Secondo l’International Trade Centre dell’UNCTAD/WTO, che elabora un indica-tore di competitività dei vari Paesi del mondo in 14 settori del commercio internazionale, l’Italia si conferma anche nel 2011 il secondo Paese più competitivo nel commercio internazionale, dopo la Germania. Il nostro Paese conserva infatti il primo posto in 3 settori, cioè nel tessile, nell’abbigliamento e nel cuoio-pelletteria-calzature; si posiziona secondo in altri 3 settori, cioè nella meccanica non elettronica, nei prodotti manifatturieri di base (che includono i prodotti in metallo e le ceramiche) e nei prodotti miscellanei (che includono occhiali, oreficeria, articoli in materie plastiche); è inoltre sesto negli alimenti trasformati (che includono i vini). Come detto, solo la Germania fa meglio dell’Italia con 8 primi posti e 1 secondo posto. Dunque l’Italia, pur avendo un sistema-Paese inefficiente, non manca certamente di competitività esterna. Quel che ci fa difetto da anni è invece la crescita del mercato interno, letteralmente “collassato” negli ultimi mesi a causa delle (pur necessarie) politi-che di rigore e delle loro conseguenze negative su occupazione, potere d’acquisto, propensione alla spesa privata, investimenti.
Fortis, M., Carminati, M., La competitività dell'Italia nel commercio internazionale secondo il Trade Performance Index UNCTAD/WTO: anno 2011, <<Quaderni di Approfondimenti Statistici della Fondazione Edison>>, 2013; (Ottobre, n. 131): 1-20 [http://hdl.handle.net/10807/52844]
La competitività dell'Italia nel commercio internazionale secondo il Trade Performance Index UNCTAD/WTO: anno 2011
Fortis, Marco;Carminati, Monica
2013
Abstract
Secondo l’International Trade Centre dell’UNCTAD/WTO, che elabora un indica-tore di competitività dei vari Paesi del mondo in 14 settori del commercio internazionale, l’Italia si conferma anche nel 2011 il secondo Paese più competitivo nel commercio internazionale, dopo la Germania. Il nostro Paese conserva infatti il primo posto in 3 settori, cioè nel tessile, nell’abbigliamento e nel cuoio-pelletteria-calzature; si posiziona secondo in altri 3 settori, cioè nella meccanica non elettronica, nei prodotti manifatturieri di base (che includono i prodotti in metallo e le ceramiche) e nei prodotti miscellanei (che includono occhiali, oreficeria, articoli in materie plastiche); è inoltre sesto negli alimenti trasformati (che includono i vini). Come detto, solo la Germania fa meglio dell’Italia con 8 primi posti e 1 secondo posto. Dunque l’Italia, pur avendo un sistema-Paese inefficiente, non manca certamente di competitività esterna. Quel che ci fa difetto da anni è invece la crescita del mercato interno, letteralmente “collassato” negli ultimi mesi a causa delle (pur necessarie) politi-che di rigore e delle loro conseguenze negative su occupazione, potere d’acquisto, propensione alla spesa privata, investimenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.