In linea con la crescente importanza data alla prevenzione, nei Paesi sviluppati è oggi sempre più avvertita la necessità di mettere a punto strategie efficaci per un’adeguata profilassi vaccinale della popolazione adulta al pari di quella pediatrica, in considerazione anche delle attuali variazioni dei trend demografici. Tra le vaccinazioni di particolare interesse per la popolazione adulta/anziana, quella antipneumococcica riveste, sicuramente, un ruolo di rilevanza primaria. In relazione al carico di malattia legato alle infezioni da S.Pneumoniae, appare pertanto opportuna una riflessione in merito alla necessità di estendere il target della vaccinazione a tutta la popolazione over 50. L’FDA ha approvato recentemente l’uso del PCV13 per l’immunizzazione attiva per la prevenzione della polmonite e delle malattie invasive anche nei soggetti adulti di età ≥50 anni. In Italia la SItI raccomanda la somministrazione della vaccinazione antipneumococcica ai soggetti di qualsiasi età a rischio di contrarre la malattia per la presenza di patologie o condizioni predisponenti; consiglia inoltre, l’utilizzo, nei soggetti a rischio di età compresa tra 59 mesi e 50 anni, di una dose iniziale di PCV13 seguita a distanza di almeno 2 mesi dalla somministrazione di vaccino polisaccaridico 23-valente, sottolineando l’opportunità di una somministrazione sequenziale dei due diversi tipi di vaccino, per ottenere una migliore risposta immunologica. Un ruolo chiave nella promozione della salute, attraverso l’attuazione di piani vaccinali in età non pediatrica è svolto dal MMG che, opportunamente formato, dovrebbe: - identificare le persone candidata ad essere vaccinate e promuovere attivamente la vaccinazione; - promuovere il counselling vaccinale; - somministrare il vaccino antinfluenzale e, nel corso della medesima campagna, valutare le idonee cosomministrazioni di altri vaccini indicati; - sviluppare un sistema di reminder e recall atto ad una facile identificazione e richiamo della popolazione selezionata; - sviluppare un’ anagrafe vaccinale dei propri assistiti. Relativamente ai sistemi di sorveglianza e monitoraggio, in Europa si riscontra attualmente grande eterogeneità, sia per le modalità di accertamento dei casi che per il tipo di informazioni raccolte; sarebbe pertanto auspicabile un sistema europeo di sorveglianza delle IPD, per facilitare il confronto dei tassi di incidenza di malattia tra i diversi Paesi. Un esempio di sistema di sorveglianza ben strutturato è il CAPNETZ tedesco, che ha creato un sistema organizzato in una rete orizzontale che integra le diverse componenti della ricerca medica e una rete verticale che sostiene la cooperazione tra medici generici, ospedali e università. Oltre ai sistemi di sorveglianza delle malattie esiste, inoltre nei diversi Paesi, un flusso informativo relativo ai vaccini che permette il calcolo della copertura vaccinale attraverso la disponibilità dei dati sulla popolazione bersaglio e sullo stato vaccinale. Per quanto riguarda invece la sorveglianza agli eventi avversi a vaccinazione, l’obbligo della segnalazione compete a ciascun sanitario alla cui osservazione giungano pazienti con quadri clinico-anamnestici compatibili con una reazione a vaccino. Un altro aspetto da tenere in considerazione nel processo vaccinale è l’acquisizione, anche solo verbale, del consenso informato, che deve essere raccolto assicurandosi della piena comprensione delle informazioni da parte del candidato alla vaccinazione e dichiarando la massima disponibilità ad eventuali approfondimenti. Al fine inoltre di aumentare l’adesione alla vaccinazione, è necessario intraprendere strategie che prevedano azioni di empowerment, consistenti in programmi di formazione ed educazione del cittadino, che andrebbe adeguatamente informato dei benefici individuali e collettivi garantiti dalla pratica vaccinale per poter sviluppare una cultura della prevenzione. Infatti, un programma di immunizzazione completo dovrebbe essere comprensivo anche di un piano di comunicazione atto a promuovere efficacemente le politiche vaccinali.

Capizzi, S., Ferriero, A. M., Kheiraoui, F., Nicolotti, N., Veneziano, M. A., Gualano, M. R., Gliubizzi, M. D., De Waure, C., Saulle, R., La Torre, G., Specchia, M. L., Aspetti organizzativi relativi all’impiego nell’adulto di Prevenar 13 nel contesto di cura italiano, in Il vaccino pneumococcico 13-valente per la prevenzione delle infezioni da S. pneumoniae in età adulta: una valutazione di HTA, <<Quaderni dell'Italian Journal of Public Health>>, 2013; 2 (4): 86-99 [http://hdl.handle.net/10807/62346]

Aspetti organizzativi relativi all’impiego nell’adulto di Prevenar 13 nel contesto di cura italiano, in Il vaccino pneumococcico 13-valente per la prevenzione delle infezioni da S. pneumoniae in età adulta: una valutazione di HTA

