche strutturali simili con il primo ma con la differenza rilevante che qui prevalgono i maschi e che risulta più carente la presenza della figura del padre (in termini di supporto più che di controllo). È il profilo a cui corrisponde il più basso grado di fiducia e di assunzione di responsabilità. Ridotta è la progettualità e il coinvolgimento in attività di volontariato. Si trova quindi sostegno empirico alle ipotesi avanzate anche in altre ricerche sulla forte valenza predittiva del ruolo paterno rispetto alla prosocialità dei figli. Il confronto con il secondo gruppo, più positivamente adattivo, evidenzia come elemento chiave risulti il padre più che la madre e il fattore discriminante il supporto più che il controllo. Più in generale, rimane largamente inappagata la crescente domanda di padri generativi. Un ruolo in cui si integrano e si condensano la vecchia figura del rappresentante e difensore della legge, quale dispensatore di giustizia e la più recente figura di un padre empatico, supportivo, donatore di senso, accompagnatore, a suo modo, nel labirinto di crescita dei figli.

Alfieri, S., Marta, E., Transizione all’età adulta tra affettoed etica: quali effetti per i giovani?, La condizione giovanilein Italia. Rapporto Giovani 2014, Il Mulino, Bologna 2014: 205-225 [http://hdl.handle.net/10807/64581]

Transizione all’età adulta tra affetto ed etica: quali effetti per i giovani?

Alfieri, Sara;Marta, Elena
2014

Abstract

Nel capitolo di Alfieri e Marta l’analisi delle dimensioni della fiducia e del benessere relazionale in connessione alla propensione all’autonomia e alla capacità di assunzione di impegni e responsabilità nel percorso di transizione alla vita adulta, viene ulteriormente approfondita arrivando alla costruzione di quattro profili. Il primo è quello degli «sfiduciati». È numericamente il meno consistente ed è caratterizzato da basso supporto e alto controllo da parte dei genitori. I giovani che ne fanno parte presentano un minor tasso di autonomia assieme ad un maggior grado di passività e sfiducia verso gli altri. Al loro interno è sovrarappresentata la componente femminile e chi è in condizione di Neet. Il secondo è quello dei «generativi». È il più numeroso ed è composto da giovani con genitori che esercitano un moderato livello di controllo e un buon livello di supporto. Presentano una bassa propensione alla devianza e un alto adattamento psico-sociale. Come scrivono le due autrici: i genitori di questo gruppo sono quelli che meglio di tutti gli altri riescono ad essere mediatori efficaci tra la persona e il contesto socio-culturale […] il compito dei genitori generativi non è solo quello di generare e prendersi cura della prole, ma anche quello di «lasciarli andare». Anche qui le donne prevalgono ma, al contrario del precedente cluster, il grado di autonomia e fiducia sono elevati e alta è la sensibilità verso l’impegno sociale e Il terzo profilo è quello dei «vincolati in transizione». Il controllo da parte dei genitori è elevato ma, rispetto al primo gruppo, maggiore è il livello di supporto. Il componente tipo di questo cluster è un giovane studente nella fase di passaggio tra la tarda adolescenza e l’età adulta, relativamente lontano dagli impegni dello stato adulto, con ancora buona fiducia verso l’esterno e una spiccata attenzione ai temi ambientali. L’ultimo gruppo è quello dei «disimpegnati». Presenta caratteristiche strutturali simili con il primo ma con la differenza rilevante che qui prevalgono i maschi e che risulta più carente la presenza della figura del padre (in termini di supporto più che di controllo). È il profilo a cui corrisponde il più basso grado di fiducia e di assunzione di responsabilità. Ridotta è la progettualità e il coinvolgimento in attività di volontariato. Si trova quindi sostegno empirico alle ipotesi avanzate anche in altre ricerche sulla forte valenza predittiva del ruolo paterno rispetto alla prosocialità dei figli. Il confronto con il secondo gruppo, più positivamente adattivo, evidenzia come elemento chiave risulti il padre più che la madre e il fattore discriminante il supporto più che il controllo. Più in generale, rimane largamente inappagata la crescente domanda di padri generativi. Un ruolo in cui si integrano e si condensano la vecchia figura del rappresentante e difensore della legge, quale dispensatore di giustizia e la più recente figura di un padre empatico, supportivo, donatore di senso, accompagnatore, a suo modo, nel labirinto di crescita dei figli.
2014
Italiano
978-88-15-25325-5
Alfieri, S., Marta, E., Transizione all’età adulta tra affettoed etica: quali effetti per i giovani?, La condizione giovanilein Italia. Rapporto Giovani 2014, Il Mulino, Bologna 2014: 205-225 [http://hdl.handle.net/10807/64581]
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