Vengono confrontate le diverse tecniche di rappresentazione del topos del delirio d'amore in tre opere canoniche della letteratura italiana dell'Ottocento, come "Adelchi" di Manzoni, "Storia di una capinera" di Verga e "Senilità" di Svevo, ponendo in evidenza il progressivo raffinamento delle modalità di resa di questo stato di alienazione mentale e delle sue complesse e disarticolate manifestazioni verbali, quale indice, al tempo stesso, dello sviluppo delle acquisizioni scientifiche in materia e dell'avanzamento della modernità letteraria.
Langella, G., Morire d'amore: la rappresentazione del delirio da Manzoni a Svevo, in Carpani, R., Peja, L., Aimo, L. (ed.), Scena madre. Donne personaggi e interpreti della realtà. Studi per Annamaria Cascetta, Vita e Pensiero, Milano 2014: 279- 288 [http://hdl.handle.net/10807/62450]
Morire d'amore: la rappresentazione del delirio da Manzoni a Svevo
Langella, Giuseppe
2014
Abstract
Vengono confrontate le diverse tecniche di rappresentazione del topos del delirio d'amore in tre opere canoniche della letteratura italiana dell'Ottocento, come "Adelchi" di Manzoni, "Storia di una capinera" di Verga e "Senilità" di Svevo, ponendo in evidenza il progressivo raffinamento delle modalità di resa di questo stato di alienazione mentale e delle sue complesse e disarticolate manifestazioni verbali, quale indice, al tempo stesso, dello sviluppo delle acquisizioni scientifiche in materia e dell'avanzamento della modernità letteraria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.