Capizzi, Silvio;Ferriero, Anna Maria;Nicolotti, Nicola;Veneziano, Maria Assunta;Gualano, Maria Rosaria;Gliubizzi, Maria Daniela;De Waure, Chiara;La Torre, Giuseppe;Specchia, Maria Lucia
2013

Abstract

In linea con la crescente importanza data alla prevenzione, nei Paesi sviluppati è oggi sempre più avvertita la necessità di mettere a punto strategie efficaci per un’adeguata profilassi vaccinale della popolazione adulta al pari di quella pediatrica, in considerazione anche delle attuali variazioni dei trend demografici. Tra le vaccinazioni di particolare interesse per la popolazione adulta/anziana, quella antipneumococcica riveste, sicuramente, un ruolo di rilevanza primaria. In relazione al carico di malattia legato alle infezioni da S.Pneumoniae, appare pertanto opportuna una riflessione in merito alla necessità di estendere il target della vaccinazione a tutta la popolazione over 50. L’FDA ha approvato recentemente l’uso del PCV13 per l’immunizzazione attiva per la prevenzione della polmonite e delle malattie invasive anche nei soggetti adulti di età ≥50 anni. In Italia la SItI raccomanda la somministrazione della vaccinazione antipneumococcica ai soggetti di qualsiasi età a rischio di contrarre la malattia per la presenza di patologie o condizioni predisponenti; consiglia inoltre, l’utilizzo, nei soggetti a rischio di età compresa tra 59 mesi e 50 anni, di una dose iniziale di PCV13 seguita a distanza di almeno 2 mesi dalla somministrazione di vaccino polisaccaridico 23-valente, sottolineando l’opportunità di una somministrazione sequenziale dei due diversi tipi di vaccino, per ottenere una migliore risposta immunologica. Un ruolo chiave nella promozione della salute, attraverso l’attuazione di piani vaccinali in età non pediatrica è svolto dal MMG che, opportunamente formato, dovrebbe: - identificare le persone candidata ad essere vaccinate e promuovere attivamente la vaccinazione; - promuovere il counselling vaccinale; - somministrare il vaccino antinfluenzale e, nel corso della medesima campagna, valutare le idonee cosomministrazioni di altri vaccini indicati; - sviluppare un sistema di reminder e recall atto ad una facile identificazione e richiamo della popolazione selezionata; - sviluppare un’ anagrafe vaccinale dei propri assistiti. Relativamente ai sistemi di sorveglianza e monitoraggio, in Europa si riscontra attualmente grande eterogeneità, sia per le modalità di accertamento dei casi che per il tipo di informazioni raccolte; sarebbe pertanto auspicabile un sistema europeo di sorveglianza delle IPD, per facilitare il confronto dei tassi di incidenza di malattia tra i diversi Paesi. Un esempio di sistema di sorveglianza ben strutturato è il CAPNETZ tedesco, che ha creato un sistema organizzato in una rete orizzontale che integra le diverse componenti della ricerca medica e una rete verticale che sostiene la cooperazione tra medici generici, ospedali e università. Oltre ai sistemi di sorveglianza delle malattie esiste, inoltre nei diversi Paesi, un flusso informativo relativo ai vaccini che permette il calcolo della copertura vaccinale attraverso la disponibilità dei dati sulla popolazione bersaglio e sullo stato vaccinale. Per quanto riguarda invece la sorveglianza agli eventi avversi a vaccinazione, l’obbligo della segnalazione compete a ciascun sanitario alla cui osservazione giungano pazienti con quadri clinico-anamnestici compatibili con una reazione a vaccino. Un altro aspetto da tenere in considerazione nel processo vaccinale è l’acquisizione, anche solo verbale, del consenso informato, che deve essere raccolto assicurandosi della piena comprensione delle informazioni da parte del candidato alla vaccinazione e dichiarando la massima disponibilità ad eventuali approfondimenti. Al fine inoltre di aumentare l’adesione alla vaccinazione, è necessario intraprendere strategie che prevedano azioni di empowerment, consistenti in programmi di formazione ed educazione del cittadino, che andrebbe adeguatamente informato dei benefici individuali e collettivi garantiti dalla pratica vaccinale per poter sviluppare una cultura della prevenzione. Infatti, un programma di immunizzazione completo dovrebbe essere comprensivo anche di un piano di comunicazione atto a promuovere efficacemente le politiche vaccinali.
2013
Italiano
Quaderni dell'Italian Journal of Public Health
Capizzi, S., Ferriero, A. M., Kheiraoui, F., Nicolotti, N., Veneziano, M. A., Gualano, M. R., Gliubizzi, M. D., De Waure, C., Saulle, R., La Torre, G., Specchia, M. L., Aspetti organizzativi relativi all’impiego nell’adulto di Prevenar 13 nel contesto di cura italiano, in Il vaccino pneumococcico 13-valente per la prevenzione delle infezioni da S. pneumoniae in età adulta: una valutazione di HTA, <<Quaderni dell'Italian Journal of Public Health>>, 2013; 2 (4): 86-99 [http://hdl.handle.net/10807/62346]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10807/62346
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact