Il mais rappresenta il primo cerale coltivato a livello regionale in termini quantitativi (poco meno di 3 milioni di tonnellate) e di diffusione territoriale (circa 240.000) e costituisce la base delle grandi produzioni zootecniche e lattiero casearie che caratterizzano il sistema agroalimentare lombardo. Accanto al tradizionale utilizzo zootecnico, in tempi relativamente recenti, si è assistito a un incremento negli impieghi alimentari diretti con un progressivo consolidamento di questo mercato a livello regionale e nazionale. Il progetto biennale “Ottimizzazione della coltura di mais nella pianura Padana” - OTTIMAIS finanziato nell’ambito del Programma regionale di Ricerca in campo agricolo 2010 - 2012 affronta le principale tematiche d’interesse agronomico a partire dalla caratterizzazione delle nuove varietà nel territorio regionale riguardi ad aspetti produttivi, qualitativi e adattivi. L’attività è svolta in collegamento con il sistema delle Reti varietali nazionali coordinate da CRA, Unità di ricerca di Maiscoltura, che ne costituisce il referente scientifico. Grazie anche alla lunga consuetudine di collaborazioni consolidata in queste reti, nell’ambito del progetto OTTIMAIS si sono fuse l’esperienza dei partner del progetto, CRAUnità di Ricerca per la Maiscoltura e Agricola 2000, con quella di alcune istituzioni del mondo scientifico e degli operatori del settore, l’Università Cattolica di Piacenza e ISTA Sementi, che da sempre collaborano a livello regionale nella realizzazione di progetti riguardanti i principali aspetti della coltura. Tale sinergia ha permesso la realizzazione di un manuale dedicato alle “Malattie e alterazioni del mais”. L’edizione è stata preparata come guida pratica per agricoltori, tecnici, studenti e ricercatori che intendono approfondire le conoscenze su specifiche malattie di questa coltura. Una particolare attenzione è stata data alla descrizione dei patogeni e dei sintomi delle malattie importanti o che potranno diventare importanti in Italia. La guida è suddivisa in cinque sezioni: malattie causate da funghi, micotossine, malattie causate da batteri, malattie causate da virus e da fitoplasmi, danni da fattori abiotici. La maggior parte delle sezioni comprende l’indicazione del patogeno, la descrizione del ciclo vitale e della sintomatologia, la distribuzione, l’importanza economica, la prevenzione e la lotta. La sezione sulle micotossine fornisce le informazioni di base sulle principali micotossine e sui funghi micotossigeni, sulla loro tossicità, sul ruolo delle tecniche agronomiche per prevenire le contaminazioni in pre-raccolta e sulla gestione del post-raccolta. Come è noto, negli ultimi 10 anni, in molti areali maidicoli italiani la produzione è stata compromessa da eventi climatici avversi come le alte temperature e la siccità. Il clima estivo caldo e torrido, oltre a condizionare negativamente le rese, ha avuto un effetto deleterio sulla qualità della granella manifestando una elevata presenza di marciumi della spiga causati da diversi funghi micotossigeni e dall’accumulo di micotossine. In particolare, il secco e la siccità favoriscono lo sviluppo del fungo Aspergillus flavus e delle aflatossine. Al contrario, nelle annate più fresche e piovose, si assiste allo sviluppo endemico dei funghi del genere Fusarium sp. e alla contaminazione della granella con altre due tossine, fumonisine e da deossinevalenolo. Fra le altre malattie di recente diffusione si segnala, inoltre, in alcune aree a nord del Po la diffusione del virus del nanismo ruvido (MRDV) con intensità variabile a seconda delle annate, in particolare per la presenza più o meno intensa della cicadella. Infine, negli areali dell’est della Pianura Padana è stata segnalata la diffusione dell’arrossamento del mais o stolbur, trasmesso anch’esso da un cicadellide. Una precisa conoscenza dei patogeni e delle alterazioni di questo cereale può contribuire a una corretta gestione della coltura, consentendo di esaltarne le caratteristiche di elevata potenzialità produttiva della coltura e alto valore nutritivo del foraggio, Caratteristiche che rendono la coltivazione di questo cereale nei nostri areali ancora competitivo nonostante il rallentamento dell’attività di miglioramento genetico, che negli ultimi 10 anni ha limitato il progresso delle rese a livello nazionale. Le potenzialità di questo cereale continuano comunque ad essere esplorate dalla ricerca internazionale: il mais rimane una pianta preziosa in grado di assicurare, oggi e nel futuro, la materia prima da impiegarsi in una molteplicità di prodotti alimentari, industriali e di trovare nuovo sviluppo nei progetti di «chimica verde» e come risorsa energetica rinnovabile.
