Il saggio propone l'esperienza del laboratorio di teatro sociale come risorsa per lo sviluppo di processi di integrazione nella scuola, con particolare riferimento alla riduzione delle dinamiche di handicap di cui spesso soffrono i gruppi classe che hanno tra i loro allievi soggetti con disabilità fisica o/e intellettiva. Dopo aver sottolineato l'importanza di un'adeguata formazione esperienziale degli insegnanti, il lavoro teatrale viene riletto alla luce delle sue componenti relazionali ed evolutive, tracciando una mappa delle similitudini tra il lavoro di pedagogia dell'attore e i processi evolutivi che il bambino mette naturalmente in atto per crescere e svilupparsi. Conclusivamente viene proposto che l'approccio di teatro sociale, per la centralità della relazione e del corpo che propone, debba contaminare l'esperienza didattica favorendo non solo l'istituirsi di gruppi collaborativi e coesi, ma anche promuovendo esperienze di comunità educativa in cui tutti i soggetti possano essere parte attiva e partecipanti del processo pedagogico.
Innocenti Malini, G. E., La mano nel cappello. Riflessioni tra teatro e dinamiche di handicap nei processi di integrazione scolastica, in Di Rago, R., Carpani, R. (ed.), Il giullare nel curricolo. Il teatro dei ragazzi e della scuola, Franco Angeli, Milano 2006: 41- 52 [http://hdl.handle.net/10807/57092]
La mano nel cappello. Riflessioni tra teatro e dinamiche di handicap nei processi di integrazione scolastica
Innocenti Malini, Giulia Emma
2006
Abstract
Il saggio propone l'esperienza del laboratorio di teatro sociale come risorsa per lo sviluppo di processi di integrazione nella scuola, con particolare riferimento alla riduzione delle dinamiche di handicap di cui spesso soffrono i gruppi classe che hanno tra i loro allievi soggetti con disabilità fisica o/e intellettiva. Dopo aver sottolineato l'importanza di un'adeguata formazione esperienziale degli insegnanti, il lavoro teatrale viene riletto alla luce delle sue componenti relazionali ed evolutive, tracciando una mappa delle similitudini tra il lavoro di pedagogia dell'attore e i processi evolutivi che il bambino mette naturalmente in atto per crescere e svilupparsi. Conclusivamente viene proposto che l'approccio di teatro sociale, per la centralità della relazione e del corpo che propone, debba contaminare l'esperienza didattica favorendo non solo l'istituirsi di gruppi collaborativi e coesi, ma anche promuovendo esperienze di comunità educativa in cui tutti i soggetti possano essere parte attiva e partecipanti del processo pedagogico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.