el 2013 la presenza di minori stranieri in Italia ha raggiunto quote numeriche importanti (1 milione di residenti, tra i quali 750mila iscritti nei percorsi di istruzione e 180mila nei percorsi di formazione professionale) e un peso “relativo” (rappresentano il 7,5% dei minori) che prefigura lo scenario multiculturale dei prossimi anni. Con l’indebolimento della crescita dei flussi migratori, provocata dalla crisi economica europea, l’attenzione è sempre più puntata sulle generazioni “dopo”, coloro che sono nati in Italia o arrivati prima di cominciare il percorso formativo e che molto probabilmente progettano di costruirsi una “carriera” nel Paese. Malgrado la disciplina della cittadinanza giuridica, ferma sullo ius sanguinis, non riconosca loro uno statuto di parità, le scuole e tutti i servizi socio-educativi/formativi impegnano notevoli energie per la loro accoglienza e investono sui loro risultati. Non vi è dubbio che famiglie e giovani stranieri puntino sull’istruzione anche a compensazione di diritti sociali che sentono negati; dal canto loro le istituzioni scolastiche verificano quotidianamente come attraverso la scolarità dei figli e una buona amministrazione dei servizi, un’intera generazione di immigrati stia gradualmente passando “da residente a cittadino” (Cittalia 2012) con un aumento non solo dei livelli di integrazione delle famiglie ma anche delle competenze chiave utili a far evolvere le comunità locali nelle quali essi vengono “incorporati” (Ponzini 2012). I livelli formativi degli immigrati stanno aumentando gradatamente, anche per effetto di un aumento dell’accesso dei giovani stranieri alle informazioni che riguardano l’offerta formativa, le regole di inclusione, i dispositivi di sostegno (Colombo – Santagati 2013). Nondimeno si segnalano alcune criticità che il sistema scolastico/formativo non può ignorare: a) la persistenza di un gap negativo tra i risultati scolastici degli alunni di nazionalità italiana e straniera (Invalsi - Pisa 2009), una disuguaglianza reale che nasconde talvolta l’impreparazione delle scuole ad affrontare una didattica rivolta anche alle esigenze degli alunni stranieri, talvolta una mobilità eccessiva di questi studenti sul territorio, quando non una deprivazione socio-economica e culturale che è all’origine dell’insuccesso scolastico; b) in certi istituti la maggiore visibilità delle diverse provenienze etniche in alcune aree sembra provocare disagi nelle interazioni tra autoctoni e immigrati (specie a livello degli adulti) anche quando tra bambini/ragazzi non vi sono ragioni concrete per coltivare intolleranza reciproca e atteggiamenti xenofobi (Besozzi – Colombo – Santagati 2013); c) si osservano dinamiche ambigue nella distribuzione/concentrazione di allievi stranieri nelle diverse filiere, ma anche nei diversi istituti/sezioni, che creano scuole a “composizione etnica variabile” e mettono in serio allarme la concezione anti-discriminatoria e liberale con cui negli ultimi anni è accresciuta la libertà nella scelta scolastica (Miur – Fondazione Ismu 2013). L’intervento discute, a partire dai dati di stock e di ricerche recenti, della portata di tali criticità e discute delle possibili risorse che le politiche scolastiche potrebbero valorizzare per superarle.

Colombo, M., Nuove generazioni crescono: percorsi formativi, disuguaglianze, risorse, in Ongini, V., Rondanini, L. (ed.), Prove di futuro. Cittadinanza e seconde generazioni, Erickson, Trento 2014: 59- 69 [http://hdl.handle.net/10807/60127]

Nuove generazioni crescono: percorsi formativi, disuguaglianze, risorse

Colombo, Maddalena
2014

Abstract

el 2013 la presenza di minori stranieri in Italia ha raggiunto quote numeriche importanti (1 milione di residenti, tra i quali 750mila iscritti nei percorsi di istruzione e 180mila nei percorsi di formazione professionale) e un peso “relativo” (rappresentano il 7,5% dei minori) che prefigura lo scenario multiculturale dei prossimi anni. Con l’indebolimento della crescita dei flussi migratori, provocata dalla crisi economica europea, l’attenzione è sempre più puntata sulle generazioni “dopo”, coloro che sono nati in Italia o arrivati prima di cominciare il percorso formativo e che molto probabilmente progettano di costruirsi una “carriera” nel Paese. Malgrado la disciplina della cittadinanza giuridica, ferma sullo ius sanguinis, non riconosca loro uno statuto di parità, le scuole e tutti i servizi socio-educativi/formativi impegnano notevoli energie per la loro accoglienza e investono sui loro risultati. Non vi è dubbio che famiglie e giovani stranieri puntino sull’istruzione anche a compensazione di diritti sociali che sentono negati; dal canto loro le istituzioni scolastiche verificano quotidianamente come attraverso la scolarità dei figli e una buona amministrazione dei servizi, un’intera generazione di immigrati stia gradualmente passando “da residente a cittadino” (Cittalia 2012) con un aumento non solo dei livelli di integrazione delle famiglie ma anche delle competenze chiave utili a far evolvere le comunità locali nelle quali essi vengono “incorporati” (Ponzini 2012). I livelli formativi degli immigrati stanno aumentando gradatamente, anche per effetto di un aumento dell’accesso dei giovani stranieri alle informazioni che riguardano l’offerta formativa, le regole di inclusione, i dispositivi di sostegno (Colombo – Santagati 2013). Nondimeno si segnalano alcune criticità che il sistema scolastico/formativo non può ignorare: a) la persistenza di un gap negativo tra i risultati scolastici degli alunni di nazionalità italiana e straniera (Invalsi - Pisa 2009), una disuguaglianza reale che nasconde talvolta l’impreparazione delle scuole ad affrontare una didattica rivolta anche alle esigenze degli alunni stranieri, talvolta una mobilità eccessiva di questi studenti sul territorio, quando non una deprivazione socio-economica e culturale che è all’origine dell’insuccesso scolastico; b) in certi istituti la maggiore visibilità delle diverse provenienze etniche in alcune aree sembra provocare disagi nelle interazioni tra autoctoni e immigrati (specie a livello degli adulti) anche quando tra bambini/ragazzi non vi sono ragioni concrete per coltivare intolleranza reciproca e atteggiamenti xenofobi (Besozzi – Colombo – Santagati 2013); c) si osservano dinamiche ambigue nella distribuzione/concentrazione di allievi stranieri nelle diverse filiere, ma anche nei diversi istituti/sezioni, che creano scuole a “composizione etnica variabile” e mettono in serio allarme la concezione anti-discriminatoria e liberale con cui negli ultimi anni è accresciuta la libertà nella scelta scolastica (Miur – Fondazione Ismu 2013). L’intervento discute, a partire dai dati di stock e di ricerche recenti, della portata di tali criticità e discute delle possibili risorse che le politiche scolastiche potrebbero valorizzare per superarle.
2014
Italiano
Prove di futuro. Cittadinanza e seconde generazioni
987-88-590-0623-7
Colombo, M., Nuove generazioni crescono: percorsi formativi, disuguaglianze, risorse, in Ongini, V., Rondanini, L. (ed.), Prove di futuro. Cittadinanza e seconde generazioni, Erickson, Trento 2014: 59- 69 [http://hdl.handle.net/10807/60127]
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