L’analisi dei percorsi lavorativi degli immigrati ha riguardato in primo luogo la suddivisione del campione tra soggetti mobili e immobili. Premesso che l’interpretazione di tale dato risente certamente della riluttanza di non pochi immigrati a dichiarare precedenti o attuali esperienze di lavoro svolte nell’ambito dell’economia informale, specie quelle nelle fasi iniziali del soggiorno in Italia, le elaborazioni compiute hanno comunque mostrato che le transizioni, laddove avvengono, risultano tendenzialmente correlate con alcune variabili di carattere descrittivo piuttosto che altre. In secondo luogo si è proceduto a isolare, nel novero di tutti gli episodi di mobilità tra una posizione lavorativa e quella successiva che è stato possibile rilevare, sia quelli che numericamente si sono rivelati più consistenti (e si tratta soprattutto di traiettorie di mobilità orizzontale intragruppo), sia quelli qualitativamente più significativi, seppur poco rappresentativi dal punto di vista statistico, in quanto espressione di traiettorie di mobilità verticale in senso ascendente o discendente. A questi livelli di analisi sono state infine associate alcune considerazioni relative ai percorsi che esitano nella disoccupazione.
Marcaletti, F., I percorsi lavorativi dei cittadini stranieri: gli episodi di mobilità più significativi, in Ism, I., Censi, C., Ipr, I. (ed.), Immigrazione e lavoro. Percorsi lavorativi, Centri per l'impiego, politiche attive, Fondazione ISMU, Milano 2010: 95- 121 [http://hdl.handle.net/10807/63740]
I percorsi lavorativi dei cittadini stranieri: gli episodi di mobilità più significativi
Marcaletti, Francesco
2010
Abstract
L’analisi dei percorsi lavorativi degli immigrati ha riguardato in primo luogo la suddivisione del campione tra soggetti mobili e immobili. Premesso che l’interpretazione di tale dato risente certamente della riluttanza di non pochi immigrati a dichiarare precedenti o attuali esperienze di lavoro svolte nell’ambito dell’economia informale, specie quelle nelle fasi iniziali del soggiorno in Italia, le elaborazioni compiute hanno comunque mostrato che le transizioni, laddove avvengono, risultano tendenzialmente correlate con alcune variabili di carattere descrittivo piuttosto che altre. In secondo luogo si è proceduto a isolare, nel novero di tutti gli episodi di mobilità tra una posizione lavorativa e quella successiva che è stato possibile rilevare, sia quelli che numericamente si sono rivelati più consistenti (e si tratta soprattutto di traiettorie di mobilità orizzontale intragruppo), sia quelli qualitativamente più significativi, seppur poco rappresentativi dal punto di vista statistico, in quanto espressione di traiettorie di mobilità verticale in senso ascendente o discendente. A questi livelli di analisi sono state infine associate alcune considerazioni relative ai percorsi che esitano nella disoccupazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.