L’allevamento bovino nazionale torna, nel 2012, a mostrare una forte contrazione del suo patrimonio, vanificando completamente la timida ripresa dell’anno precedente e registrando un nuovo record negativo. La contrazione interessa esclusivamente il bestiame destinato al macello, con tassi in alcuni casi a due cifre: crollano le consistenze di vitelli e quelle delle bestie sia sotto che sopra i due anni destinate alla macellazione, mentre aumentano in modo deciso le vacche da latte e le femmine da allevamento. La flessione delle consistenze si ripercuote poi sulla produzione nazionale di carne, anch’essa ad un nuovo record negativo. Una delle cause principali è la persistente perdita di interesse da parte del consumatore per i tagli e le carni pregiate, mentre si mantiene più stabile la richiesta di carni e tagli a basso prezzo. A fronte di un calo delle quantità, tuttavia, i prezzi alla produzione sono più remunerativi che nel passato, permettendo agli allevatori di recuperare leggermente persino sulle perdite degli anni scorsi: il valore della produzione a prezzi correnti aumenta rispetto al 2011 di qualche punto percentuale e in misura maggiore rispetto all’inflazione. Per quanto concerne l’analisi strutturale, il dato della Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe Zootecnica (BDN) evidenzia un calo degli allevamenti registrati su base annua percentualmente superiore a quello delle consistenze, confermando anche nell’ultimo anno la tendenza alla scomparsa delle stalle più piccole ed in particolare quelle localizzate nelle aree meno vocate quali le regioni dell’Italia centrale. Le statistiche sulle aziende iscritte all’anagrafe delle associazioni di Razze Italiane da carne confermano quanto emerge a livello generale: dopo che nel primo decennio del nuovo millennio si era assistito ad una tendenziale riaffermazione del patrimonio delle razze pregiate da carne, quasi raddoppiato in 10 anni, nel 2011 si è osservato un primo assestamento del loro numero complessivo che poi nel 2012 è invece calato coinvolgendo in modo particolare le razze tipiche delle regioni centrali.

Lanciotti, C., Gli allevamenti 2013, in Rama, D. (ed.), Il mercato della carne bovina. Rapporto 2013, Franco Angeli, Milano 2013: 43- 68 [http://hdl.handle.net/10807/53023]

Gli allevamenti 2013

Lanciotti, Claudia
2013

Abstract

L’allevamento bovino nazionale torna, nel 2012, a mostrare una forte contrazione del suo patrimonio, vanificando completamente la timida ripresa dell’anno precedente e registrando un nuovo record negativo. La contrazione interessa esclusivamente il bestiame destinato al macello, con tassi in alcuni casi a due cifre: crollano le consistenze di vitelli e quelle delle bestie sia sotto che sopra i due anni destinate alla macellazione, mentre aumentano in modo deciso le vacche da latte e le femmine da allevamento. La flessione delle consistenze si ripercuote poi sulla produzione nazionale di carne, anch’essa ad un nuovo record negativo. Una delle cause principali è la persistente perdita di interesse da parte del consumatore per i tagli e le carni pregiate, mentre si mantiene più stabile la richiesta di carni e tagli a basso prezzo. A fronte di un calo delle quantità, tuttavia, i prezzi alla produzione sono più remunerativi che nel passato, permettendo agli allevatori di recuperare leggermente persino sulle perdite degli anni scorsi: il valore della produzione a prezzi correnti aumenta rispetto al 2011 di qualche punto percentuale e in misura maggiore rispetto all’inflazione. Per quanto concerne l’analisi strutturale, il dato della Banca Dati Nazionale dell’Anagrafe Zootecnica (BDN) evidenzia un calo degli allevamenti registrati su base annua percentualmente superiore a quello delle consistenze, confermando anche nell’ultimo anno la tendenza alla scomparsa delle stalle più piccole ed in particolare quelle localizzate nelle aree meno vocate quali le regioni dell’Italia centrale. Le statistiche sulle aziende iscritte all’anagrafe delle associazioni di Razze Italiane da carne confermano quanto emerge a livello generale: dopo che nel primo decennio del nuovo millennio si era assistito ad una tendenziale riaffermazione del patrimonio delle razze pregiate da carne, quasi raddoppiato in 10 anni, nel 2011 si è osservato un primo assestamento del loro numero complessivo che poi nel 2012 è invece calato coinvolgendo in modo particolare le razze tipiche delle regioni centrali.
2013
Italiano
Il mercato della carne bovina. Rapporto 2013
9788820482275
Lanciotti, C., Gli allevamenti 2013, in Rama, D. (ed.), Il mercato della carne bovina. Rapporto 2013, Franco Angeli, Milano 2013: 43- 68 [http://hdl.handle.net/10807/53023]
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