Il “Diabete Mellito” (DM) rappresenta un gruppo di disturbi metabolici caratterizzati da iperglicemia. Il DM è attualmente classificato sulla base del meccanismo patogenetico che sottende alla sua insorgenza e le più importanti categorie comprendono il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2 (DM1 e DM2). Il DM1, che rappresenta circa il 10% di tutti i casi di questa patologia, è anche conosciuto come DM Insulino-Dipendente ed è il risultato di effetti sinergici di fattori genetici, ambientali e immunologici, che determinano un processo autoimmunitario che porta a distruzione delle cellule ß del pancreas, con conseguente deficit insulinico. La malattia può colpire persone di ogni età ma solitamente si manifesta durante l’infanzia o l’adolescenza in quanto la massa di cellule ß dei soggetti con suscettibilità genetica è normale alla nascita, per poi ridursi in seguito a un processo autoimmune, innescato probabilmente da uno stimolo infettivo o ambientale, che avviene nell’arco di mesi o anni. Le manifestazioni cliniche di questa forma di diabete non si evidenziano fino a che circa l’80% delle cellule ß non venga distrutta e le cellule residue non sono in grado di mantenere la tolleranza glucidica. I soggetti con DM1, pertanto, necessitano di iniezioni di insulina a vita per vicariare la funzione pancreatica. Il DM2 è la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia; con DM2 si intende un gruppo eterogeneo di alterazioni caratterizzate da gradi variabili di insulino-resistenza, alterata secrezione insulinica da parte del pancreas e aumentata produzione epatica di glucosio. Responsabile dell’insorgenza del DM2 è ritenuta l’interazione tra diversi fattori di rischio quali la familiarità, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie. La malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e il suo riscontro è spesso casuale; si stima che la diagnosi clinica di DM2 sia mediamente preceduta da una fase asintomatica di circa 7 anni, durante i quali l’iperglicemia esercita effetti deleteri nei tessuti bersaglio, così che alla diagnosi clinica sono spesso già presenti le complicanze della malattia. Altre categorie di diabete includono il diabete gestazionale (una condizione di iperglicemia che si sviluppa durante la gravidanza) e altre cause rare (sindromi genetiche, processi acquisiti come pancreatite, malattie come la fibrosi cistica, esposizione a certe droghe, virus e cause sconosciute).
Ferriero, A. M., Specchia, M. L., Patologia diabetica: il burden of disease, le policies, i programmi di gestione, 2014 [Altro] [http://hdl.handle.net/10807/64451]
Patologia diabetica: il burden of disease, le policies, i programmi di gestione
Ferriero, Anna Maria;Specchia, Maria Lucia
2014
Abstract
Il “Diabete Mellito” (DM) rappresenta un gruppo di disturbi metabolici caratterizzati da iperglicemia. Il DM è attualmente classificato sulla base del meccanismo patogenetico che sottende alla sua insorgenza e le più importanti categorie comprendono il diabete di tipo 1 e il diabete di tipo 2 (DM1 e DM2). Il DM1, che rappresenta circa il 10% di tutti i casi di questa patologia, è anche conosciuto come DM Insulino-Dipendente ed è il risultato di effetti sinergici di fattori genetici, ambientali e immunologici, che determinano un processo autoimmunitario che porta a distruzione delle cellule ß del pancreas, con conseguente deficit insulinico. La malattia può colpire persone di ogni età ma solitamente si manifesta durante l’infanzia o l’adolescenza in quanto la massa di cellule ß dei soggetti con suscettibilità genetica è normale alla nascita, per poi ridursi in seguito a un processo autoimmune, innescato probabilmente da uno stimolo infettivo o ambientale, che avviene nell’arco di mesi o anni. Le manifestazioni cliniche di questa forma di diabete non si evidenziano fino a che circa l’80% delle cellule ß non venga distrutta e le cellule residue non sono in grado di mantenere la tolleranza glucidica. I soggetti con DM1, pertanto, necessitano di iniezioni di insulina a vita per vicariare la funzione pancreatica. Il DM2 è la forma più comune di diabete e rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia; con DM2 si intende un gruppo eterogeneo di alterazioni caratterizzate da gradi variabili di insulino-resistenza, alterata secrezione insulinica da parte del pancreas e aumentata produzione epatica di glucosio. Responsabile dell’insorgenza del DM2 è ritenuta l’interazione tra diversi fattori di rischio quali la familiarità, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie. La malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e il suo riscontro è spesso casuale; si stima che la diagnosi clinica di DM2 sia mediamente preceduta da una fase asintomatica di circa 7 anni, durante i quali l’iperglicemia esercita effetti deleteri nei tessuti bersaglio, così che alla diagnosi clinica sono spesso già presenti le complicanze della malattia. Altre categorie di diabete includono il diabete gestazionale (una condizione di iperglicemia che si sviluppa durante la gravidanza) e altre cause rare (sindromi genetiche, processi acquisiti come pancreatite, malattie come la fibrosi cistica, esposizione a certe droghe, virus e cause sconosciute).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.