La letteratura cristiana antica, rappresentata nella sua parte maggiore e più influente dagli scritti dei Padri della Chiesa, consegna al futuro della riflessione teologica il documento ricco e movimentato di come, fin dal primo diffondersi del Vangelo, un concetto nuovo di ‘autorità’ abbia ‘liberato’ la possibilità che persone di ogni condizione affermassero, a livello individuale o comunitario, quella dignità umana fondata dalla comunione col divino che prima soltanto la filosofia greca aveva arrogata per pochi. La fede in un’autorità trascendente, ma accessibile in via sia immediata (profetismo…) sia mediata (esegesi biblica e tradizioni conseguenti, istituzioni ecclesiali, discepolato…) a un’esperienza ‘carismatica’ pur sempre sotto esame e in trasformazione, sembra tuttavia contraddire l’istanza di autonomia difesa dal razionalismo filosofico; le si deve perciò opporre un’apologetica (Tertulliano, Origene..) che appuri come in effetti «l’autorità richiede la fede e prepara l’uomo alla ragione, [...] anche se di certo è somma l’autorità di una verità conosciuta in modo evidente». Ma ciò spiega/descrive anche il permanente dinamismo – anche conflittuale – intrinseco al binomio autorità - libertà, in rapporto al quale evolvono entro l’ortodossia cattolica la spiritualità cristiana e la dialettica istituzionale interna alla Chiesa che attraversa la storia.
Persic, A., «Autorità» e «libertà» nella Chiesa: prospettive patristiche, in Del Missier, G., Grasso, S. (ed.), «Il Signore Dio ha parlato: chi non profeterà?». Scritti in onore di Giorgio Giordani nel suo 70° compleanno, Edizioni Messaggero, Padova 2013: <<Sophia. Epistēme/Studi e ricerche 8>>, 181- 203 [http://hdl.handle.net/10807/53524]
«Autorità» e «libertà» nella Chiesa: prospettive patristiche
Persic, Alessio
2013
Abstract
La letteratura cristiana antica, rappresentata nella sua parte maggiore e più influente dagli scritti dei Padri della Chiesa, consegna al futuro della riflessione teologica il documento ricco e movimentato di come, fin dal primo diffondersi del Vangelo, un concetto nuovo di ‘autorità’ abbia ‘liberato’ la possibilità che persone di ogni condizione affermassero, a livello individuale o comunitario, quella dignità umana fondata dalla comunione col divino che prima soltanto la filosofia greca aveva arrogata per pochi. La fede in un’autorità trascendente, ma accessibile in via sia immediata (profetismo…) sia mediata (esegesi biblica e tradizioni conseguenti, istituzioni ecclesiali, discepolato…) a un’esperienza ‘carismatica’ pur sempre sotto esame e in trasformazione, sembra tuttavia contraddire l’istanza di autonomia difesa dal razionalismo filosofico; le si deve perciò opporre un’apologetica (Tertulliano, Origene..) che appuri come in effetti «l’autorità richiede la fede e prepara l’uomo alla ragione, [...] anche se di certo è somma l’autorità di una verità conosciuta in modo evidente». Ma ciò spiega/descrive anche il permanente dinamismo – anche conflittuale – intrinseco al binomio autorità - libertà, in rapporto al quale evolvono entro l’ortodossia cattolica la spiritualità cristiana e la dialettica istituzionale interna alla Chiesa che attraversa la storia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.