«Siamo la coppia più bella del mondo» recitava il ritornello di una canzone di qualche decennio fa. In questa espressione sintetica ed efficace è riassunto in breve uno dei fenomeni più noti in psicologia sociale, il cosiddetto self-enhancement , conosciuto anche come better-than average effect negli studi sull’identità, come bias pro-ingroup nei contesti gruppali e noto come positive illusion o superiorità illusoria percepita nelle relazioni diadiche. Tale fenomeno si definisce come la tendenza sistematica degli individui, dei gruppi e delle coppie a favorire se stessi e a percepire sé e le proprie relazioni come superiori rispetto alle altre. Tale tendenza è da sempre stata associata al tema dell’identità : la presenza di questi meccanismi infatti sarebbe un indicatore inequivocabile del raggiungimento di un acquisito senso di identità e di appartenenza personale (senso del sé), relazionale e sociale (senso del noi, o we-ness). Proprio su questi meccanismi si centra la prima sfida di questo volume: identificare nel concetto di ‘superiorità percepita della relazione di coppia rispetto alla media’ un indicatore di una più o meno raggiunta identità della coppia stessa, nella peculiare fase della transizione al matrimonio e analizzare il processo di costruzione dell’identità di coppia lungo questa transizione, mettendone in evidenza i meccanismi, i fattori protettivi e di rischio, i cambiamenti nel tempo. Anche la scelta di occuparsi di ‘identità’ più che di ‘competenze’ di coppia, pone questo lavoro in una posizione originale e innovativa. La letteratura sulla coppia e sulle close-relationshps in genere, abbonda di ricerche dedicate all’individuazione dei comportamenti adattivi, delle competenze interattive (comunicazione, conflitto, problem solving…) della coppia, ma difficilmente si pone la domanda su ‘cosa fa di una coppia una coppia’, ossia su ciò che qualifica l’essere coppia, la sua identità, appunto.Ma le sfide che questo volume lancia non finiscono qui. Già dall’emblematico titolo ‘Molto più di due’ il volume si propone di assumere una prospettiva che, oltre a superare i confini della diade in termini sociali, assume una prospettiva intergenerazionale, adottando una chiave di lettura della transizione al matrimonio, che tiene conto delle relazioni con le famiglie di origine e della funzione di risorsa e/o di ostacolo che esse possono rivestire nel processo di costruzione dell’identità di coppia.
Iafrate, R., Prefazione, in Parise, M., Molto più di due. Costruzione dell'identità di coppia e relazioni familiari, Vita e Pensiero, Milano 2013: 9-12 [http://hdl.handle.net/10807/54436]
Prefazione
Iafrate, Raffaella
2013
Abstract
«Siamo la coppia più bella del mondo» recitava il ritornello di una canzone di qualche decennio fa. In questa espressione sintetica ed efficace è riassunto in breve uno dei fenomeni più noti in psicologia sociale, il cosiddetto self-enhancement , conosciuto anche come better-than average effect negli studi sull’identità, come bias pro-ingroup nei contesti gruppali e noto come positive illusion o superiorità illusoria percepita nelle relazioni diadiche. Tale fenomeno si definisce come la tendenza sistematica degli individui, dei gruppi e delle coppie a favorire se stessi e a percepire sé e le proprie relazioni come superiori rispetto alle altre. Tale tendenza è da sempre stata associata al tema dell’identità : la presenza di questi meccanismi infatti sarebbe un indicatore inequivocabile del raggiungimento di un acquisito senso di identità e di appartenenza personale (senso del sé), relazionale e sociale (senso del noi, o we-ness). Proprio su questi meccanismi si centra la prima sfida di questo volume: identificare nel concetto di ‘superiorità percepita della relazione di coppia rispetto alla media’ un indicatore di una più o meno raggiunta identità della coppia stessa, nella peculiare fase della transizione al matrimonio e analizzare il processo di costruzione dell’identità di coppia lungo questa transizione, mettendone in evidenza i meccanismi, i fattori protettivi e di rischio, i cambiamenti nel tempo. Anche la scelta di occuparsi di ‘identità’ più che di ‘competenze’ di coppia, pone questo lavoro in una posizione originale e innovativa. La letteratura sulla coppia e sulle close-relationshps in genere, abbonda di ricerche dedicate all’individuazione dei comportamenti adattivi, delle competenze interattive (comunicazione, conflitto, problem solving…) della coppia, ma difficilmente si pone la domanda su ‘cosa fa di una coppia una coppia’, ossia su ciò che qualifica l’essere coppia, la sua identità, appunto.Ma le sfide che questo volume lancia non finiscono qui. Già dall’emblematico titolo ‘Molto più di due’ il volume si propone di assumere una prospettiva che, oltre a superare i confini della diade in termini sociali, assume una prospettiva intergenerazionale, adottando una chiave di lettura della transizione al matrimonio, che tiene conto delle relazioni con le famiglie di origine e della funzione di risorsa e/o di ostacolo che esse possono rivestire nel processo di costruzione dell’identità di coppia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.