I pazienti affetti da LES, soprattutto in fase di attività di malattia, presentano uno stato funzionale abitualmente compromesso rispetto alla popolazione generale e una diminuzione della QoL non solo nella sfera della funzionalità fisica ma anche in quella emotiva. Lla riduzione dell’HR-QoL (Health RelatedQuality of Life) dei pazienti affetti da LES è comparabile a quella di malattie gravi come l’AIDS o altre malattie croniche quali l’artrite reumatoide, l’ipertensione, lo scompenso cardiaco congestizio, il diabete mellito e l’infarto del miocardio. Gli studi finora disponibili sull’impatto di belimumab sulla QoL evidenziano un miglioramento significativo rispetto al gruppo di controllo a conferma dell’effetto positivo del farmaco sulle diverse dimensioni dell’HR-QoL. Si riscontra una difficoltà nella diagnosi del LES, spesso tardiva, in buona parte dovuta all’esordio insidioso della malattia. I pazienti affetti da LES hanno frequentemente bisogno della consulenza e della collaborazione attiva di più specialisti (reumatologi, internisti, nefrologi, immunologi e dermatologi) resa difficoltosa dalla bassa prevalenza della malattia, dalla diagnosi tardiva, dalla forte disomogeneità inter- e intra-regionale nell’accesso alle nuove terapie, specie se infusionali, e dalla mancanza di Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) specifici per i malati di LES. Da un’indagine condotta nel 2011 in Italia è risultato che 1 centro ospedaliero su 4 tratta il LES. Solo nel 55% dei centri che trattano il LES sono praticate terapie infusionali con farmaci biologici comunemente utilizzati nel trattamento di altre patologie. La complessità della presa in carico del paziente e l’utilizzo di farmaci in modalità off-label fanno emergere un bisogno di salute che mette ancor più in difficoltà il paziente affetto da LES. In questo contesto, belimumab aiuterebbe a colmare il gap terapeutico per questa patologia, apportando un valore aggiunto in termini di offerta di trattamenti appropriati e miglioramento della QoL.
Specchia, M. L., Capizzi, S., Veneziano, M. A., Kheiraoui, F., Gliubizzi, M. D., La Torre, G., Ricciardi, W., Qualità di vita e priorità di assistenza, in L’impiego di belimumab nel Lupus Eritematoso Sistemico: risultati di una valutazione di HTA, <<Quaderni dell'Italian Journal of Public Health>>, 2013; 2 (1): 76-90 [http://hdl.handle.net/10807/61931]
Qualità di vita e priorità di assistenza, in L’impiego di belimumab nel Lupus Eritematoso Sistemico: risultati di una valutazione di HTA
Specchia, Maria Lucia;Capizzi, Silvio;Veneziano, Maria Assunta;Gliubizzi, Maria Daniela;La Torre, Giuseppe;Ricciardi, Walter
2013
Abstract
I pazienti affetti da LES, soprattutto in fase di attività di malattia, presentano uno stato funzionale abitualmente compromesso rispetto alla popolazione generale e una diminuzione della QoL non solo nella sfera della funzionalità fisica ma anche in quella emotiva. Lla riduzione dell’HR-QoL (Health RelatedQuality of Life) dei pazienti affetti da LES è comparabile a quella di malattie gravi come l’AIDS o altre malattie croniche quali l’artrite reumatoide, l’ipertensione, lo scompenso cardiaco congestizio, il diabete mellito e l’infarto del miocardio. Gli studi finora disponibili sull’impatto di belimumab sulla QoL evidenziano un miglioramento significativo rispetto al gruppo di controllo a conferma dell’effetto positivo del farmaco sulle diverse dimensioni dell’HR-QoL. Si riscontra una difficoltà nella diagnosi del LES, spesso tardiva, in buona parte dovuta all’esordio insidioso della malattia. I pazienti affetti da LES hanno frequentemente bisogno della consulenza e della collaborazione attiva di più specialisti (reumatologi, internisti, nefrologi, immunologi e dermatologi) resa difficoltosa dalla bassa prevalenza della malattia, dalla diagnosi tardiva, dalla forte disomogeneità inter- e intra-regionale nell’accesso alle nuove terapie, specie se infusionali, e dalla mancanza di Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) specifici per i malati di LES. Da un’indagine condotta nel 2011 in Italia è risultato che 1 centro ospedaliero su 4 tratta il LES. Solo nel 55% dei centri che trattano il LES sono praticate terapie infusionali con farmaci biologici comunemente utilizzati nel trattamento di altre patologie. La complessità della presa in carico del paziente e l’utilizzo di farmaci in modalità off-label fanno emergere un bisogno di salute che mette ancor più in difficoltà il paziente affetto da LES. In questo contesto, belimumab aiuterebbe a colmare il gap terapeutico per questa patologia, apportando un valore aggiunto in termini di offerta di trattamenti appropriati e miglioramento della QoL.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.