In Etica e Infinito (1982) di Emmanuel Lévinas compare per due volte un’immagine astronomica, ma come capovolta di segno. In un caso si tratta del sole (e del cielo), che il soggetto della conoscenza di Cartesio, il cogito, riesce a dare a se stesso facendo di sé quasi la stella fissa del firmamento. Nell’altro caso si cita un’espressione di Maurice Blanchot, che forza la parola «dis-astro» spezzandola, ad indicare il fallimento di questo sforzo erculeo di fare di se stessi la leva con cui sollevare il mondo.
Riva, F., La distrazione da sé, ovvero: la prossimità, il sociale, in Riva, F. (ed.), Etica e Infinito, Castelvecchi, Roma 2014: <<I Timoni>>, 5- 44 [http://hdl.handle.net/10807/62454]
La distrazione da sé, ovvero: la prossimità, il sociale
Riva, Franco
2014
Abstract
In Etica e Infinito (1982) di Emmanuel Lévinas compare per due volte un’immagine astronomica, ma come capovolta di segno. In un caso si tratta del sole (e del cielo), che il soggetto della conoscenza di Cartesio, il cogito, riesce a dare a se stesso facendo di sé quasi la stella fissa del firmamento. Nell’altro caso si cita un’espressione di Maurice Blanchot, che forza la parola «dis-astro» spezzandola, ad indicare il fallimento di questo sforzo erculeo di fare di se stessi la leva con cui sollevare il mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.