Marocco, A., Bertolini, M., Malattie ed Alterazioni del Mais - Guida Pratica per l'Identificazione, Regione Lombardia, Milano 2013: 119 [http://hdl.handle.net/10807/61732]
Malattie ed Alterazioni del Mais - Guida Pratica per l'Identificazione
Marocco, Adriano;
2013
Abstract
Il mais rappresenta il primo cerale coltivato a livello regionale in termini quantitativi (poco meno di 3 milioni di tonnellate) e di diffusione territoriale (circa 240.000) e costituisce la base delle grandi produzioni zootecniche e lattiero casearie che caratterizzano il sistema agroalimentare lombardo. Accanto al tradizionale utilizzo zootecnico, in tempi relativamente recenti, si è assistito a un incremento negli impieghi alimentari diretti con un progressivo consolidamento di questo mercato a livello regionale e nazionale. Il progetto biennale “Ottimizzazione della coltura di mais nella pianura Padana” - OTTIMAIS finanziato nell’ambito del Programma regionale di Ricerca in campo agricolo 2010 - 2012 affronta le principale tematiche d’interesse agronomico a partire dalla caratterizzazione delle nuove varietà nel territorio regionale riguardi ad aspetti produttivi, qualitativi e adattivi. L’attività è svolta in collegamento con il sistema delle Reti varietali nazionali coordinate da CRA, Unità di ricerca di Maiscoltura, che ne costituisce il referente scientifico. Grazie anche alla lunga consuetudine di collaborazioni consolidata in queste reti, nell’ambito del progetto OTTIMAIS si sono fuse l’esperienza dei partner del progetto, CRAUnità di Ricerca per la Maiscoltura e Agricola 2000, con quella di alcune istituzioni del mondo scientifico e degli operatori del settore, l’Università Cattolica di Piacenza e ISTA Sementi, che da sempre collaborano a livello regionale nella realizzazione di progetti riguardanti i principali aspetti della coltura. Tale sinergia ha permesso la realizzazione di un manuale dedicato alle “Malattie e alterazioni del mais”. L’edizione è stata preparata come guida pratica per agricoltori, tecnici, studenti e ricercatori che intendono approfondire le conoscenze su specifiche malattie di questa coltura. Una particolare attenzione è stata data alla descrizione dei patogeni e dei sintomi delle malattie importanti o che potranno diventare importanti in Italia. La guida è suddivisa in cinque sezioni: malattie causate da funghi, micotossine, malattie causate da batteri, malattie causate da virus e da fitoplasmi, danni da fattori abiotici. La maggior parte delle sezioni comprende l’indicazione del patogeno, la descrizione del ciclo vitale e della sintomatologia, la distribuzione, l’importanza economica, la prevenzione e la lotta. La sezione sulle micotossine fornisce le informazioni di base sulle principali micotossine e sui funghi micotossigeni, sulla loro tossicità, sul ruolo delle tecniche agronomiche per prevenire le contaminazioni in pre-raccolta e sulla gestione del post-raccolta. Come è noto, negli ultimi 10 anni, in molti areali maidicoli italiani la produzione è stata compromessa da eventi climatici avversi come le alte temperature e la siccità. Il clima estivo caldo e torrido, oltre a condizionare negativamente le rese, ha avuto un effetto deleterio sulla qualità della granella manifestando una elevata presenza di marciumi della spiga causati da diversi funghi micotossigeni e dall’accumulo di micotossine. In particolare, il secco e la siccità favoriscono lo sviluppo del fungo Aspergillus flavus e delle aflatossine. Al contrario, nelle annate più fresche e piovose, si assiste allo sviluppo endemico dei funghi del genere Fusarium sp. e alla contaminazione della granella con altre due tossine, fumonisine e da deossinevalenolo. Fra le altre malattie di recente diffusione si segnala, inoltre, in alcune aree a nord del Po la diffusione del virus del nanismo ruvido (MRDV) con intensità variabile a seconda delle annate, in particolare per la presenza più o meno intensa della cicadella. Infine, negli areali dell’est della Pianura Padana è stata segnalata la diffusione dell’arrossamento del mais o stolbur, trasmesso anch’esso da un cicadellide. Una precisa conoscenza dei patogeni e delle alterazioni di questo cereale può contribuire a una corretta gestione della coltura, consentendo di esaltarne le caratteristiche di elevata potenzialità produttiva della coltura e alto valore nutritivo del foraggio, Caratteristiche che rendono la coltivazione di questo cereale nei nostri areali ancora competitivo nonostante il rallentamento dell’attività di miglioramento genetico, che negli ultimi 10 anni ha limitato il progresso delle rese a livello nazionale. Le potenzialità di questo cereale continuano comunque ad essere esplorate dalla ricerca internazionale: il mais rimane una pianta preziosa in grado di assicurare, oggi e nel futuro, la materia prima da impiegarsi in una molteplicità di prodotti alimentari, industriali e di trovare nuovo sviluppo nei progetti di «chimica verde» e come risorsa energetica rinnovabile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.